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Corridoi turisti, i tour operator si attendono un'estensione delle destinazioni

07 ottobre 2021 | 11:47
 

Corridoi turisti, i tour operator si attendono un'estensione delle destinazioni

07 ottobre 2021 | 11:47
 

I corridoi turistici vanno bene, «ma sono un palliativo e non possono bastarci». Questa la posizione espressa da Franco Gattinoni, presidente della Federazione turismo organizzato (Fto), sigla di Confcommercio che riunisce 1.600 tra tour operator e agenzie di viaggi.

Al momento i corridoi turistici sono aperti per: Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana, Egitto. Corridoi turisti, i tour operator si attendono un'estensione delle destinazioni

Al momento i corridoi turistici sono aperti per: Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana, Egitto.

 

Gattinoni si è detto «d'accordo la sperimentazione in corso, ma per il 26 ottobre ci attendiamo riaperture generalizzate che devono essere l'ovvia contropartita a vaccini, tamponi, green pass e ai rigidi protocolli di sicurezza che sono stati messi a punto e di cui noi garantiremo ovviamente l'applicazione».

La prospettiva, infatti, è quella di riprendere a far viaggiare gli italiani verso altre destinazioni oltre a quelle già elencate previste dalla circolare del ministero della Salute: Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana, Egitto. «Si potevano aprire anche altre destinazioni in piena tranquillità: gli italiani oggi continuano a non poter andare in tanti posti che si stanno invece ripopolando di spagnoli, tedeschi o francesi. Gli altri Paesi europei, infatti, hanno preferito gli strumenti della raccomandazione e dell'informazione laddove da noi vigono i divieti tout court. Divieti che a questo punto - prosegue Gattinoni - sembrano sempre più assurdi».

Il presidente di Fto, infine, ha concluso: «Il settore del turismo organizzato è praticamente fermo da quasi due anni, c'è da ristorare ancora la seconda metà del 2020 e tutto il 2021 e servirà ulteriore cassa integrazione per diversi mesi. Dobbiamo subito passare dalle parole ai fatti e il 26 ottobre è la data giusta per dimostrare che si vogliono davvero salvare le aziende turistiche italiane».

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