Giulio Gigli torna in Umbria dove ha aperto il ristorante Une

17 novembre 2021 | 11:51

Per quindici anni ha lavorato in grandi ristoranti d’Europa e d’Oltreoceano e, dopo aver appreso le tecniche e le tradizioni della cucina contemporanea francese e spagnola, ha deciso di tornare nella sua terra d'origine per aprire il suo primo ristorante. Giulio Gigli, classe 1987, ha aperto Une nel piccolo borgo di Capodacqua un piccolo paesino racchiuso tra le montagne di Foligno (in Umbria).

 

Dopo aver finito l’istituto alberghiero, Gigli si è formato nelle cucine del Pagliaccio di Anthony Genovese, del 1947 al Le Cheval Blanc di Yannick Alléno e nella cucina tristellata di Benu a San Francisco. E soprattutto è stato per oltre quattro anni chef de cuisine e responsabile creatività di Disfrutar a Barcellona, ristorante insignito di due stelle Michelin e al quinto posto della classifica The World’s 50 best restaurants.

Une è un ristorante che punta tutto sull’Umbria. Ne rispetta la cultura della tavola proponendo ingredienti della tradizione rivisti attraverso tecniche internazionali. Negli ultimi mesi Gigli ha lavorato, studiato e viaggiato per ricercare prodotti locali dimenticati - dalla roveja all’aglione, dal sambuco alla fagiolina del Trasimeno, dai ceci neri agli umbricelli artigianali - per farne la base di una cucina rinnovata e in chiave moderna. E in cui portare le sue esperienze internazionali.

Dalla Spagna, dove Gigli ha acquisito le tecniche della cucina molecolare, invece, arrivano le sferificazioni di pinoli e pino, dalla regionale il piccione valorizzato attraverso cotture in pieno stile francese, da San Francisco l’idea di aromatizzare il pane utilizzando i fiori di aglione preparato in collaborazione con il panificio locale O'Mà. La tagliatella ripiena di tartufo estivo e servita con emulsione di mandorle rimanda al suo paese d’origine, così come la pasta e fagioli, reinterpretata con umbricelli di grani antichi, fagiolo di Cave e spuma di cotenna, e le conserve autoprodotte utilizzate stagionalmente nel menu. UNE riutilizza gli scarti di cibo - ne è prova la carta del menu dell’azienda Favini, preparata con il materiale di risulta delle olive - e basa molta della cucina sull’orto che ha trovato spazio accanto al casale.

Il ristorante si trova all’interno di un vecchio frantoio, riconvertito nei decenni scorsi, del quale all’interno si possono trovare ancora alcune componenti, come la macina che in passato veniva azionata grazie alle acque del torrente Roveggiano. Non a caso Une significa “acqua”, un termine forgiato su alcune antiche tavole bronzee rinvenute nella vicina Gubbio.

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Alberto Lupini


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