Pirata Suino: a Roma un allevamento etico e un circolo virtuoso del cibo
Con l’allevamento estensivo ed etico gli animali crescono più lentamente ma in modo sano. L’attività fisica, il consumo di foraggio fresco limita la concentrazione di grassi saturi nelle carni
Talvolta accade che qualcuno affronti con le proprie forze e con un progetto concreto le problematiche di attualità come la sostenibilità del cibo, in questo caso la produzione delle carni, sotto accusa per il danno che gli allevamenti intensivi fanno al pianeta.
Lo ha fatto Filippo Bizzarri, un industriale dell'edilizia che a Via della Pisana, appena alla periferia di Roma, ha realizzato nell'azienda di famiglia di 280 ettari, ereditata dal nonno, un circuito virtuoso in cui sono gli stessi bovini, suini e pecore, allevati allo stato brado, a bonificare un terreno sconvolto da decenni di sfruttamento di cave di sabbia e ghiaia per l'edilizia. Molte sono ormai esaurite, dopo aver contribuito a fornire materiali per il calcestruzzo necessario alla nascita dei nuovi quartieri del nuovo assetto urbanistico metropolitano. Ora per l'iniziativa di Bizzarri e di altri imprenditori interessati al progetto, come Raffaele Cappiello, Giuseppe Fucci e Alessandro Giordani, l'area viene gradualmente bonificata e riconvertita alla bellezza della campagna romana. Sono stati piantumati alberi, impiantata una vigna, coltivati foraggi e orticole. Ma soprattutto l'attività principale è l'allevamento brado di bovini di specie Chianina, Marchigiana e Maremmana, suini di Cinta Senese e ovini, in regime rigorosamente bio.
Che cos'è Pirata Suino: l'allevamento "etico" di Roma
Tutto questo ha un nome bizzarro: "Pirata Suino", ispirato a un veliero di disuso degli anni '60 che, chissà come, dai mari della Norvegia è approdato su un prato, in attesa di restauro, ed ora è inamovibile perchè considerato il portafortuna dell'impresa. Il logo rappresenta un ammiccante maialino nel ruolo di pirata al timone di questo "Veliero del gusto".
Ma il circuito virtuoso non finisce qui: viene gestita anche l'ultima fase della filiera commercializzando le carni aziendali e trasformandole in salumi della tradizione laziale e italiana grazie a provetti maestri dell'arte salumiera. Ecco allora la cinta senese trasformata in salsicce e salami insaccati in budello naturale, i prosciutti, le coppe, le pancette e i guanciali, e le carni di bovini di razza maremmana, marchigiana e chianina in bresaola e altre specialità. Presto arriverà un caseificio e la produzione di vino, in attesa che la vigna impiantata da due anni dia il suo frutto. A disposizione dei visitatori c'è una ben attrezzata area verde con barbecue, panchine in legno e pietra e un grande forno a legna.
I piatti e i vini protagonisti da Pirata Suino
Dal campo alla tavola, il cibo qui viene celebrato nella sua identità più vera da chef che periodicamente vengono invitati a interpretare i prodotti di "Pirata Suino". Tra gli altri sono arrivati Marco Ceccobelli, titolare dell’Agriristorante Il Casaletto a Grotte Santo Stefano di Viterbo e Matteo Maria Ballarini dell’Osteria del Velodromo Vecchio di Roma. E proprio a quest'ultimo, insieme a Carlo Zucchetti, titolare del "Giornale enogastronomico col cappello", è stato affidato il compito di presentare l'iniziativa con una visita alle cave e agli allevamenti, una sorta di emozionante safari fotografico alle porte di Roma.
Conclusione inevitabile una degustazione di salumi e di piatti della romanità in cui i prodotti aziendali hanno fatto la differenza. Ed ecco i crostoni, i Rigatoni all'amatriciana e gli Spaghettoni alla gricia con il guanciale di Cinta Senese, il roast beef di Maremmana, gli Involtini di Chianina, lo Spezzatino di Marchiana con cicoria, le Polpette di bollito e la Coda alla vaccinara. Vini in abbinamento della Cantina Castello di Torre in Pietra, azienda vinicola interamente biologica, presentati dalla sommelier Catia Minghi: Spumante Brut metodo Charmat, il Fiano in purezza Macchia Sacra 2021 e il rosso Roma Rosso Riserva DOC 2019 (Montepulciano, Sangiovese e Syrah).
Con l’allevamento estensivo ed etico subentrato gradualmente all'attività estrattiva, gli animali crescono così più lentamente ma in modo naturale e sano. L’attività fisica, il consumo di foraggio fresco aziendale limita la concentrazione di grassi saturi nelle carni a favore di quelli insaturi. Ben irrorate con basse percentuali lipidiche e al consumo risultano così equilibrate, più sane dal punto di vista nutrizionale e molto più gustose. I mangimi non auto-prodotti devono provenire da una filiera corta, tracciabile e non OGM. Le zone di riposo al chiuso sono confortevoli e pulite, garantendo un adeguato riparo e ventilazione tutto l’anno. Sono privilegiate le cure naturali per la salute degli animali, riducendo al minimo i trattamenti antibiotici ed escludendo, per quanto possibile, gli antiparassitari di origine chimica. Ad oggi sono stati riconvertiti al green oltre 50 ettari e il progetto che ha trovato l'interesse e l'adesione di imprenditori della zona.
Il marchio Pirata Suino comprende le diverse attività: l’azienda agricola biologica Podere Verde, l’allevamento di bovini, suini e ovini, un laboratorio di trasformazione e un punto vendita, la Bottega del Gusto e dei Sapori, un’ex edificio agricolo riadattato.
Pirata Suino
Via della Pisana 1205 - 00163 Roma
Tel 3402186378
© Riproduzione riservata
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini