I parchi a tema tornano ai livelli del 2019, anno in cui il comparto ha ospitato 20 milioni di visitatori, fatturava 450 milioni di euro di sola biglietteria, generando un indotto di un miliardo con i servizi interni, come la ristorazione e il merchandising, e di due miliardi considerando centri commerciali, hotel e altri servizi di prossimità.
A dirlo è Maurizio Crisanti, segretario generale dell’Associazione parchi permanenti italiani aderente a Confindustria, che ha spiegato a Il Sole 24 Ore: «È ancora presto per un bilancio definitivo ma, considerato l’ottimo andamento dei parchi acquatici e i dati ad oggi disponibili per le altre categorie di parchi, possiamo ritenere che il 2022 sarà comunque in linea con livelli del 2019».
«Naturalmente - ha aggiunto Crisanti - se i valori assoluti sono quasi tornati ai livelli pre-Covid, le imprese del settore, in particolare quelle più piccole che non hanno alle spalle i capitali dei fondi di investimento stranieri, sono ancora profondamente indebolite dalle perdite subite durante il biennio pandemico, comprese tra il 50% e il 75% del fatturato, a cui si sono sommati gli effetti derivanti dall'inflazione e dai rincari dei costi energetici e di tutti gli altri fattori di produzione».
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