L'anno 2023 ha visto un'ultima ondata di maltempo caratterizzata da nubifragi, trombe d'aria e allagamenti diffusi in città e campagne, portando il totale degli eventi estremi di quest'anno a una media di quasi 10 al giorno. Questo rappresenta un record per il decennio. Questi dati emergono dall'analisi condotta da Coldiretti utilizzando i dati del database meteorologico europeo Eswd, focalizzandosi sui danni causati da piogge e temporali nelle regioni del Nord e del Centro, dove è stata dichiarata l'allerta meteo. Il 2023 è stato un anno disastroso per l'agricoltura italiana, con danni che hanno superato i 6 miliardi di euro a causa di nubifragi, tornado, bombe d'acqua, grandinate e violenti cambiamenti climatici che sono stati intervallati da ondate di calore africano.
Danni per 6 miliardi di euro all‘agricoltura nel 2023 per il maltempo
È importante notare che il maltempo ha colpito l'Italia in un anno che si colloca al secondo posto tra gli anni più caldi dal 1800, con una temperatura media superiore di 0,82 gradi rispetto alla media storica registrata sin dal 1800, secondo i dati del Isac Cnr. Nei primi nove mesi dell'anno, l'anomalia climatica è stata persino di +1,02 gradi al nord. A causa dei crescenti cambiamenti climatici, quest'anno si è registrato un drastico calo della produzione agricola. Coldiretti segnala una riduzione del 10% nella produzione di grano, del 60% per le ciliegie, e addirittura del 63% per le pere. Il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto all'anno precedente. Si sono verificati cali anche nelle coltivazioni di pomodoro (-12%) e nella vendemmia.
Il repentino cambio di stagione mette ora a rischio le coltivazioni che hanno prolungato la stagione a causa del caldo, tra cui melanzane, peperoni, zucchine e cetrioli. Allo stesso tempo, sono ancora in corso le raccolte del pomodoro da salsa, del mais e del riso, mentre la raccolta delle olive è appena iniziata, ma il centro-nord del paese ha già perso un terzo della produzione. Nei frutteti, si teme per gli agrumi, come arance e mandarini, così come per mele e pere, che sono in piena fase di raccolta, e per le produzioni di cachi e kiwi, dove una grandinata può devastare il lavoro di un intero anno.
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