Martedì 26 novembre, dopo una lunga malattia, è morto Gianfranco Sorrentino, una figura di spicco della ristorazione italiana negli Stati Uniti, fondatore dei rinomati ristoranti Il Gattopardo e The Leopard at des Artistes, due veri e propri templi della cucina italiana nel cuore di Manhattan. Originario di Napoli, Sorrentino lascia un'eredità indelebile fatta di passione, ospitalità e autentica cucina italiana.
Gianfranco Sorrentino
La carriera di Gianfranco Sorrentino è cominciata presto. Giovane e ambizioso, mosso da un'incredibile passione per la ristorazione, ha lavorato in alcune delle strutture più prestigiose al mondo, da Capri a Londra, da Tokyo a New York. Fu proprio la Grande Mela a diventare il suo palcoscenico definitivo, accogliendolo negli anni '80. Nel 1993, Sorrentino aprì il suo primo ristorante, Sette MoMA, situato all'interno del Museo di Arte Moderna di New York. Questa iniziativa fu rivoluzionaria: per la prima volta, un fine dining italiano trovava casa in un contesto museale, combinando alta cucina e cultura artistica. La vera consacrazione arrivò nel 2001 con l'apertura de Il Gattopardo, ristorante situato nell'ex residenza di Nelson Rockefeller, proprio di fronte al MoMA. Questo luogo non era soltanto un ristorante, ma un salotto raffinato dove personalità del mondo della politica, dell'arte e della finanza si incontravano per gustare piatti italiani autentici.
Con la moglie Paola e il talentuoso chef Vito Gnazzo, Sorrentino ha portato in tavola i sapori genuini della tradizione italiana. Dai fagioli di Controne al pesce fresco del Mediterraneo, ogni ingrediente era scelto con cura e trattato con rispetto per esaltarne la freschezza. I suoi piatti raccontavano l'Italia con semplicità e raffinatezza: risotti, lasagne e altre ricette classiche venivano reinterpretate senza mai tradire le origini. Il secondo gioiello, The Leopard at des Artistes, situato in uno storico edificio di Manhattan, ha ulteriormente consolidato il suo ruolo come ambasciatore della cucina italiana negli Stati Uniti. Oltre a essere un ristoratore di successo, Sorrentino era un fervente promotore della cultura italiana. Fondatore e presidente del Gruppo Italiano, un'associazione non profit dedicata alla diffusione della gastronomia e delle tradizioni italiane, ha lavorato instancabilmente per creare un ponte tra il Bel Paese e gli Stati Uniti. Organizzava degustazioni, incontri con produttori italiani e attività di formazione per i giovani chef, con l'obiettivo di preservare l'autenticità della cucina italiana anche lontano dalla sua terra d'origine. Sorrentino non vedeva il suo lavoro come semplice ristorazione, ma come una vera e propria missione culturale. Con il suo fazzoletto immancabile e i modi sempre eleganti, ha incarnato il meglio dell'accoglienza italiana, trasformando i suoi ristoranti in spazi dove cucina, convivialità e cultura si intrecciavano armoniosamente.
Sorrentino lascia la moglie Paola, compagna di vita e di lavoro, e i figli Sofia ed Edoardo, che continueranno a portare avanti il suo straordinario lascito.
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