Il caro prezzi taglia del 3,3% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2022 che sono però costretti a spendere il 4,3% in più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti nei primi nove mesi del 2022 su dati Istat relativi al commercio al dettaglio a settembre che rispetto allo stesso periodo dell’anno precedete fanno registrare una diminuzione di beni alimentari acquistati.
Il caro prezzi taglia del 3,3% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2022
L’impatto dell’inflazione è evidente dal fatto che volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare nei primi nove mesi un balzo del + 9,7% nelle vendite in valore, il più elevato nel dettaglio.
Il risultato dei discount evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità. Gli italiani vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa.
L’intera filiera agroalimentare è sotto pressione a partire dall’agricoltura dove si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Ma aumenti riguardano anche l’alimentare con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, il 15% il tetrapack, il 35% le etichette, il 45% il cartone, il 60% i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.
«Bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia che mettono a rischio imprese e famiglie in settori vitali per il Paese» afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «la filiera agroalimentare vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio».
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