Non è un anno positivo per i tartufai italiani. Da una parte, per il troppo caldo, la stagione non è stata delle migliori e i tartufi scarseggiano, dall’altra continuano le morti dei cani per avvelenamento, dalle Langhe al Massiccio del Pollino, dalla Sila ai Monti Simbruini nel Lazio. Gli ultimi due episodi sono quelli avvenuti a Camposecco, nel comune di Camerata, sui Monti Simbruini, al confine tra Lazio e Abruzzo.
Diversi gli avvelenamenti di cani da tartufo in Italia
Una faida tra cavatori? Non è detto. Per Riccardo Germani, presidente nazionale dell'Assotartufai, che in tutta Italia conta 150mila tesserati, come riporta il Corriere della Sera: «Non è corretto parlare di una guerra tra tartufai. Gli avvelenatori ci sono sempre stati. Come si fa a dire che sono stati i tartufai piuttosto che un residente a cui dà fastidio che si vada lì o un cacciatore che tenta di avvelenare i predatori? Per noi i cani sono come figli e nessuno di noi farebbe una cosa simile, neanche a un "concorrente". Queste sono azioni da delinquenti».
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