Dai nuovi metodi per la qualità e la sicurezza alla digitalizzazione e innovazione dei processi produttivi. Dalla riduzione dell’impatto ambientale delle produzioni - consumi d’acqua, territori, emissioni – a nutrizione e salute. Dalla tracciabilità e dalla legislazione di settore al design e alla creatività applicati alla buona tavola. E molti altri temi e materie sui quali giovani talenti di ogni Paese potranno formarsi in Emilia-Romagna grazie a ‘Food-ER’, l’università internazionale dell’agroalimentare.
Food-ER consentirà di progettare e avviare, entro il prossimo triennio, un insieme di attività di formazione tale che possa dare ai giovani gli strumenti per lavorare e dare risposte nuove nell’agri-food, guardando alla piena sostenibilità, anche in rapporto alla scarsità di risorse globali e ai cambiamenti climatici: master di secondo livello, laurea magistrale, alta formazione dedicata alle imprese, rafforzamento dei dottorati di ricerca. E di farlo a partire dalla Food Valley regionale, comparto d’eccellenza in Italia e a livello internazionale, col record europeo di prodotti Dop e Igp, aziende e gruppi industriali noti in tutto il mondo, così come saperi e tradizioni artigianali.
"Food-ER, Emilia-Romagna International Network for Education and Industrial Research on Food and Beverage" è il network voluto dalla Regione che vede insieme in primo luogo le quattro Università regionali, i soci fondatori: di Parma – capofila del progetto -, Modena e Reggio Emilia, Bologna, Ferrara.
Oggi in Regione, a Bologna, la presentazione con il presidente Stefano Bonaccini, l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, i rettori dell’Università di Parma, Paolo Andrei, Bologna, Giovanni Molari, Ferrara, Laura Ramacciotti, Modena e Reggio Emilia, Carlo Adolfo Porro. Oltre ai docenti dell’Università Cattolica di Milano, sede di Piacenza, Francesco Timpano e Marco Trevisan, e il presidente della Fondazione Its Tech&Food, Massimo Ambanelli.
Da sinistra: Carlo Adolfo Porro, Paolo Andrei, Giovanni Molari, Stefano Bonaccini e Vincenzo Colla
Ai soci soci fondatori si affiancano infatti come soci aggregati, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, che già fa parte della Rete di Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna; il Clust-ER Agroalimentare, che riunisce soggetti pubblici e privati, centri di ricerca, imprese, enti di formazione; imprese regionali, sia quelle leader di filiera che le piccole e medie imprese, e i cinque quartieri fieristici internazionali: Bologna Fiere, Fiere di Parma, Fiere di Rimini - Ieg, Cesena, Fiere di Piacenza.
Il progetto si avvia con lo stanziamento di 3 milioni di euro da parte della Regione. Con l’obiettivo di rendere l’Emilia-Romagna un polo di attrazione di talenti internazionali e garantire un flusso costante di alte specializzazioni necessario anche alla crescita delle filiere produttive, alla creazione di imprese innovative e start-up tecnologiche nel settore agroalimentare, alla ricerca pubblica e privata, per diventare sempre più punto di riferimento nel Paese e all’estero nell’affrontare e risolvere problematiche di grande attualità, per uno sviluppo sostenibile e rispettoso delle risorse naturali.
«Facciamo nascere un hub nazionale della didattica e delle competenze in un comparto dove la nostra regione fa vincere la qualità del mondo, per attirare qui giovani che ci aiutino nella sfida della sostenibilità, della competitività delle nostre imprese e del buon lavoro- afferma Bonaccini-. E ancora una volta lo facciamo come sistema regionale, mettendoci insieme: università, centri di ricerca, grandi gruppi e realtà dalle forti radici territoriali e nella tradizione. Come Regione diamo l’impulso e sosteniamo la nascita di Food-ER, ringraziando tutti i soggetti coinvolti per la risposta positiva e l’impegno nel realizzarla, a partire dai Rettori. Ripercorriamo la strada che abbiamo aperto con MUNER, la Motorvehicle University of Emilia-Romagna, che oggi richiama centinaia di ragazze e ragazzi da tutto il mondo coi suoi corsi di laurea internazionali in ingegneria nell’automotive, e non è un caso se proprio dalle loro facoltà arrivano già risposte innovative su motori ecologici e veicoli moderni. Allo stesso modo- chiude il presidente della Regione- vogliamo che anche dalla Food Valley arrivi una nuova spinta su ricerca e innovazione in un comparto così importante come quello agroalimentare, che serva al nostro territorio e al Paese».
«Con questa iniziativa- sottolinea l’assessore Colla- puntiamo a formare un nuovo gruppo di esperti e manager che abbiano cultura e caratura internazionale, ma anche grande conoscenza del patrimonio enogastronomico e produttivo identitario dei nostri territori. Cogliendo le nuove sfide green, dalla terra alla tavola, cui bisogna dare risposta. Food-ER è una straordinaria novità nel panorama italiano e non a caso nasce proprio in Emilia-Romagna. Una grande occasione per qualificare ulteriormente il nostro sistema delle competenze e mettere nuovi talenti a disposizione delle nostre filiere produttive per mantenerle nell'eccellenza certificata, tracciata e salvaguardata. Creando in questo modo nuova occupazione di qualità».
I nuovi percorsi curriculari valorizzeranno le specializzazioni e le competenze espresse dai singoli territori, dalle Università e dalle imprese del settore.
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