Il 2024 è stato un anno particolarmente critico per il mercato del caffè, con previsioni di produzione che sono state costantemente riviste al ribasso. E secondo Areté, azienda leader in Italia nelle analisi e previsioni sui mercati agrifood, il trend di incertezze e difficoltà si sta confermando anche nei mesi finali dell'anno. I report pubblicati dal Dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti (Usda) a novembre hanno infatti aggiornato al ribasso le stime sulla produzione di caffè in Brasile e Indonesia, due dei principali paesi produttori a livello mondiale.
Areté: i nuovi dati confermano la crisi del caffè
Il Brasile, che da solo rappresenta una fetta decisiva della produzione mondiale, ha visto una revisione al ribasso della sua raccolta di caffè per la stagione 2024/2025. In particolare, la varietà arabica, la più pregiata e ricercata dai consumatori di tutto il mondo, ha subito un calo del 6%, passando da 48,2 milioni a 45,5 milioni di sacchi. A peggiorare la situazione, anche la varietà robusta ha visto un abbassamento della previsione di produzione del 3%, passando da 21,7 milioni a 21 milioni di sacchi. Questo scenario incerto si inserisce in un contesto che già prevede scorte globali ai minimi storici, le più basse dal 2001. A questi fattori va aggiunta una persistente incertezza economica globale che potrebbe esacerbare ulteriormente le difficoltà.
Anche l'Indonesia, altro protagonista fondamentale nella produzione di caffè robusta, ha dovuto abbassare le sue previsioni per la stagione in corso. La produzione di robusta indonesiano è stata ridotta dell'8%, passando da 9,5 milioni a 8,6 milioni di sacchi, con un impatto diretto sull'incremento produttivo che, rispetto allo scorso anno, scende dal +40% al +36%. Sebbene si registri un incremento nelle previsioni di produzione colombiana (+4%) e indiana (+3%), tali aumenti non sono sufficienti a compensare le perdite delle due maggiori potenze produttive.
Le analisi di Areté segnalano una reazione altrettanto dinamica nei mercati finanziari del caffè, con prezzi che stanno registrando un'impennata notevole. Da inizio novembre, il caffè arabica ha visto un incremento del 28%, mentre il robusta ha guadagnato il 21%. Ma la crescita non si ferma qui: dall'inizio dell'anno, le inflazioni registrate per le due varietà si attestano rispettivamente al 64% per l'arabica e al 72% per il robusta, segnalando un trend che potrebbe persistere nel breve periodo, influenzando inevitabilmente anche i prezzi al consumatore finale.
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