L’estate italiana del turismo viaggia a gonfie vele: vento in poppa soffiato soprattutto dai turisti italiani e rafforzato dalla ricomparsa massiccia degli stranieri. Dalla Puglia al Veneto, dalla Lombardia alla Toscana fino all’Emilia Romagna la soddisfazione degli albergatori assume toni che non si sentivano da un paio di anni. In molte località le strutture sono sold-out fino a fine mese con il mare che sembra prevalere sulla montagna. Tengono molto bene i laghi, col Garda principe indiscusso, mentre la nota dolente sono le città d’arte, anche se non tutte.
Polignano a Mare
Puglia ancora sul trono
Padrona indiscussa come vocazione turistica e appeal è, ancora una volta la Puglia. Da ormai un ventennio le località del tacco conquistano consensi a 360 gradi basando la propria offerta sullo stile dell’ospitalità e su una cultura enogastronomica con pochi eguali. Fotografa la situazione Francesco Caizzi, presidente di Federalberghi Puglia: «La stagione è andata molto bene - spiega - e ha risentito poco del problema Covid. Addirittura, quest’anno sono tornati anche gli stranieri che l’anno scorso erano mancati; il ripristino del sistema aereo in questo senso ci ha dato una grossa spinta, la nostra regione del resto ha un sistema infrastrutturale molto carente dal punto di vista autostradale e ferroviario. Quanto siano cruciali gli aerei lo abbiamo visto con Wizz Air che ha messo la sua base in Puglia aprendo rotte inedite e portando sulle nostre coste mercati nuovi, come quello polacco e - in generale - proveniente dall’est Europa. Per il resto tanti francesi, tedeschi, olandesi e una percentuale anche di inglesi».
Francesco Caizzi
L’occupazione delle camere ha toccato quota 90%, raggiungendo numeri poco distanti da quelli che si registravano nel 2019. Ora però il timbro definitivo sulla stagione estiva 2021 arriverà da settembre e ottobre: «Sarà una scommessa - spiega Caizzi - perché l’anno scorso con la terza ondata si è fermato tutto in quel periodo, ma quest’anno la speranza è che la campagna vaccinale possa permettere di sfruttare la coda lunga dell’estate: solo a quel punto capiremo come sarà andato il turismo pugliese».
Ma quale è il segreto del successo pugliese e come si è riusciti a rinnovarlo anno dopo anno? «Il percorso è iniziato 20 anni fa - spiega il presidente Caizzi - e negli ultimi anni stiamo raccogliendo tutti i frutti. Sono stati gestiti bene i fondi europei e si è puntato sulla riqualificazione delle strutture ricettive. Gli alberghi quest’anno sono tornati a primeggiare perché la gente ha capito quanto siano sicuri. Un colpo basso, per fortuna, alle strutture abusive che hanno dovuto cedere il passo. Per le strutture extralberghiere regolari invece c’è stato un problema di costi legato al rispetto dei protocolli Covid, nota che ha inciso sui loro fatturati. Continuiamo a lavorare sul bello e sul buono di cui disponiamo, dando possibilità a tanti giovani e a tante donne di trovare lavoro nell’industria del turismo, centrale per la nostra economia».
Disco chiuse, ma l'Emilia-Romagna sorride
Non è da meno anche l’Emilia Romagna, altra regione simbolo dell’ospitalità italiana. I numeri, citati da Gianni Indino, presidente di Confcommercio Rimini, sono emblematici: +180% di presenze a giugno 2021 rispetto a 2020, +70-80% a luglio e dati simili anche ad agosto. «La stagione estiva è all’insegna della ripartenza - spiega Indino - sostenere il contrario significa mentire. Tante sono state le luci in questi mesi con il turismo italiano che ha rappresentato la fetta più importante e quello straniero a rimpolpare dopo un 2020 delicato. Sono tornati i tedeschi in massa, ma anche francesi, svizzeri, olandesi, belgi, polacchi; sono mancati i russi perché Sputnik non è riconosciuto in Europa. La Riviera ha fatto la parte del leone, ma anche le città d’arte e le valli hanno tenuto bene grazie all’anno di Dante che ha portato tanti turisti ad intraprendere percorsi naturalistici e culturali».
Gianni Indino
Accanto alle tante luci, qualche ombra: «Le ombre si concentrano sulla chiusura dei locali da ballo - osserva Indino - che hanno costretto i ragazzi a riunirsi in strada e a creare qualche disagio. E poi gli abusivi che hanno organizzato serate nonostante le regole danneggiando i locali da ballo corretti che invece hanno tenuto chiuso. Noi continuiamo a sperare che il Governo ci assista e contribuisca a risollevare il turismo intero».
Toscana, tengono anche le città d'arte
Un salto di là dagli Appennini ed eccoci in Toscana, terra di mare, di città d’arte, di colline e di montagna. Il bilancio, va detto subito, è positivo. A trainare il settore, il mare con la Versilia che ha per quest’anno sottratto lo scettro alla Costa Azzurra nella contesa di turisti olandesi e francesi un po’ a sorpresa. «Tutte le strutture sono sold out fino a fine agosto - spiega Paolo Corchia, presidente di Federalberghi Toscana - con la costa e l’isola d’Elba su tutte. L’estate è partita bene già a giugno, ci riteniamo soddisfatti dopo una primavera saltata e un 2020 che è stato quel che è stato. Ci auguriamo che a settembre le cose non peggiorino, che il green pass e il vaccino italiano e europeo possano favorirci».
Paolo Corchia
Capitolo a parte meritano le città d’arte: «Abbiamo registrato una piccola ripresa - prosegue Corchia - e questo fa ben sperare per settembre; le città hanno bisogno di una clientela internazionale, soprattutto americana, che inizia solo adesso a farsi vedere, ma non è certo quella dei tempi migliori. Siena e Lucca hanno fatto registrare buoni numeri».
Piccola parentesi per la montagna con gli albergatori dell’Abetone che sta vivendo una buona stagione. Corchia però sottolinea che «gli incassi stanno tamponando i fatturati crollati nel 2020, il recupero vero e proprio deve passare per forza dal Recovery Fund, da investire soprattutto nella riqualificazione degli alberghi».
Venezia in linea col 2020
A proposito di città d’arte una puntata a Venezia aiuta a comprendere come sta questa fetta di mercato. «I dati - spiega Daniele Minotto, vicepresidente dell’Associazione albergatori veneziani - sono in linea con le nostre previsioni e si allineano ad agosto 2020. C’è un’importante presenza di italiani con gli stranieri che iniziano ad arrivare con mezzi proprio. Quanto all’occupazione possiamo dire che nella prima parte di agosto abbiamo raggiunto il 60%, a cavallo Ferragosto e fino a fine mese anche il 70%. È un dato positivo che però deve tenere in considerazione il fatto che non tutti hanno aperto e che le tariffe sono calate notevolmente, per cui i fatturati ne risentiranno. Per il futuro puntiamo sui nostri eventi clou come il Festival del Cinema e il Carnevale: senza altre chiusure nel 2022 i motori torneranno a pieno regime».
Veneto, bene le coste
Il Veneto però si consola con tutte le altre attrazioni di cui gode tra mare, lago e montagna. È Marco Gottardo, presidente di Federalberghi Veneto, a scattare la fotografia: «La costa veneta - spiega - ha dato grande soddisfazione degli operatori, pur avendo dovuto lavorare con le misure del Covid di cui sappiamo che hanno limitato gli aspetti organizzativi e il tasso di occupazione. Questo si attesta all’incirca sul 60% considerando i vari picchi all’insù e in basso. Le terme, il lago e la montagna, viceversa, hanno riscontrato dati non fenomenali, ma comunque superiori alle attese con stranieri che hanno iniziato ad arrivare. Per quanto riguarda la montagna va detto che il vero riscontro lo si avrà in inverno, augurandoci che il turismo stagionale possa ripartire dopo il fermo della scorsa stagione».
Marco Gottardo
Lombardia, vola l'extra lusso
E poi c’è la Lombardia. Laghi e montagne sono da tutto esaurito, ma con una postilla: mentre il lusso e l’extra lusso vanno fortissimo, pagano dazio le strutture più economiche. «Non siamo sui livelli del 2019 - spiega il presidente di Federalberghi Lombardia, Paolo Rossi - ma ci siamo molto vicini. Abbiamo rilevato un ampliamento della forbice tra chi può permettersi una vacanza e chi no, strascico della pandemia. Quanto alle destinazioni il lago di Garda ha confermato la sua vocazione europea con il 90% di clientela composta da tedeschi e mitteleuropei. Quest’anno sono mancati gli inglesi completamente i quali hanno mandato in sofferenza l’area del lago di Como dove sono mancati anche gli americani».
Paolo Rossi
«Grazie ad un turismo di prossimità che ha visto protagonisti ovviamente gli italiani possiamo parlare di un’estate di rilancio; attendiamo di vedere come andrà a settembre, da sempre considerato un mese molto buono e già con prenotazioni in calendario. Dipenderà molto dalla variabile meteo, ma soprattutto da quella Pandemia».