La fervida fantasia di Jules Verne, corroborata dalla sua spiccata abilità nell’acquisire le conoscenze necessarie a dare suadente credibilità ai suoi racconti che precorrevano scenari futuri, consentiva ai lettori del mondo, esattamente 150 anni fa (anno 1872) di deliziarsi con la lettura di uno dei suoi romanzi più avvincenti: Il Giro del Mondo in ottanta giorni. Ecco, nel centocinquantesimo anniversario della prima pubblicazione del libro che tutti abbiamo letto, si parva licet, ci si accinge a breve resoconto di viaggio, intitolato così: Il Giro del Golfo in otto giorni. Il Golfo è quello di Napoli: il golfo più bello del mondo.
La bellezza dei Campi Flegrei
Itinerario unico al mondo
Il circuito è in verso antiorario. Si parte dai Campi Flegrei; le tre isole sono altrettante tappe: Procida, Ischia, Capri. Da Capri si ritorna alla terraferma, e che terra, si approda in Penisola Sorrentina. E in contiguità, la fascia vesuviana con la sua area archeologica unica al mondo. E poi il gran finale nella città di Napoli.
Tramonti sui Campi Flegrei
Ci arriviamo in quell’ora pomeridiana che preannuncia un tramonto non proprio imminente, dacché non vogliamo che ci procuri stress il timore di perdercelo. Il sole è già calante e pregusta il suo tuffo nel Mar Tirreno. Ma dove di preciso? Di preciso non si sa. E siccome non si sa, convenzionalmente diciamo che si tuffa all’orizzonte.
Siamo nei Campi Flegrei. Qui il mare e la terra sono due facce di un’unica medaglia e qui non si è mai soli. Ci sono sempre tre figure che con discrezione sono amorevolmente predisposte ad aiutarci nella comprensione dell’area, della sua magia, del suo coesistere di vulcani, di laghetti e del mare, mediante i loro suadenti racconti. Stiamo parlando di Ercole (Eracle per i greci), di Ulisse (Odisseo per i greci) e di Enea, di cui narrò Virgilio.
Agriturismo Lavinum, vini accarezzati dalla brezza marina
Dove cenare e dove dormire è happy problem duplice che si risolve in soluzione unica. Di recente apertura, poliedrico il suo esistere: Agriturismo Lavinum.
Agriturismo Lavinum, arroccato sulla collina di Monte di Procida
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La vista spettacolare dalla piscina
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L'interno accogliente Agriturismo Lavinum
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Relax sotto il portico panoramico
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Arroccato sulla collina di Monte di Procida c’è un antico vigneto di circa due ettari che la laboriosa famiglia Scotto Lavina sapientemente rivitalizza. Le viti sono accarezzate dalla brezza marina. Qui si fanno due tipi di vino: un rosso e un bianco. Il rosso è il caldo e corposo Primitivo. Il bianco è la secca e fresca Falanghina.
E c’è il ristorante che è stato ricavato dall’antico cellaio, ristrutturato rispettando la sua storia plurisecolare. I cellai erano all’origine dei ripari per i coloni che dall’isola di Procida quotidianamente si recavano sulla terraferma. Costruiti in tufo e con volta a botte, erano adibiti a dispense e ricovero per gli attrezzi da lavoro.
Il talentuoso cuoco è Christian Guida. Squisiti i Bucatini con coniglio, pecorino e crumble alle olive. Spiccata competenza nella scelta e nella preparazione delle carni. Eccellente, tra i dessert, il Semifreddo al cioccolato fondente e caramello. Buona e non smaccatamente captive la carta dei vini.
E ci sono quattro camere: Baia, Cuma, Gaveta e Procida. Due da quattro posti e due da due posti. Il panorama è di quelli che a mirarlo, non bastano gli occhi. Insomma, l’articolazione della struttura che sorge intorno al vigneto e che ha la sua componente dinner e la sua componente bed, lascia intendere che siamo in un grazioso e confortevole D&B (dinner & bed). L’esperienza risulterà memorabile.
E se il mattino seguente l’orologio ce lo dimenticassimo in camera? Ah, magari ciò accadesse. Che senso ha l’orologio in questo territorio di mare e di terra, dove il tempo esiste da sempre e da sempre esiste la saggezza dei movimenti lenti?
A Baia per gustare i ricci di mare e il pescato locale
E allora da Monte di Procida, dove si ritornerà per prendere il battello che ci porterà a Procida, ce ne andiamo a Baia. Baia è una frazione di Bacoli. Qui ancora si pratica la piccola pesca. Qui si coltivano, con doverosa attenzione all’igiene, i frutti di mare.
E magari, dopo la sontuosa cena di ieri, ci torna quel piacevolissimo appetito: il desiderio di cose buone. E magari ieri sera a cena è stato il trionfo delle carni ed oggi abbiamo desiderio di pesce.
Un trancio di Dentice affumicato ai legnetti di limone
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Spaghetto ai ricci di mare
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Risotto aglio olio e scampo
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Siamo a Baia e qui Salvatore Di Meo ha il suo ristorante Riccio, dove si servono unicamente piatti di mare. I frutti di mare non ce li perdiamo. E tra essi di certo non ci perdiamo la carrummola (limone di mare) e i cannollicchi. Di esecuzione pressoché perfetta gli spaghetti ai ricci. A governo della brigata di cucina il giovane cuoco Agostino Alboretto, anch’egli, come il patron, bacolese.
Il tonno è una grande passione per il cuoco che lo interpreta come un maiale del mare, nel senso che se ne può utilizzare ogni parte. Detto, fatto! Servita come aperitivo, la pizza fritta con ricotta e cicoli di tonno: da provare assolutamente!
Menzione meritata anche per il cuoco stellato Angelo Carannante, membro di Euro-Toques, del Caracol Cala Moresca di Bacoli, i cui patron sono Alfredo Gisonno e Roberto Laringe. Il sommelier è Ciro Cannino.
Da Monte di Procida, così evitando l’affollato porto di Pozzuoli, prendiamo il battello che ci farà approdare a Procida.
Agriturismo Lavinum
Via Torregaveta 137bis - 80070 Monte di Procida (Na)
Tel 081 4619439
www.lavinum.it
Riccio Restaurant
Porto di Baia - 80072 Bacoli (Na)
Tel 081 868 8617
Caracol Gourmet
Via Faro - 44 80070 Bacoli (Na)
Tel 081 523 3052
www.caracolgourmet.it
Tutte le tappe del tour
1° giorno: Campi Flegrei
2° giorno: Procida
3° giorno: Ischia
4° giorno: Capri
5° giorno: Sorrento
6° giorno: Vesuvio
7° e 8° giorno: Napoli