Viaggio tra i borghi d'Italia: Termoli, città dalle due anime
Il borgo più noto della costa del Molise è caratterizzato dai colori di una natura ancora incontaminata, acque cristalline, strutture ricettive confortevoli, tesori d’arte e piccoli capolavori dell’uomo
16 maggio 2021 | 10:30
di Tiziano Argazzi
Quest’anno qui arriva anche il Giro d’Italia: il 14 maggio è previsto l’arrivo della settima tappa Notaresco Termoli. Inoltre da una ventina d’anni sul territorio sventola la Bandiera Blu per la purezza dell’acqua del mare e la bellezza delle sue spiagge e la Bandiera Verde per gli arenili a misura di bambino.
In tanti la conoscono come il porto più comodo ed attrezzato per raggiungere, in motonave o aliscafo, le vicine Isole Tremiti,un arcipelago composto da cinque piccole isole, solo due abitate, circondate da un mare che si accende di mille colori quando è baciato dai raggi del sole.
La Greenwich italiana
Termoli è anche punto di incrocio tra un parallelo (il 42° Nord) ed un meridiano (il 15° Est). Quest'ultimo è il centrale del fuso orario che determina l'ora nell’Europa centro-occidentale (chiamata infatti l'ora di Termoli). Il meridiano è denominato Termoli-Etna e questo fa della cittadina adriatica una sorta di “Greenwich italiana”. L’incrocio tra le due linee immaginarie avviene sulla spiaggia di Rio Vivo e più precisamente nelle vicinanze della Marina di San Pietro, la più bella del litorale termolese. Nel punto esatto di intersezione, è stato eretto un monumento denominato “Il Sogno”.Una perla con una storia millenaria
Non esistono fonti d'archivio che possano documentare, con autorevolezza, le sue origini. Ciò a causa del saccheggio ad opera degli invasori turchi nel 1566. Per tale ragione la nascita, la storia e l’arte del borgo marinaro si mescolano con il ricordo di molteplici etnie e la leggenda spesso ricama sulle pochissime notizie storiche giunte fino ai nostri giorni. Non c’è neppure certezza sull’origine del nome che alcuni riconoscono di matrice latina ed altri di derivazione greca. Altri ritengono che sia la continuazione dell’antica città chiamata Buca, porto romano della Frentania.Una cosa però è certa. Oggi Termoli è una cittadina dinamica, in continuo sviluppo e caratterizzata da due anime: una nuova e l’altra antica. La prima più turistica e legata alla vita quotidiana, l’altra storica e testimone di un passato prestigioso con un forziere ricolmo di tesori straordinari, conservati gelosamente. L’anima antica è rappresentata dal Borgo Vecchio, un incanto costruito su un promontorio quasi a picco sull’Adriatico. Si presenta come una cittadella fortificata di impronta medievale caratterizzata da un reticolo di cunicoli che fendono le vecchie case e si addentrano fra esse quasi a ferirle nel loro silenzio centenario.
L’esplorazione delle antiche stradine lastricate è qualcosa di suggestivo e coinvolgente. Percorrendo via Montecastello, la stradina panoramica del Borgo Vecchio, si può ammirare il mare termolese, il porto, il litorale, la spiaggia di Sant’Antonio e, nelle giornate più limpide, anche l’arcipelago delle Tremiti. Lungo il percorso si incontra anche la rejecélle, il vicolo più stretto d’Italia, largo appena 41 centimetri e lungo 7,88 metri. Ci sono anche tante le piazzette silenziose ed ordinate che si sviluppano attorno alla bella e luminosa Cattedrale di “Santa Maria della Purificazione”, che si erge nel punto più alto del Borgo Vecchio. Uno straordinario monumento di arte romanica costruito da Alfano da Termoli, tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, che ha mantenuto immutato nei secoli il suo splendore, a cominciare dalla bellissima facciata. All’interno sono conservate le reliquie di San Basso, patrono della città e di San Timoteo discepolo di San Paolo.
Il Castello Svevo simbolo della città
Altra tappa imperdibile il Castello Svevo simbolo della cittadina che, con le sue mura imponenti, caratterizza il profilo del Borgo Vecchio. Costruito probabilmente in epoca normanna nel luogo di un preesistente torrione di epoca longobarda, è stato ricostruito dopo il terremoto del 1456 e, successivamente, più volte restaurato. Nel corso di uno degli ultimi interventi conservativi sono state trovate tracce di impianti idraulici, gallerie di servizi ed altri elementi architettonici con funzioni militari che facevano del castello il perno centrale di un efficiente sistema di difesa per l’intera costa molisana.Oggi alcuni dei suoi ambienti sono adibiti a Galleria Comunale d’Arte e usati per convegni e manifestazioni. La parte più alta è invece utilizzata dall’Aeronautica Militare come stazione metereologica. Il 15 agosto di ogni anno, per rievocarne il saccheggio compiuto nel 1566 per mano degli ottomani, guidati dall’ammiraglio Piyale Pascià, si perpetua il suggestivo “Incendio delle mura e del Castello” che illumina di fuochi e colori il Borgo di Vecchio.
Una curiosità: come ogni maniero che “si rispetti” anche quello di Termoli ha il suo fantasma. Si chiama “U mazz’marill” ed è un piccolo folletto dispettoso e burlone. Nessuno lo ha mai visto ma tutti sanno che di notte si aggira, indisturbato, per le case del borgo per dare consigli, per mettere in guardia da un possibile pericolo e, solo raramente, per segnalare l’arrivo di un tesoro. Alle prime luci dell’alba poi si ritira nel suo castello per godersi il “meritato” riposo.
La Città nuova
Termoli, fino al 1847, si è sviluppata solo all’interno delle antiche mura. Dopo tale anno, re Ferdinando II di Borbone, concesse di costruire anche all’esterno delle stesse e, nel contempo, fece tracciare due strade tra loro perpendicolari, Corso Nazionale e Corso Umberto. Questi due fatti segnarono l’inizio della storia recente della cittadina molisana.Scendendo da Corso Nazionale, sulla sinistra si incontra Piazza Sant’Antonio - il vero belvedere di Termoli - con la bella fontana realizzata nel 1949 dallo scultore Renato Beretta. Il salotto della città è però Piazza Vittorio Emanuele. Al centro si trova il Monumento ai Caduti, realizzato dallo scultore molisano Enzo Pucchetti. La piazza è il punto di ritrovo dei termolesi ed al pari di Corso Nazionale, luogo dedicato allo “struscio”.
Su Corso Nazionale si trovano anche tre statue in bronzo di altezza naturale di altrettanti personaggi nativi di Termoli: Gennaro Perrotta, grecista e filosofo, Carlo Cappella, pittore e poeta, e Benito Jacovitti, noto disegnatore e fumettista che ha dato vita a decine e decine di personaggi famosi tra cui Cocco Bill e Cip l'arcipoliziotto ed i celebri Diario Vit, una serie di diari scolastici che ricomprendevano illustrazioni, vignette e storie a fumetti create dallo stesso Jacovitti.
Il Porto e la passeggiata dei Trabucchi
I Trabucchi sono ingegnose macchine per la “pesca a vista” realizzate in legno ed ancorate alla roccia a mezzo di palizzate. Fanno parte della costruzione anche lunghi bracci che sostengono un’enorme rete a maglie strette detta trabocchetto. In passato punteggiavano la costa, dalla spiaggia di Sant’Antonio fino alla foce del Biferno ed oggi, i pochi rimasti, sono da ricomprendere a pieno titolo fra i simboli di Termoli. Per osservarli nella loro intatta bellezza è stata predisposta la “Passeggiata dei trabucchi” che dai piedi del Castello Svevo si snoda lungo la cinta muraria del Borgo Antico fino ad arrivare al Porto.Il Porto è uno dei luoghi più dinamici della cittadina. È attrezzato per pescherecci, navi passeggeri e da diporto ed è l’unico ad essere collegato tutto l’anno con le Tremiti. Adiacente al molo sud, in posizione ottimale e riparata dai venti si trova la darsena turistica “Marina di San Pietro”, nuova e ben attrezzata con bar e ristorante ed in grado di ospitare imbarcazioni da diporto per 300 posti barca.
Il 3 agosto da qui parte la processione a mare in onore del patrono San Basso ed alla fine dello stesso mese nell’area portuale si svolge la tradizionale “Sagra del Pesce”, il goloso appuntamento che attira migliaia di persone anche dalle zone limitrofe e che si conclude con musica e spettacolo pirotecnico. In deroga al fermo biologico della pesca, vengono autorizzati alcuni pescherecci della flottiglia termolese a pescare il pesce che verrà fritto e servito caldo e croccante a turisti e cittadini.
La gastronomia termolese
Il pesce è una delle tante tipicità che impreziosiscono la gastronomia termolese. Aragoste, dentici, orate, spigole triglie e calamari affollano i fondali del mare davanti alle coste termolesi, che data la loro particolare natura, e l’abbondanza di apporto di acque fluviali rendono il pesce di gusto e fragranza senza pari. Il piatto tipico per eccellenza è “u' bredette alla termolese”, pasto serale dei pescatori di ritorno a casa dalle paranze.Altre tipicità sono la Pasta alla chitarra con sugo di seppie e/o calamari, i Sécce (seppie) e pisille (piselli), i Pulepe 'mbregatorie (I polpi "in Purgatorio"), i Pulepe arrecciate cioè polpi con olio di oliva in padella molto adatti come antipasto e le Trejjezzole, triglie piccolissime fritte o in brodetto.
Chi vuole conoscere ed esplorare la bella cittadina molisana può pernottare in una delle tante strutture (hotel, pensioni, B&B, appartamenti, residence e camping) presenti sul territorio. Per sceglierla nel migliore dei modi basta guardare il sito www.termolituristica.com che fornisce anche una serie di utili indicazioni per visitare con calma Termoli e dintorni.
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Alberto Lupini