Si fa strada la richiesta di riconoscimento da parte dell'Unesco per la pesca artigianale. L'iniziativa, come riportato da Legacoop Agroalimentare, è stata lanciata durante il DiviNazione Expo tenutosi a Siracusa. Il progetto mira a valorizzare la pesca lagunare, l’uso del bragozzo e della battana, oltre a tecniche tradizionali come i trabocchi, il serraggiante e le nasse. Questi metodi e imbarcazioni storiche sono rappresentativi del progetto Pcp (Patrimonio Culturale della Pesca), che ha avviato il percorso per la candidatura a patrimonio Unesco delle tradizioni, degli attrezzi e delle pratiche legate alla pesca e all'acquacoltura.
Si fa strada la richiesta di riconoscimento da parte dell'Unesco per la pesca artigianale
Attualmente, la proposta di riconoscimento coinvolge sei regioni: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Abruzzo. Sono stati coinvolti anche nove FLAG (Fisheries Local Action Group), tra cui Gac Fvg, Veneziano, Gac Chioggia e Delta del Po, Costa Emilia Romagna, Marche Nord, Costa Blu, Costa di Pescara, Costa dei Trabocchi e Golfo degli Etruschi.
«I promotori dell'iniziativa sottolineano l'importanza di far conoscere le tradizioni, i manufatti e le attrezzature associate alla pesca tradizionale, praticata con piccole imbarcazioni e tecniche che risalgono a secoli fa, tramandate da pochi artigiani esperti - spiegano - Questa forma di pesca viene praticata per alcune ore al giorno, ogni giorno, contribuendo al mercato con pesce locale che rappresenta una parte fondamentale della cucina tradizionale di ogni regione».
Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, ha dichiarato: «Questa iniziativa è cruciale per valorizzare le attività che costituiscono il cuore delle marinerie italiane. Hanno un'importanza significativa per la tradizione della pesca e, per questo motivo, supportiamo la richiesta di candidatura a patrimonio Unesco. È essenziale, però, ampliare il numero delle realtà coinvolte per dare maggiore valore a un patrimonio che unisce l'Italia e che potrebbe integrarsi con il pescaturismo e l'ittiturismo».
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