Mezè: l’autentica cucina libanese arriva a Milano
Il viaggio tra le tavole del mondo firmato da Costanza Zanolini con il progetto Seguilabocca presenta il bistro con le ricette firmate da Maradona Youssef. Piatti in formato assaggio. Un'esperienza da vivere
Mezè porta a Milano l’esperienza conviviale della cucina libanese, fatta di piccoli assaggi da condividere e tradizioni da scoprire. Una nuova recente apertura che segna una tappa in più nel percorso gastronomico del gruppo Seguilabocca fondato dall’imprenditrice Costanza Zanolini che conta ormai diversi format food di successo come Maido, Amuse Bouche e Madre e che, per questo progetto, ha scelto come compagno di avventura il cuoco libanese Maradona Youssef, arrivato in semifinale alla quinta edizione di Masterchef e consulente nel mondo della ristorazione.
Il Libano da nord a sud
La proposta di Mezè miscela la tradizione culinaria delle case libanesi, la cultura dello street food e la mano contemporanea di Youssef portando a tavola un’esperienza che propone, oltre a pietre miliari e ormai internazionali come hummus, babaganoush e falafel, tante specialità regionali ancora poco note attraverso un itinerario gastronomico che percorre il Libano da nord a sud. Da segnalare anche una proposta inedita per Milano: il Saj, pane libanese che ricorda una specie di pita croccante, preparato a vista per gli ospiti con la tradizionale piastra a forma di cupola.
Tradizione con appeal moderno
«Con Mezè – racconta Costanza Zanolini - ho deciso di continuare il viaggio del mio progetto Seguilabocca e compiere lo step successivo, ovvero creare un bistro che parlasse libanese con un appeal moderno, divertente e informale. Un posto dove trascorrere una serata piacevole assaggiando qualcosa di nuovo. Per farlo ho deciso di lavorare con Maradona Youssef, che grazie alle sue radici libanesi unite a uno sguardo cosmopolita si è rivelato l’anima creativa perfetta per impostare la cucina».
In viaggio con gli assaggi
Il menu gioca continuamente sul concetto del viaggio proponendo percorsi degustazione tematici con specialità di diverse aree del Libano, molte delle quali vegetariane e vegane, tutte composte da piatti in formato meze (ovvero assaggi) pensati per essere condivisi con gli altri commensali, come la tradizione del Paese insegna, per consentire agli ospiti di esplorare il patrimonio gastronomico libanese nel suo tripudio di colori e sapori speziati. Il tutto circondati da un ambiente intimo e curato, che gioca sui colori caldi e strizza l’occhio alle sognanti atmosfere mediorientali. Un indirizzo da non perdere per vivere un’insolita esperienza gastronomica in formato sharing.
Mangiare è un atto comunitario
«In Libano mangiare è un atto comunitario – spiega Maradona Youssef - Per noi il momento del pranzo, soprattutto la domenica, è un vero rito: si mangia tutti insieme, si portano a tavola tanti piattini da condividere per assaggiare cose diverse. Mangiare non è mai un atto individuale. La cucina libanese in Italia non è ancora molto conosciuta e ci sono pochi indirizzi dove poter fare un’esperienza gastronomica completa e quanto più autentica. I piatti proposti in menu sono quelli che si mangiano nelle nostre case, interpretati con un approccio moderno. Pensiamo a limone, cipolla e aglio, grandi protagonisti nella cucina libanese, ovviamente non possono mancare nei miei piatti, ma li inserisco con escamotage che rendono i sapori più delicati, ad esempio trasformando questi ingredienti in polveri o lavorandoli con il metodo dell’estrazione per poi creare oli».
Ingredienti da scoprire
Nel menu, accanto ai piatti più famosi, è presente una serie di proposte da scoprire, realizzate con un ampio uso di ingredienti locali, di cui 8 presidio Slow Food: l’acqua di fiori d’arancio, l’acqua di rose, la melassa di melograno e quella di carrube, il kechek o kishk ovvero yogurt di capra e grano fermentato che ricorda la ricotta forte, il freekehgrano verde tostato dall’aroma leggermente affumicato, il grano Salamouni noto anche come bulgur libanese e il sommaco, spezia ottenuta dall’omonimo fiore in grado di regalare note fresche e acidule alle preparazioni.
Tra i piatti simbolo c’è il caratteristico Kebbeh, uno sformato con impasto a base di bulgur, proposto sia in versione vegetariana con zucca, ceci, cumino e menta con glassa al sommaco, che in quella classica con carne, crema di yogurt di capra e grano fermentato. Il Fattouch è invece l’insalata tradizionale arricchita con pane fritto libanese e condita con melassa di melograno e sommacco.
Mezè
Via Pasquale Sottocorno 19 – 20129 Milano
Tel 02 52809202
www.meze-milano.it
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Alberto Lupini
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