Poco meno di un anno fa il Parlamento Europeo approvava il piano di lotta contro il cancro, distinguendo nettamente tra consumo moderato e consumo dannoso di alcol. Le linee guida sulla sana alimentazione definite dal Crea - il principale Ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari con personalità giuridica di diritto pubblico - prevedono chiaramente una chiara distinzione tra consumo responsabile e abuso.
«È necessaria chiarezza e grande precisione – dichiara Micaela Pallini, Presidente di Federvini – non accettiamo informazioni superficiali, ambigue e basate su dati non sorretti da metodologie accettate da tutta la comunità scientifica. Il tema degli effetti dell’abuso di alcol è un argomento estremamente serio, che non può essere lasciato ad estemporanee dichiarazioni stampa di chi si improvvisa esperto del tema».
Michela Pallini
Nel simposio Assoenologi di Napoli di una settimana fa dedicato al rapporto tra vino e salute, decine di scienziati hanno presentato relazioni che sottolineavano la distinzione tra consumo e abuso di alcol. Eppure, ogni giorno, interventi estemporanei, spesso male informati e svolti usando parole superficiali, creano confusione e allarme; puntano, nei fatti, a demonizzare le bevande alcoliche, accostandole alle sigarette e raccomandando misure di stampo proibizionistico nei confronti dei consumatori, il tutto senza indicare alcuna distinzione tra l’abuso e il tradizionale consumo consapevole, basato sulla convivialità e lo stile mediterraneo che contraddistingue il nostro Paese.
«Chiediamo un intervento del Governo su questo – continua la Presidente Pallini - e proponiamo che il Crea, l’organo tecnico del Ministero delle Politiche Agricole, possa contribuire a fare chiarezza, insieme ad organismi internazionali come Oiv, in modo da avviare una fase di ricerca che consenta di poter contare su studi aggiornati e raccomandazioni ragionevoli ed equilibrate nei confronti del corretto consumo di bevande alcoliche. Nell’ambito del dibattito sul rapporto tra alcol e salute Federvini sottolinea con fermezza la necessità di riconoscere tale distinzione, indipendentemente dalla tipologia di bevanda alcolica. Altrimenti si rischia una deriva priva di fondamenti scientifici che potrebbe portare all’introduzione di health warning persino su farmaci contenenti alcol o sui babà napoletani».
Di fronte ad attacchi ormai quasi quotidiani frutto di un approccio proibizionista di matrice nord europea, Federvini ritiene necessaria rafforzare la compattezza dell’intera filiera – agricoltori, produttori, distributori, esercenti e consumatori - anche per individuare specifiche azioni a sostegno della reputazione di settori che hanno un peso fondamentale nel tessuto socio-economico del Paese e una presenza indispensabile nel vissuto dei cittadini, detentori di quella tradizione di convivialità e socialità che ci contraddistingue nel mondo, tra l’altro facendoci conquistare la vetta tra i Paesi più longevi al mondo.
© Riproduzione riservata STAMPA