Nel 2023 l'export agroalimentare ha segnato un record storico, raggiungendo il valore massimo di 64 miliardi di euro, con una significativa crescita del 6% rispetto all'anno precedente. Questi dati emergono dalla proiezione della Coldiretti, basata sulle informazioni dell'Istat relative ai primi 11 mesi dell'anno. È interessante notare che i prodotti alimentari e le bevande Made in Italy hanno registrato una crescita in controtendenza rispetto alla tendenza generale, mantenendo questo trend anche nel mese di novembre.
Record storico nel 2023 per l'export agroalimentare italiano
Una crescita messa a rischio nel nuovo anno dalle difficoltà alla navigazione provocate dagli attacchi degli Houthi dello Yemen contro le navi nel Mar Rosso con le spedizioni agroalimentari verso l'Asia che valgono 3,8 miliardi di euro. secondo stime della Coldiretti. L'allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, costrette ad evitare il Canale di Suez, a causa dei ripetuti attacchi terroristici, hanno portato ad aumenti vertiginosi del costo dei trasporti marittimi e dei tempi di percorrenza con problemi per i prodotti deperibili come l'ortofrutta. In gioco c'è un mercato verso il quale l'Italia ha esportato oltre 217 milioni di chili di frutta, di cui oltre 182 milioni di chili mele, con principali destinazioni l'Arabia Saudita (oltre 66 milioni di chili di mele), l'India (oltre 51 milioni di chili di mele) e gli Emirati Arabi (oltre 15 milioni di chili di mele), secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat nel 2022.
Più di 1/3 dei prodotti agroalimentari italiani è destinato fuori dai confini comunitari anche se il principale mercato di destinazione resta l'Unione Europea, con Germania, Francia e Stati Uniti che si classificano come i partner di maggior rilievo, sebbene per gli Usa si registri una contrazione delle spedizioni nel 2023. Un record trainato da un'agricoltura nazionale che è la più green d'Europa con la leadership Ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (325), 526 vini Dop/Igp e 5547 prodotti alimentari tradizionali e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. Ma il Belpaese è anche il primo produttore Ue di riso, grano duro e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne.
Il Made in Italy dal campo alla tavola vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Una rete diffusa lungo tutto il territorio che quotidianamente rifornisce i consumatori italiani ai quali i prodotti alimentari non sono mai mancati nonostante pandemia e guerra. «Per sostenere il trend di crescita dell'enogastronomia nazionale serve ora agire sui ritardi strutturali dell'Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra sud e nord del paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo» sottolinea il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare l'importanza di cogliere l'opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale che ogni anno rappresenta per il nostro paese un danno in termini di minor opportunità di export. «Ma è importante lavorare anche sull'internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati valorizzando il ruolo strategico dell'Ice con il sostegno delle ambasciate anche nel contrasto all'italian sounding. L'obiettivo è portare il valore annuale dell'export agroalimentare a 100 miliardi nel 2030».
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