Senza un accordo con la Russia si blocca l’arrivo in Italia di oltre 1,5 miliardi di chili di grano, mais e olio di semi di girasole che sono sbarcati nella Penisola nell’ultimo anno. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti della minaccia del ministro degli Esteri di Mosca, Sergei Lavrov, durante una riunione dei ministri al G20, di non confermare l’accordo raggiunto con Nazioni Unite, Turchia e Ucraina per assicurare i traffici commerciali nei porti del Mar Nero, in scadenza il 18 marzo prossimo.
Senza un accordo con la Russia si blocca l’arrivo in Italia di oltre 1,5 miliardi di chili di grano
L'Italia ha importato dall’Ucraina grazie all’accordo 239 milioni di chili di olio di girasole (+9%), 248 milioni di chili di grano (+103%) e 1,1 miliardi di chili di mais (+80%) secondo l’analisi della Coldiretti relativa ai primi undici mesi del 2022 rispetto all’anno precedente. L’accordo peraltro garantito fino ad ora la spedizione di oltre 20 milioni di tonnellate di cereali e altri prodotti agroalimentari sui mercati mondiali e lo stop al passaggio delle navi cariche di cereali sul Mar Nero preoccupa anche per il rischio carestia in ben quei 53 Paesi dove secondo l’Onu, la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l’alimentazione. Un pericolo quindi anche per la stabilità politica proprio mentre si moltiplicano le tensioni sociali ed i flussi migratori, anche verso l’Italia.
«L’Italia è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che hanno dovuto ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni» ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare che «occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali».
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