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Tappa ad Arcevia, la perla dei monti con nove castelli

La cittadina è una delle più importanti dell’entroterra anconetano per storia millenaria e monumenti. Si trova a poca distanza dalle Grotte di Frasassi conosciute in tutto il mondo. Ecco cosa vedere e cosa mangiare

 
10 febbraio 2022 | 09:30

Tappa ad Arcevia, la perla dei monti con nove castelli

La cittadina è una delle più importanti dell’entroterra anconetano per storia millenaria e monumenti. Si trova a poca distanza dalle Grotte di Frasassi conosciute in tutto il mondo. Ecco cosa vedere e cosa mangiare

10 febbraio 2022 | 09:30
 

Arcevia, l’antica Rocca Contrada, è un borgo in provincia di Ancona con una storia millenaria da raccontare. Le prime tracce risalgono alla preistoria (come testimoniano i rinvenimenti che vanno dal Paleolitico Superiore al Neolitico) ma è solo dal 12° secolo, con la fusione dei due nuclei fortificati di Rocca de Contrado e Turris Rupta e la conquista dei territori circostanti con l’assoggettamento dei vari castelli, che inizia la storia moderna di questo borgo molto interessante.

La cittadina è una delle più importanti dell’entroterra anconetano Tappa ad Arcevia, la perla dei monti con nove castelli

La cittadina è una delle più importanti dell’entroterra anconetano. Foto: Alberto Fenucci


La perla dei monti

Una cittadina conosciuta anche come “Perla dei monti” grazie alla eccezionale posizione: adagiata su una dolce collina dal nome suggestivo, Monte Cischiano a 535 metri sopra il livello del mare, offre scorci e panorami mozzafiato. Da una parte l’Appenino umbro marchigiano e dall’altra l’intera vallata del fiume Misa, fino all’Adriatico ed a Senigallia con la famosissima Spiaggia di Velluto, che spunta all’orizzonte. Inoltre grazie al clima mite e all’aria particolarmente salubre è un luogo ideale per il soggiorno, in particolare estivo.


Alla scoperta di Arcevia

Tanti i tesori artistici conservati nei suoi musei. Inoltre l’ampio territorio è punteggiato da nove castelli, piccoli borghi fortificati di impianto tre-quattrocentesco, di grande suggestione storico artistica. A questo bisogna aggiungere che una fetta del comprensorio comunale ricade nel Parco Naturale Regionale “Gola della Rossa e di Frasassi” che ricomprende anche le spettacolari Grotte di Frasassi, un monumento naturalistico conosciuto in tutto il mondo.

Lo splendido centro storico Tappa ad Arcevia, la perla dei monti con nove castelli

Lo splendido centro storico. Foto: Alberto Fenucci


Un passato illustre

Appena si arriva la prima cosa che balza agli occhi è la maestosa cinta muraria, ancora oggi percorribile in più punti e testimone di un passato illustre fatto di battaglie ed assedi, vittorie e sconfitte. Costruita fra il 13° ed il 16° secolo rimangono oggi perfettamente integri  alcuni torrioni e quattro delle cinque antiche porte di accesso che inframmezzavano i camminamenti di ronda.


A spasso per il centro storico

Per arrivare nel centro si deve percorrere Corso Mazzini, la via principale che taglia in due la città. Sul corso si affacciano gli edifici più importanti a cominciare dal trecentesco Palazzo Comunale, con la elegante Torre Civica, che svetta dall’alto dei suoi 36 metri su piazza Garibaldi, la “piazza grande” per tutti gli arceviesi. A poche decine di metri si incontra l’antico portale romanico (13° secolo) che introduce al Centro Culturale San Francesco. Ospitato nell’antico complesso conventuale francescano, conserva la bella chiesa (costruita nel 1275 e completamente rifatta a metà del 18° secolo) ed il chiostro rinascimentale. Quest’ultimo, in perfetto stile francescano, rivela in più punti tracce di affreschi che sicuramente nei secoli passati ne decoravano le intere pareti.

Centro Culturale San Francesco Tappa ad Arcevia, la perla dei monti con nove castelli

Centro Culturale San Francesco. Foto: Alberto Fenucci


Dal chiostro si accede al Museo archeologico statale che raccoglie una vasta documentazione, dalla preistoria al periodo romano, del territorio arceviese. Al primo piano c’è l’Archivio Storico con circa 1.800 pergamene, secoli 13°-16°, e la Biblioteca Comunale con l’esposizione permanente delle opere di tre grandi artisti del Novecento che hanno avuto Arcevia come minimo comun denominatore, Quirino Ruggeri, Edgardo Mannucci e Bruno d'Arcevia.  


Tappa d’obbligo alla collegiata di San Medardo. Una chiesa museo, di impianto barocco, costruita nel primo decennio del 13° secolo, che custodisce capolavori di Luca Signorelli (straordinaria la dossale in terracotta invetriata Madonna col Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Gerolamo) ed opere di Giovanni Della Robbia, Gian Battista Salvi e Claudio Ridolfi. Pregevoli gli arredi lignei dei maestri intagliatori Leonardo Scaglia e Francesco Giglioni, che qui operano tra il 1647 e il 1650.

 


Sulla via del ritorno, sempre nel centro storico, merita una visita la Chiesa di Sant’Agata e l’adiacente Teatro Misa, all’interno del Palazzo dei Priori, un piccolo gioiello architettonico, costituito da una bella sala a ferro di cavallo a tre ordini di palchi, riportato all’antico splendore grazie ad un lungo ed attento restauro.


Ultima tappa il giardino dedicato a Giacomo Leopardi, luogo ideale per una full immersion nella natura e respirare aria salubre e profumata. È strutturato su più livelli, con sentieri e viottoli per passeggiate all'insegna del relax.

Giardino dedicato a Giacomo Leopardi Tappa ad Arcevia, la perla dei monti con nove castelli

Giardino dedicato a Giacomo Leopardi. Foto: Alberto Fenucci


I nove castelli di Arcevia

Una delle principali caratteristiche di Arcevia è rappresentata dai suoi nove castelli (Avacelli, Castiglioni, Caudino, Loretello, Montale, Nidastore, Palazzo, Piticchio e San Pietro in Musio). Minuscoli centri abitati di origine medievale, che hanno attraversato indenni vari secoli, per giungere ad oggi in buono stato di conservazione.

Una delle principali caratteristiche di Arcevia è rappresentata dai suoi nove castelli Tappa ad Arcevia, la perla dei monti con nove castelli

Una delle principali caratteristiche di Arcevia è rappresentata dai suoi nove castelli


Il castello più antico è quello di Loretello che risale alla seconda metà dell’11° secolo con il bel ponte di accesso ed il grande torrione circolare quattrocentesco con ancora visibili buona parte delle feritoie. Invece il castello di Piticchio, situato nell’alta valle del Misa, lungo la strada che da Arcevia conduce a Senigallia, è uno dei meglio conservati e suggestivi. Una poderosa cinta di mura quattrocentesche lo circonda e racchiude il centro in un abbraccio difensivo.


La conformazione del paesaggio rende ognuna di tali piccole località particolarmente adatta per passeggiate ed escursioni, anche in mountain bike.


Il Museo del giocattolo e del modellismo

A meno di 100 metri dal castello di Piticchio si incontra Museogiocando. Un piccolo grande museo italiano del giocattolo e del modellismo, singolare, straordinario e stupefacente. Questi sono alcuni degli appellativi che escono spontanei appena se ne varca la porta d’accesso. L’interno, suddiviso in due piani, è ricolmo di oltre 5mila giochi e balocchi scovati in ogni parte del mondo dal proprietario Giovanni Catelli, in oltre quarant’anni di ricerche. Il piano terra è per buona parte occupato dai trenini elettrici, rigorosamente d’epoca e perfettamente funzionanti, che si muovono su sette grandi plastici. Sono tutti a disposizione dei visitatori che si possono divertire a giocare a macchinista e capostazione. Una stanza è dedicata ai giocattoli d’epoca (circa 500) che spaziano dalle marionette, ai soldatini; dagli animali dello zoo, al mondo del circo, fino ai “pull toys” che i bambini di un tempo si tiravano dietro con una corda. Nel seminterrato oltre 3000 modellini illustrano l’evoluzione del trasposto su strada dal 13° secolo ai giorni nostri. C’è anche una grande autopista di slot cars a disposizione dei visitatori che possono provarla.

Il Museogiocando Tappa ad Arcevia, la perla dei monti con nove castelli

Il Museogiocando


Tipicità gastronomiche: una grande varietà

Arcevia è rinomata anche per la gastronomia legata a filo doppio con le tradizioni culinarie marchigiane: dal vino all’olio, dalla carne ai salumi; dalla pasticceria, alla farina per arrivare alla polenta. La cucina è permeata da sapori semplici ed intensi, frutto di un patrimonio gastronomico che si tramanda da generazioni. Ottime le carni di bovino e di agnello, buonissimi salami e cotechini a cui si aggiunge la saporita porchetta in abbinamento con i vini (Verdicchio e Rosso Piceno) di produzione locale.


Tra le tante tipicità si ricordano i “vincisgrassi”, emblema della cucina marchigiana, i “calcioni”, nella tradizionale forma a mezzaluna, la pizza di formaggio, i biscotti di mosto e le ciambelle.


Mais Ottofile di Roccacontrada: la polenta trionfa

Da alcuni anni è stata anche reintrodotta nel territorio arceviese la coltivazione del “Mais Ottofile di Roccacontrada” (l’antico nome di Arcevia), una varietà autoctona di granturco, scomparsa da decenni (a causa dell’arrivo dei moderni ibridi, molto più produttivi ma meno saporiti ed organolettici) e che rischiava di andare definitivamente perduta. Il recupero è stato possibile grazie a Marino Montalbini e alla sua azienda agricola di Magnadorsa, una frazione di Arcevia. Questo granturco, chiamato Ottofile per la disposizione delle cariossidi sulla spiga, è coltivato solo dall’azienda di questo tenace agricoltore. Dal suo “Mays Ottofile di Roccacontrada” - macinato a pietra in uno storico molino ad acqua sul fiume Misa - si ottiene una eccellente farina da cui si ricava una polenta dall'odore delicato, aroma intenso e sapore gradevole, che sta riscuotendo grande successo tra i cultori di antichi sapori. Una polenta, per dirla con le parole del regista Ermanno Olmi, «tra le più gustose e saporite che si possono ancora trovare tra le oramai rare sopravvissute alla devastazione di una modernità male utilizzata».

Prodotti a base di Mais Ottofile di Roccacontrada Tappa ad Arcevia, la perla dei monti con nove castelli

Prodotti a base di Mais Ottofile di Roccacontrada


«Questo prelibato mais - racconta Marino Montalbini, nominato dalla Regione Marche agricoltore custode della biodiversità - viene anche trasformato in fragranti gallette, annoverate in più occasioni, tra le più buone d'Italia. Da qualche tempo io e mia moglie abbiamo allestito un laboratorio dove produciamo le Cresce di Polenta, legate alla grande tradizione della polenta, in passato l'alimentazione base per tantissime famiglie. Chiudo dicendo che la polenta ottenuta dal Mays Ottofile è stata anche “ambasciatrice” di Arcevia e delle Marche in tante manifestazioni nazionali ed internazionali».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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