Nel primo semestre del 2024, il vino italiano ha registrato esportazioni per quasi 3,9 miliardi di euro e 10,6 milioni di ettolitri, con un incremento sia in termini di volume (+2,4% rispetto all'anno precedente) che di valore (+3,2%). Tuttavia, l'andamento delle esportazioni ha mostrato un rallentamento rispetto al primo quadrimestre. I dati Istat elaborati dall’Osservatorio Uiv-Ismea, presentati a pochi giorni dalle stime vendemmiali (in programma il 24 settembre a Ortigia, Siracusa, prima del G7 Agricoltura), confermano una crescita moderata, nonostante le aspettative fossero più elevate.
Vino: +2,4% sui volumi nel primo semestre, ma rallentano le esportazioni
Nel confronto con il primo semestre del 2023, i risultati sono positivi, ma la primavera ha ridimensionato l'ottimismo. Nei primi quattro mesi dell'anno, infatti, le esportazioni crescevano ancora del 6-7%. Gli spumanti hanno trainato le vendite internazionali, con un aumento dell'11% in volume (con il Prosecco a +13%) e un +7% in termini di incassi. Senza il contributo delle bollicine, il volume complessivo esportato sarebbe rimasto sostanzialmente stabile (+0,1%). Al contrario, le esportazioni di vino sfuso e bag-in-box sono diminuite rispettivamente del 6% e del 5%. I vini imbottigliati hanno mantenuto buoni risultati, grazie soprattutto agli Igt, mentre i vini Dop fermi hanno mostrato una crescita minima (+0,2% in volume e +0,7% in valore). I vini comuni hanno registrato una flessione del 2,9% in volume, compensata però da un incremento del 3,9% in valore.
Per quanto riguarda i principali mercati, rispetto ad aprile, si è osservato un peggioramento dei volumi in tutti i primi 10 Paesi di destinazione. Gli Stati Uniti (+2%) e il Regno Unito (+2,3%) hanno mantenuto lievi segni positivi, mentre la Germania ha segnato un -1,2%. Sono peggiorate anche le esportazioni in Svizzera (-3,8%), Canada (-1,4%) e Francia (-10,8%). In termini di valore, il Veneto ha registrato una crescita del 5,7% (raggiungendo 1,4 miliardi di euro), seguito dalla Toscana con un +3,5%, mentre il Piemonte ha subito una contrazione del 2,2%.
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