Giugno e luglio rappresentano, a livello di consumi, il ritorno alla sostanziale normalità. Grazie alla spinta della campagna vaccinale e sebbene la diffusione della variante Delta preoccupi tutti gli italiani per eventuali recrudescenze del virus, la ripresa prosegue a gonfie vele: +7,7% sull'indice Icc (Indicatori consumi Confcommercio). Tanto che anche eventuali limitazioni alla mobilità internazionale e interna non comprometterebberp il recupero avviato da fine aprile in poi. Piuttosto, rischierebbero di concentrarsi su quei settori che già hanno dovuto pagare un prezzo altissimo come il turismo e la ristorazione.
A livello macroeconomico, Il Pil, dopo la battuta d’arresto registrata a giugno in termini congiunturali e al netto dei fattori stagionali, dovrebbe essere tornato a crescere nel mese di luglio (+0,9%). Nel confronto annuo la variazione si attesterebbe al +6,5%; dato che consolida le prospettive di una crescita prossima, se non superiore, al 5% per il 2021. Nell’ultimo mese, le previsioni riguardanti l’attività economica in Italia nel 2021, da parte degli istituti nazionali e internazionali, sono state corrette al rialzo di circa mezzo punto percentuale (dal 4,6%-4,7% al 5,1% e oltre), in risposta al manifestarsi di una ripresa più vivace delle attese. Sembra, inoltre, esserci un solido consenso sulla circostanza che nel 2021 lo scarto tra crescita del Pil e crescita dei consumi sarà tra un punto e un punto e mezzo percentuale, a favore della prima. Pertanto, sarebbero gli investimenti a fornire la spinta al prodotto lordo. Le valutazioni prevalenti tra gli esperti tendono a considerare marginali i rischi inflazionistici, a motivo di una supposta transitorietà degli impulsi che oggi si osservano sui corsi delle materie prime petrolifere e non. Nel frattempo, sotto la pressione degli aumenti degli energetici, l’inflazione al consumo è stimata tornare a luglio al 2,0%, valore che non si registrava da inizio 2013.
Il ritorno a una sorta di normalità con la riapertura della quasi totalità degli esercizi, pur permanendo ancora vincoli alla mobilità internazionale e allo svolgimento di alcune attività, ha determinato a giugno 2021 un incremento, su base annua, dell’Icc. Il dato evidenzia un rallentamento rispetto ai due mesi precedenti, anche a causa del confronto con un periodo in cui nello scorso anno il Paese era quasi completamente attivo. In linea con quanto già rilevato ad aprile e maggio il recupero risulta più accentuato per la componente relativa ai servizi, segmento nel quale in molti casi l’attività continua ad attestarsi su livelli molto distanti da quelli registrati prima della pandemia. Va anche sottolineato come in termini destagionalizzati la situazione appaia meno favorevole, con un calo dell’Icc, rispetto a maggio, del -4,9%, a segnalare come la strada per il ritorno a volumi di consumo “normali” sia ancora lunga.
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo si stima per il mese di luglio 2021 un aumento dello 0,5% in termini congiunturali e del 2,0% su base annua, valore che non si raggiungeva dall’inizio del 2013. A determinare la brusca accelerazione è principalmente la componente energetica, regolamentata e non. La tendenza al rialzo, comune a molti Paesi, non dovrebbe esaurirsi nel brevissimo periodo visto il persistere di tensioni sulle materie prime e le difficoltà che si registrano nella logistica marittima.
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