Non è ancora la parola "fine" ma una svolta importante. AirBnb, azienda che opera nel settore degli affitti brevi, ha versato 70mila euro di tasse di soggiorno al Comune di Roma, ammettendo un errore nei calcoli sui precedenti versamenti.
Il rapporto tra l'azienda e il Campidoglio è regolato da una convenzione firmata due anni fa e che è stata la pietra dello scandalo. Il documento prevede infatti che, oltre alla tassa di soggiorno, AirBnb debba fornire anche il numero di presenze e pernottamenti, cosa che non ha però mai fatto.
L'assessore al Turismo capitolino Alessandro Onorato, accortosi dell'ammanco, a dicembre dello scorso anno è andato all'attacco, chiedendo ad AirBnb di provvedere. Non ottenendo risposta, il 31 dicembre ha presentato un esposto alla Corte dei Conti. Ora la svolta, con il versamento di 70mila euro. Spetterà però agli Uffici verificare se la cifra è adeguata.
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