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Ristoratori in appello contro l'ex governo Conte per le restrizioni nel lockdown

I ristoratori italiani hanno annunciato la loro intenzione di ricorrere in appello dopo che il tribunale di Roma ha respinto la loro causa contro l'ex governo Conte riguardante le regole imposte durante i lockdown [...]

 
07 agosto 2023 | 13:04

Ristoratori in appello contro l'ex governo Conte per le restrizioni nel lockdown

I ristoratori italiani hanno annunciato la loro intenzione di ricorrere in appello dopo che il tribunale di Roma ha respinto la loro causa contro l'ex governo Conte riguardante le regole imposte durante i lockdown [...]

07 agosto 2023 | 13:04
 

I ristoratori italiani hanno annunciato la loro intenzione di ricorrere in appello dopo che il tribunale di Roma ha respinto la loro causa contro l'ex governo Conte riguardante le regole imposte durante i lockdown. Il giudice ha giustificato il rigetto affermando che gli indennizzi ricevuti erano stati adeguati e che lo Stato non poteva fare di più data la scarsità di risorse finanziarie. L'azione collettiva, presentata lo scorso febbraio, aveva cercato di ottenere un accertamento del diritto all'equo indennizzo per i danni subiti dai ristoratori a causa delle restrizioni imposte per contenere la pandemia di Covid-19. Tuttavia, la sentenza di rigetto ha suscitato sdegno e delusione tra gli esercenti del settore. Secondo i legali del Foro di Firenze, Gaetano Viciconte e Fabio Cappelletti, che seguono l'azione collettiva, ci sono margini validi per presentare il ricorso in appello.

Lockdown

I ristoratori ricorrono in appello dopo che il tribunale di Roma ha respinto la loro causa contro l'ex governo Conte

«Noi non molliamo. Il giudizio si è concluso con la sentenza di rigetto del giugno scorso, con il giudice che nemmeno ha accolto la consulenza tecnico contabile tesa a valutare la congruità degli indennizzi. Cosa più unica che rara, non siamo però stati condannati a pagare le spese legali. Inoltre, tra i motivi della bocciatura del nostro ricorso è che lo Stato non ha soldi per rimborsarci. Li ha, però, per aumentare gli stipendi dei capigruppo alla Camera. Cosa dovremmo dire, allora, noi ristoratori, ma anche le famiglie, allo stremo per i continui rincari? Quello che abbiamo ricevuto come indennizzo durante i lockdown sono briciole, mediamente il 5 per cento del fatturato annuo, un’inezia rispetto a quelli riconosciuti da altre nazioni europee, come Germania e Inghilterra, dove si è coperto circa l’80% del fatturato» ha commentato la segretaria nazionale di Tni Ristoratori Italia, Cristina Tagliamento. «Per questo vogliamo e attendiamo giustizia. Tutti noi abbiamo rispettato la legge e ci siamo adeguati ai provvedimenti, ma attendevamo che lo Stato facesse lo stesso e riconoscesse in noi l’esempio di sana e corretta imprenditoria che però adesso rischia di scomparire. Siamo centinaia di aziende di tutta Italia e uniti continueremo questa battaglia».

«Il rigetto - hanno spiegato gli avvocati Gaetano Viciconte e Fabio Cappelletti, del Foro di Firenze, che seguono l’azione collettiva, presentata il 22 febbraio 2021 per chiedere un accertamento del diritto all’ottenimento di equo indennizzo, tenendo conto della riduzione del fatturato, dei costi variabili e fissi, del danno da perdita di clientela e da perdita del valore aziendale nel suo complesso - è basato sostanzialmente sul fatto che, secondo il giudice di prime cure, non sono sindacabili nel merito le 'scelte politiche’ volte alla quantificazione dell’indennizzo le quali, peraltro, hanno, sempre secondo il Tribunale, comportato per lo Stato l’esborso di somme al limite della propria capacità finanziaria». «Non condividiamo le conclusioni a  cui perviene il giudice di primo grado perché - sottolineano - il sacrificio richiesto ai ristoratori non è stato equamente indennizzato».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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