La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, di nuovo finita nel mirino a seguito dell'inchiesta di Report sulla gestione delle sue aziende, è pronta per parlare in parlamento, mercoledì 5 luglio. E al microfono di Giuliano Guida Bardi su Giornale Radio, la ministra sottolinea che «Non ho alcun tipo di imbarazzo per l'inchiesta di Report. Mercoledì prossimo andrò in Senato a rispondere tranquillamente a tutto. Lo farò non perché me l'hanno chiesto ma perché voglio difendere il mio onore, la mia storia imprenditoriale. Quindi ci vado molto volentieri. Ma quali accuse pesanti... Sono contenta di andare e dire tutto quello che devo dire. Se ne inventeranno altre? Risponderò a tutto senza alcun tipo di problema - ha aggiunto - mettendoci la faccia come ho sempre fatto da 23 anni che faccio politica».
La ministra del Turismo, Daniela Santanchè
Dovrebbe arrivare in autunno e comunque dopo la decisione dell'Agenzia delle Entrate sulla richiesta di transazione avanzata da Visibilia srl in liquidazione e dei Tribunale sul capitolo fallimentare, la chiusura delle indagini sul gruppo fondato da Daniela Santanchè e in cui la ministra del Turismo e senatrice di Fdi, è tra gli indagati per bancarotta e falso in bilancio. La risposta del fisco alla proposta avanzata di saldare il debito di un milione e 200 mila euro, in pratica spalmato in 10 anni, potrebbe essere una sorta di spartiacque con ricadute sul profilo fallimentare e penale. Si chiuderebbe la posizione di Visibilia srl in liquidazione con la revoca da parte della Procura dell'istanza di fallimento come è già accaduto per Visibilia Editore e Visibilia Holding. Rimarrebbe aperta la posizione solo di Visibilia Concessionaria oggetto, come si legge in una memoria difensiva, di "rilevanti interventi posti in essere tempestivamente dalla Società e dai suoi Soci" in base ai quali "i rilievi contenuti nel ricorso per la dichiarazione di apertura della liquidazione giudiziale presentata dal Pubblico Ministero sono da considerarsi superati". Nel caso in cui la situazione venisse in qualche modo sistemata, cadrebbe per legge l'accusa di bancarotta.
Rimarrebbe solo il falso in bilancio, accusa per la quale dopo la conclusione dell'indagine, salvo ripensamenti dei pm e indagini difensive solide, si profila per la ministra - nonostante nel 2022 non abbia più incarichi e le quote di maggioranza - e i suoi coindagati una richiesta di processo. A sostengo delle irregolarità "estremamente significative" nei bilanci del gruppo ai tempi in cui l'imprenditrice Santanchè era alla guida, è il quadro offerto da due consulenze disposte dai pubblici ministeri. Nelle relazioni si parla di "situazione paradossale" e deficit "occultato" e si descrivono operazioni che secondo Nicola Pecchiari, commercialista e docente della Bocconi, avrebbero "ritardato l'emersione di un dissesto patrimoniale" testimoniato, per esempio, dal fatto che in Visibilia S.r.l. in liquidazione "il patrimonio netto rettificato assume un valore negativo per oltre 5,4 milioni di euro già al 31 dicembre 2014 e che tale aggregato peggiora nel periodo sino ad assumere al 31 dicembre 2018 un valore negativo per oltre 8,2 milioni di euro". Nella relazione del consulente ci sono anche passaggi dedicati alla D1 Partecipazione, con sede in Piazza Duse, in pieno centro di Milano e alla quale nel maggio 2019 Visibilia srl aveva concesso" un finanziamento di 680 mila euro. "Dalla visura camerale" del marzo scorso, "risulta che tale società è partecipata al 10% da Visibilia S.r.l. e per il restante 90% da Daniela Garnero Santanchè a titolo di nuda proprietà e da Alessandro Sallusti a titolo di usufrutto". E poi che la senatrice è stata "Amministratore Unico" fino al "25 novembre 2019 quando è stato nominato Luciano Moggi, attualmente liquidatore della società". Ma ciò che inquirenti e investigatori, vorrebbero capire, è il senso del contratto con cui Visibilia "intende cedere - si legge nell'atto del gennaio 2016 - a titolo oneroso e pro solvendo al Signor Sallusti, che intende acquistarla, una porzione" del credito vantato nei confronti di D1 Partecipazione per 240.000 euro. A Milano ci sono altre due inchieste legate, in qualche modo alla ministra.
Quella, ancora conoscitiva, su Ky Group in cui aveva qualche quota, e quella per aggiotaggio su Negma, il fondo, con base negli Emirati e alle British Virgin Islands, che ha tra le varie socieà in difficoltà, ha finanziato, attraverso la sottoscrizione di un prestito obbligazionario convertibile, Visibilia Editore. Il pm Paolo Filippini, tra l'altro, è in attesa di una relazione di Consob sull'analisi delle operazioni per verificare se ci siano state o meno condotte manipolative per poi eventualmente fare iscrizioni nel registro degli indagati. Dal canto suo la Commissione si è già espressa ufficialmente sui Poc lo scorso 3 maggio e, da ambienti Consob, si è saputo che le recenti operazioni di prestiti obbligazionari convertibili sono all'attenzione dell'organismo di vigilanza in tutti i loro aspetti.
© Riproduzione riservata STAMPA