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Stabilimenti balneari, per i sindacati è ingiustificato l’aumento dei canoni del 25,15%

31 dicembre 2022 | 15:41
 

Stabilimenti balneari, per i sindacati è ingiustificato l’aumento dei canoni del 25,15%

31 dicembre 2022 | 15:41
 

«Si tratta di un provvedimento ingiustificato e ingiusto». È quanto affermano Antonio Capacchione, presidente di Sib-Confcommercio (Sindacato italiano balneari), e Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba-Confesercenti (Federazione italiana imprese balneari), a proposito della variazione dell’indice Istat dei canoni demaniali per il 2023 attuata dal ministero delle Infrastrutture. Si tratta di un aumento del 25,15% con il canone minimo di 3.377,50 euro.

Stabilimenti balneari per i sindacati è ingiustificato l’aumento dei canoni del 2515%

Stabilimenti balneari, per i sindacati è ingiustificato l’aumento dei canoni del 25,15%

«Ingiustificato - precisano i sindacati - perché è più del doppio dell'indice Istat registrato nel 2022 (11,5%) e più del triplo dell'inflazione (8,1%). Ingiusto perché esaspera un meccanismo di determinazione dei canoni sbagliato (in quanto non parametrato all’effettiva redditività dell'area oggetto di concessione), e disincentivante rispetto agli investimenti per il potenziamento dei servizi balneari. Già adesso, infatti, c'è chi paga tanto e chi relativamente poco in riferimento a questi doverosi criteri. Senza parlare delle ormai note ingiustizie sui costi economici dei concessionari balneari con l'aliquota Iva al 22% (a differenza di tutte le aziende turistiche per le quali è al 10%), la Tarsu sull'intera area (anche laddove e quando è improduttiva di rifiuti), o l'Imu ancorché considerati affittuari».

«Chiederemo la revoca del provvedimento - conclude la nota di Sib e Fiba - e, comunque, la sua sospensione in attesa di un opportuno e doveroso riordino dei criteri di determinazione dei canoni che li renda giusti ed economicamente sopportabili».

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