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Made in Italy, Lollobrigida: «Stiamo tornando ad essere una nazione credibile»

L'Italia è «una nazione sana e qualificata. Ci è però mancata stabilità politica di singoli o più obiettivi. Massima criticità è stata rappresentata dalle relazioni internazionali, non siamo stati in ultimi vent’anni [...]

23 giugno 2023 | 17:45
 

Made in Italy, Lollobrigida: «Stiamo tornando ad essere una nazione credibile»

L'Italia è «una nazione sana e qualificata. Ci è però mancata stabilità politica di singoli o più obiettivi. Massima criticità è stata rappresentata dalle relazioni internazionali, non siamo stati in ultimi vent’anni [...]

23 giugno 2023 | 17:45
 

L'Italia è «una nazione sana e qualificata. Ci è però mancata stabilità politica di singoli o più obiettivi. Massima criticità è stata rappresentata dalle relazioni internazionali, non siamo stati in ultimi vent’anni una nazione credibile sul piano internazionale». Così il ministro dell'Agricoltura, delle foreste e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, nel corso del suo intervento al Meeting del Made in Italy organizzato da Aepi. «Questo quadro si sta invertendo, stiamo tornando ad essere una nazione credibile e riconosciuta come tale a livello internazionale».

Lollobrigida

Il ministro Francesco Lollobrigida

«Dagli Stati Uniti al Regno Unito all'Ue, l'Italia assume una centralità che non vedevamo da tempo. Penso anche all’Africa, già con Enrico Mattei e in quel momento l’Italia era centrale. Vogliamo tornare a quel modello. Qualità è parola chiave - ha detto - siamo percepiti come la nazione della qualità. Siamo una nazione di specificità che non ha grandi colossi nel settore agroalimentare, ma ha un sistema che li può accompagnare e che fa aumentare il valore aggiunto sui mercati. Non siamo nazione di quantità ma di qualità».

Per il ministro, «dobbiamo lavorare sulla formazione, in questo rientra anche il tema del liceo del Made in Italy. Ci sono professioni richieste dal mercato e che mancano, dobbiamo formare e investire anche sulla ricerca. Con la ricerca possiamo garantire filiere di approvvigionamento e catene produttive che ci rendono indipendenti, ma questo è un discorso europeo. Poi occorre investire sulle infrastrutture che sono centrali. Stiamo utilizzando al meglio le risorse, per questo stiamo rivedendo il Pnrr. Il Pnrr è stato scritto sull’onda della pandemia e alcune cose sono utili ma altre meno. Con la guerra stiamo rivedendo il piano, alla luce delle nuove necessità. Abbiamo ottenuto un buono risultato in Ue su agrisolare, al di fuori del solo autoconsumo. Poi serve promozione e difesa del prodotto Italia. Vogliamo informare ma ad esempio il Nutriscore è sistema condizionante che non informa la persona sul prodotto che acquista. Penso anche all’etichetta del vino irlandese». E poi, l'export da 60 miliardi di euro «può essere triplicato. Occorre spiegare i nostri piatti e i nostri prodotti come sistema Italia. Dobbiamo raccontare anche la storia, la tradizione e i territori. C’è uno spazio infinito in cui poter entrare».

FONTE: Askanews

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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