Quarantena ridotta per chi ha già ricevuto la dose booster in caso di contatto con un positivo. Sarebbe questo il nuovo fronte della lotta alla pandemia a cui sta pensando il governo italiano. Dopo la stretta di Natale inaugurata con il decreto legge della Vigilia, si prospetta una nuova decisione che spinge sempre più le misure anti-Covid verso una differenziazione di trattamento fra chi è vaccinato e chi no.
Quarantena ridotta per i vaccinati con il richiamo? Il Governo ci sta pensando
Verso la riduzione dei 7 giorni di quarantena? Si attendono più dati
Attualmente, la quarantena per un vaccinato venuto in contatto con un positivo è di 7 giorni. Ma sulla riduzione di queste tempistiche si sta costruendo un consenso trasversale. L’idea, infatti, è quella di non bloccare il Paese e, nel frattempo, continuare a metterlo in sicurezza. Su questo il Governo ci sta già lavorando: «La riflessione sul numero di persone in quarantena l’abbiamo fatta questa mattina col ministro Roberto Speranza. Gli scienziati stanno studiando la soluzione con l’Istituto superiore di sanità», ha confermato il generale Francesco Figliuolo, commissario straordinario per la lotta al Covid. Qualche indizio in più l’ha dato il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: «È necessaria una revisione delle regole della quarantena ma non è questo il momento. Credo che sia auspicabile ma probabilmente tra 10 o 15 giorni da oggi. La riduzione della quarantena si deve basare su dati scientifici precisi, aspettiamo il Comitato tecnico scientifico».
Le Regioni sono d'accordo
Nel frattempo, a spingere per una revisione delle tempistiche, è la politica; soprattutto da quei territori più colpiti dalla quarta ondata che a fronte di un picco di contagi è sotto controllo grazie ai vaccini. «Condivido la riflessione che vada rivista la quarantena per i vaccinati. Massima sicurezza senza bloccare il Paese», ha scritto il governatore del Friuli-Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. Dello stesso parere anche Luca Zaia, governatore del Veneto: «È ragionevole cominciare a fare una riflessione sulla quarantena per il vaccinato: va rivista». Tutto questo per stringere ancora l’area grigia intorno ai no-vax e permettere a chi segue le indicazioni scientifiche e le raccomandazioni dello Stato di vivere una vita più normale.
Matteo Bassetti: «Dovremo cominciare a ragionare come con un'influenza»
Un messaggio ricapitolato da Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettivi all’Ospedale San Martino di Genova: «Il Natale 2021 è completamente diverso dal Natale 2020: non possiamo continuare a mettere in atto le stesse misure di un anno fa, quando nessuno era vaccinato. La quarantena andrebbe riservata solo ai positivi, non ha senso chiudere in casa anche i famigliari e i contatti stretti se sono in salute. Per non parlare dell’isteria da tamponi: i vaccinati dovrebbero farselo solo se hanno sintomi». L’esempio che porta Bassetti è quello dell’influenza stagionale: «Chi è malato sta a casa, ma i suoi famigliari, se asintomatici, conducono una vita normale. Dovremmo cominciare a ragionare in questi termini».
Nino Cartabellotta: «Impossibile mandare milioni di persone in quarantena»
Su posizioni simili anche Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe: «Ogni positivo - ha detto a Radio Cusano Campus - può aver avuto, di media, dai 5 ai 10 contatti. Se dovessimo avere un milione di positivi vuol dire che potrebbero esserci dai 5 ai 10 milioni di contatti da mandare in quarantena e questo non è possibile. Chi ha fatto il vaccino con la terza dose è più difficile si contagi e quindi bisognerebbe rivedere le regole per questa categoria. La persona vaccinata anche con terza dose deve vedere la sua quarantena ridotta».