L'olio dell'antica Pompei, che è stato riscoperto dopo oltre duemila anni, è stato finalmente stappato e presentato in occasione del sostegno alla candidatura della cucina italiana come patrimonio dell'Unesco. L'extravergine di oliva rappresenta un elemento essenziale della cucina italiana e svolge un ruolo fondamentale nella candidatura. Nel suggestivo scenario del Porticato della Palestra Grande, è stata allestita una grande tavola per l'atteso assaggio dell'olio di Pompei, che rappresenta la prima produzione a tornare nel piatto dai tempi lontani del 79 a.C., anno della distruzione della città romana.
![L'olio di Pompei Torna dopo migliaia di anni l'olio di Pompei: sosterrà la candidatura all'Unesco](/images/contenutiarticoli/olio_pompei.jpg)
L'olio di Pompei
Gli agricoltori della Coldiretti hanno portato con orgoglio anche gli oli provenienti dal territorio circostante, che possono essere considerati i discendenti diretti del capostipite pompeiano. Il ritorno dell'olio di Pompei sulle tavole è stato possibile grazie al prezioso lavoro svolto da Coldiretti e Unaprol, in collaborazione con il Parco Archeologico, nel recupero e nella valorizzazione degli antichi uliveti presenti tra le rovine dell'antica città romana. Ora, circa trecentocinquanta alberi di diversa epoca di impianto sono tornati a produrre pregiato olio extravergine, con la raccolta delle ulive che hanno dato vita all'olio chiamato "Pumpaiia", in onore dell'antichissimo nome della città.
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