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Google Maps contro il coronavirus Lombardia, altro che la tua app!

Mountain View si mette a disposizione per tracciare gli spostamenti fuori casa e fornire i dati agli esperti per studiare la situazione. Una risposta facile e avanzata all'idea poco affidabile della Regione.

 
03 aprile 2020 | 11:05

Google Maps contro il coronavirus Lombardia, altro che la tua app!

Mountain View si mette a disposizione per tracciare gli spostamenti fuori casa e fornire i dati agli esperti per studiare la situazione. Una risposta facile e avanzata all'idea poco affidabile della Regione.

03 aprile 2020 | 11:05
 

In tempi in cui la tecnologia informatica sta sfoggiando tutto il proprio potenziale, Regione Lombardia ha scelto di riciclare una app sviluppata tre mesi fa per i rischi idrogeologici per adattarla al contenimento del contagio da coronavirus. Si chiama AllertaLom e avevamo già avuto modo di presentarla nei giorni scorsi; il principio è quello di chiedere ai cittadini di informare costantemente gli esperti circa il proprio stato di salute. Una fiducia nel ruolo di cittadinanza attiva apprezzabile, ma forse troppo debole in questo periodo. Un po' come l'avere mandato in prima linea medici e infermieri senza le mascherine... 

Google per il tracciamento dei contagi

Tanto si è discusso sulla possibilità di tracciare le persone per monitorare spostamenti rischiosi, ma di certo non si può risolvere la questione con un’app che non è né carne né pesce. Esiste, piuttosto, quello strumento diventato “sacro” che è Google il quale non dovrebbe muovere un dito per fornire dati esatti sugli spostamenti delle persone tracciando anonimamente gli smartphone.

Non sarebbe nulla di diverso da ciò che avviene con Google Maps quando su un itinerario personalizzato vediamo il traffico in tempo reale. Google sta utilizzando la stessa tecnologia per capire quanto e come ci stiamo muovendo durante l'epidemia di coronavirus. Le informazioni estratte saranno contenute nel “Report sulla mobilità delle comunità durante Covid-19”. «Le autorità sanitarie - fa sapere Google in una nota - ci hanno detto che questo tipo di dati potrebbe essere utile per prendere decisioni critiche».

Un monitoraggio verosimile che aiuterà gli esperti davvero a capire quanta gente scenderà per strada, e dove, e come si comporterà. Le informazioni mostrano quindi come si sono modificate le abitudini nel tempo e nelle diverse aree geografiche (per 131 Paesi e alcune regioni più specifiche), in relazione a una serie di luoghi riuniti in categorie come “negozi e attività ricreative”, “generi alimentari e farmacie”, “parchi”, “stazioni di trasporto pubblico”, “luoghi di lavoro” e “abitazioni”.

I dati, spiega Google, «potrebbero aiutare a comprendere come sono cambiati gli spostamenti essenziali, e in questo modo suggerire raccomandazioni sugli orari di apertura dei negozi oppure su servizi di consegna a domicilio».

E la famigerata privacy che fine fa? Problema che ci si pone ma solo per “capriccio” perché Google - come detto - utilizza questi metodi già da tempo. Mountain View conferma di usare “la stessa tecnologia” di altri servizi. Come nel caso dei ristoranti più o meno affollati, i dati sono “aggregati e anonimizzati”. Vuol dire che un utente risulta essere seduto a quel tavolo in quella precisa ora, ma che non verrà rivelata la sua identità: “Non verrà resa disponibile alcuna informazione personale identificabile”. Neppure il percorso che ha compiuto. Questo, almeno, secondo le dichiarazioni ufficali e finchè, coronavirus permettendo, continuerà ad esistere un sistema con regole di democrazia come siamo stati abituati a conoscere. 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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