Il 2023 è l'anno del cibo, ma 2,3 miliardi di persone soffrono la fame

02 gennaio 2023 | 18:02

Per sottolineare l'estrema urgenza di ripensare al modo in cui il cibo viene prodotto, distribuito e consumato, la Woir, l'Organizzazione Mondiale per le Relazioni Internazionali fondata nel 1978 allo scopo di preservare la pace e l'armonia nel mondo, proclama il 2023 "Woir International Year of Food".

Ogni anno si spreca il 36% del cibo prodotto a livello globale per il consumo umano. Nei Paesi più industrializzati, come l'Italia, si tratta per il 78% di alimenti gettati via dai consumatori e per il 22% di scarti del processo di produzione e di trasporto. «Si tratta di una questione etica, ma lo sperpero di cibo - sottolinea la World Organization for International Relations - porta anche ad un ingente danno economico e ad un irreparabile danno ambientale che innesca un effetto-domino capace di produrre carestie ed eventi climatici estremi». 

Secondo i dati emersi dal rapporto congiunto della Fao, Ifad, Unicef, Wfp e Who «nonostante gli sforzi, 2,3 miliardi di persone vanno a letto quasi sempre a stomaco vuoto (insicurezza alimentare moderata o grave) e tra loro 150 milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare acuta», sottolinea il presidente e segretario generale della Woir, Alejandro Gastón Jantus Lordi de Sobremonte.

L'antenna italiana della Woir, basandosi sui dati della Commissione Europea, ha poi calcolato lo spreco in Europa. Il primato negativo, purtroppo, spetta proprio all'Italia, con 272 milioni di tonnellate di cibo buttato negli ultimi 20 anni. A livello globale, lo spreco alimentare è responsabile di 5 miliardi di tonnellate di gas serra emessi in atmosfera e di un consumo di acqua pari a circa 200 miliardi di metri cubi.

«Ridurre le perdite e gli sprechi alimentari è essenziale perché ogni anno si sprecano 1,5 miliardi di tonnellate di generi alimentari con un costo di circa 900 miliardi di dollari per l'economia globale», conclude Viola Lala della Woir. 

 

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Alberto Lupini


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