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Tra eleganza, arte e prodotti tipici portiamo a tavola lo stile italiano

Al “Premio Italia a Tavola”, a Firenze, la tavola, intesa non solo come mise en place, è diventata metafora di un modello di promozione per costituire una rete tra le eccellenze del made in Italy

di Monica Di Pillo
 
08 aprile 2016 | 09:52

Tra eleganza, arte e prodotti tipici portiamo a tavola lo stile italiano

Al “Premio Italia a Tavola”, a Firenze, la tavola, intesa non solo come mise en place, è diventata metafora di un modello di promozione per costituire una rete tra le eccellenze del made in Italy

di Monica Di Pillo
08 aprile 2016 | 09:52
 

La tavola è da sempre emblema di unione e simbolo di aggregazione sociale, oltre che culturale. Attraverso la tavola passano amori, affetti familiari, si suggellano amicizie e si concludono affari. Quella tavola che mette tutti d'accordo diventa durante il Premio Italia a Tavola, a Firenze, la metafora ideale per dare vita ad una rete delle eccellenze e dei punti di forza made in Italy. Ripartire dalla tavola vuol dire condividere e creare, attraverso la costituzione di una rete, un unico modello per rafforzare l'immagine dell'Italia.


Una tavola lunga 100 anni
Ospiti di Anna Lapini

Ed è per questo che la tavola ha impreziosito le suggestive location fiorentine e ha scandito i diversi momenti di questa edizione del Premio Italia a Tavola, l’evento organizzato da Italia a Tavola, Fipe, Confcommercio ed Ebtt, per valorizzare il settore dell’enogastronomia, dell’accoglienza e dell’agroalimentare, unito alla cultura, all’arte, all’ambiente, al turismo e a tutte le eccellenze del made in Italy.

Non stupisce, come, nell'ottica di ripartire dal concetto di tavola metafora di aggregazione, sia stata proprio una sontuosa ed imponente tavola ad impreziosire l'allestimento di Palazzo Vecchio, in occasione del talk show “L’ospitalità e lo stile italiano motori del turismo e della filiera agroalimentare”, moderato dal direttore del Tg2 Marcello Masi, con ospite d’onore il Ministro Dario Franceschini. Spiccava quella lunga e ricca tavola, interamente dedicata al '900, in mezzo alla platea che ha affollato sabato mattina il suggestivo Salone dei Cinquecento. Audace ed emblematico l'utilizzo della grande tavola lunga 100 anni, che ha sicuramente conferito appeal alla scenografica location, ma ha rimarcato l'importanza di mettere in tavola i must del Belpaese.


Una tavola lunga 100 anni
Ospiti di Anna Lapini



«Portiamo a tavola - ha infatti rimarcato Alberto Lupini, direttore di Italia a Tavola e ideatore del prestigioso Premio -, le “a” che contraddistinguono l'Italian style: agroalimentare, abiti, ambiente, arte, accoglienza, arredamento. Là dove, con il termine portare in tavola, si intende proprio coniugare, mettere in rete, individuare una strategia comune, per esportare l'immagine dell'italian style nel migliore dei modi».

La tavola che ha catturato l'attenzione degli ospiti presenti nel Salone dei Cinquecento, ripercorre 100 anni di mise en place, ed è interamente dedicata al '900.

«Si spazia - illustra Anna Lapini, presidente Confcommercio Toscana e curatrice della mostra con Anna Maria Tossani - dai piatti e dai cristalli Baccarat del primo '900, fino a quelli più recenti delle collezioni Richard Ginori di fine anni '80 e quelli griffati Versace degli anni '90, passando attraverso le porcellane di Limoges degli anni '30 e quelle inglesi degli anni '60. Quando parliamo di tavola, intendiamo accoglienza a 360 gradi, di qui il ruolo chiave anche di lampadari e vasi, come quelli in terracotta smaltata di Marcello Fantoni, emblema dell'oggettistica del XX secolo».


Una tavola lunga 100 anni
Ospiti di Anna Lapini

Richiama invece il tema della condivisione degli ingredienti che si portano a tavola, in cui il pane svolge un ruolo chiave, la tavola allestita al Mercato Centrale nell’ambito di “Pane e Olio, l’anteprima”, il dibattito dedicato alla centralità di pane e olio nella nostra cultura nazionale, con un focus sulla qualità e sul valore dei due alimenti principi della nostra tavola. Una tavola arricchita da diverse tipologie di pane, a segnare la ricchezza del territorio italiano, fonte di risorse di alta qualità.



Il pane ritorna nella sontuosa la tavola di Palazzo Borghese, allestita in occasione della cena di gala, che presenta il prodotto in tutte le sue declinazioni, da quello con il grano gentil Rosso fino a quello con il grano Saragolla, passando per il grano duro Timilia, il Saraceno della Valtellina, il Verna, il Senatore Cappelli, accanto al pane di segale e a quello fatto con il farro della Garfagnana.

Il pane nella tavola di Palazzo Borghese incarna non solo uno degli alimenti base, ma, in una più ampia accezione, anche il simbolo della filiera agroalimentare italiana, che svolge un ruolo di vitale importanza per aggregare tutti gli altri ingredienti, punti di forza della nostra penisola: moda, design, arte, ambiente e turismo.



A celebrare il valore artistico dell'accoglienza, la mostra "Appunti di Stile dell'Italia a Tavola: viaggio nella storia dell'arte di ricevere", allestita presso il Museo Stefano Bardini, fino al 30 maggio, inaugurata domenica al Museo Bardini di Firenze, curata da Anna Lapini e Anna Maria Tossani. Nella sua parte più storica, la mostra dispiega alcune apparecchiature di famiglie nobili e famose della Toscana, piatti di finissima porcellana, bicchieri di cristallo, posate d'argento e tovaglie impreziosite da tomboli, pizzi e ricami, pensate per celebrare un momento particolare della vita familiare: dalla cena di fine vendemmia nella villa aretina del conte Conte Borghini Baldovinetti de Bacci all’anniversario di nozze celebrato con le figlie in casa di Luigi e Francesca Bellini, dal pranzo di primavera nel castello dei Conti Ascanio e Letizia Guidi Calvi di Bergolo a quello in campagna dai Baroni Francesco e Donatella de' Peverelli, in città con i Principi Filippo e Giorgiana Corsini o nella villa Graziani ospiti della Contessa Maria Luisa Mels Colloredo Graziani a Vada.


L'eleganza, la bellezza, la ricchezza di una grande amicizia 
Ospiti di Annie Féolde con la creatività di Stefano Ricci


In mostra inoltre il servito da tè del Settecento della marchesa Francesca Albergotti di Arezzo e lo splendido set di piatti decorati in oro zecchino, creati dal designer di moda Stefano Ricci in esclusiva per Annie Feolde dell’Enoteca Pinchiorri. Infine, per la prima volta, sono esposte le posate di proprietà del Museo Bardini: cucchiaio, forchetta e coltello in cristallo di rocca e bronzo dorato di manifattura fiorentina dei primi del XVII secolo. Autentiche opere d'arte, scampate al logorio del tempo, testimoni di un patrimonio culturale e di una consolidata tradizione dell'ospitalità da tutelare.


Una tavola lunga 100 anni
Ospiti di Anna Lapini

Nel complesso, uno scintillio di oggetti preziosi che ben si sposa con le opere d’arte contenute nel museo Bardini e illustra con piacevole levità la storia dell’arte di ricevere, tra porcellane finissime e maioliche decorate, cristalli, vetri lavorati a mano e decorati d’oro, tovaglie di lino, centri tavola in bronzo, candelieri d’oro, posate e caraffe d’argento. Ma anche oggetti in acciaio e legno di design modernissimo a testimoniare i cambiamenti di moda e di gusto.

La mostra si può visitare anche su smatphone e tablet, grazie alla brochure di presentazione che si può scaricare dalla App Italia a Tavola (per Apple e Android) o sfogliare tramite ISSUU, oppure utilizzando i QR Code riportati di seguito:


© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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