Secondo l’Istat a maggio l'inflazione riprende a scendere, tornando, dopo la risalita registrata ad aprile, al livello di marzo 2023 (+7,6%). Il rallentamento appare ancora fortemente influenzato dalla dinamica dei prezzi dei Beni energetici. Ma in questo contesto gli italiani hanno speso oltre 3 miliardi in più per mangiare, ma a causa del caro prezzi hanno dovuto tagliare le quantità acquistate nei primi cinque mesi del 2023. In particolare, a maggio l’Istat evidenzia un aumento dell’11,4 % dei prezzi dei prodotti alimentari, superiore al dato medio dell’inflazione che è scesa al 7,6%.
Istat, a maggio l'inflazione cala al +7,6%, come a marzo
Se gli alimentari lavorati rallentano la loro crescita (da +14% a +13,2%) quelli non lavorati accelerano (da +8,4% a +8,8%) in particolare ad incidere è la ripresa di accelerazione dei prezzi dei vegetali freschi o refrigerati (da +7,6% a +13,8%). Con l’inflazione alimentare più alta da quasi 40 anni i consumi domestici di ortofrutta fresca delle famiglie sono diminuiti dell’8% secondo elaborazioni Coldiretti su dati Cso Italy relativi ai primi tre mesi del 2023.
Le famiglie tagliano gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti.
La punta dell’iceberg della situazione di difficoltà sono gli oltre 3,1 milioni i poveri che hanno chiesto aiuto per mangiare facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari per un totale di 92mila tonnellate di cibo distribuite negli ultimi dodici mesi, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Fead.
L’emergenza si estende alle imprese agricole colpite dal maltempo che ha decimato i raccolti e dai bassi prezzi pagati alla produzione che non molti casi non coprono neanche i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori.
«Ci aspettiamo un invito ad acquistare frutta e verdura italiane duramente colpite dal maltempo per garantire ai consumatori prodotti di qualità e sostenere l’occupazione e le imprese agricole nazionali e maggiori controlli sul rispetto dell’obbligo di etichettatura di origine, per evitare che vengano spacciati per nazionali prodotti di importazione». È quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla convocazione da parte del Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo della Commissione di allerta rapida giovedì 22 giugno alle 15:30 per analizzare le dinamiche dei prezzi dei prodotti agricoli, con particolare riferimento alla filiera ortofrutticola, alla luce dell'andamento degli stessi e delle possibili ripercussioni degli eventi climatici.
Occorre sensibilizzare la distribuzione alimentare sull’importanza di sostenere la filiera 100% italiana e informare i consumatori sull’importanza di verificare l’etichetta di origine della frutta e verdura fresca obbligatoria per legge che va estesa anche ai prodotti trasformati, dai succhi alle marmellate fino ai surgelati, Ma per assicurare prezzi equi dal produttore al consumatore occorre anche sostenere gli accordi di filiera previsti nell’ambito del Pnrr con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni.
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