È stato sottoscritto nel tardo pomeriggio di ieri, 23 settembre, il rinnovo del Ccnl per gli addetti imbarcati su natanti esercenti la pesca marittima, scaduto il 31 dicembre 2021, tra Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Pesca e le rappresentanze di Federpesca e di Coldiretti Impresa Pesca.
«Si tratta di un rinnovo importante, che dimostra come anche in un momento così critico per l’economia delle famiglie e per il settore, l’unica strada da percorrere sia quella del rinnovo dei contratti», dichiarano Patrizio Giorni, segretario nazionale Fai-Cisl, Antonio Pucillo della Flai-Cgil, ed Enrica Mammucari, segretaria nazionale Uila-Pesca. «Numerosi i punti qualificanti dell’accordo, sottoscritto dopo un percorso di confronto con le controparti, che ha portato ad un’ampia condivisione delle richieste presenti in piattaforma, e che ha preso in considerazione le difficoltà del settore, in special modo il caro gasolio».
Nel rinnovo contrattuale – informano i sindacati – è previsto un incremento salariale del 6,5%, che sarà erogato in due tranche: la prima del 3% il 1° ottobre 2022, la seconda del 3,5% il 1°ottobre 2023. Elemento innovativo del rinnovo è la previsione di un impegno tra le parti ad incontrarsi nel mese di dicembre 2023 per valutare un eventuale recupero salariale in base agli andamenti economici al fine di tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori. Importante anche l’aumento di 35 euro del valore convenzionale ai fini previdenziali e gli incrementi relativi alle diverse indennità presenti nel Ccnl.
«È un rinnovo che ci vede soddisfatti – concludono Giorni, Pucillo e Mammucari – e che dà risposte concrete ai lavoratori di un settore ampiamente provato negli ultimi anni, e che testimonia il buon senso delle parti che con grande responsabilità sono riuscite a trovare i giusti equilibri per valorizzare il lavoro nella pesca, settore importante del nostro made in Italy».
© Riproduzione riservata STAMPA