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Se “Tutti quanti voglion fare il jazz” il locale giusto a Roma è l’Elegance Café

Anche la Capitale ha il suo club della stessa forza che crea le suggestioni dei vecchi locali jazz, con qualcosa in più: si ascolta il grande jazz deliziandosi con una selezione di piatti gustosissimi

di Jerry Bortolan
 
23 maggio 2022 | 12:23

Se “Tutti quanti voglion fare il jazz” il locale giusto a Roma è l’Elegance Café

Anche la Capitale ha il suo club della stessa forza che crea le suggestioni dei vecchi locali jazz, con qualcosa in più: si ascolta il grande jazz deliziandosi con una selezione di piatti gustosissimi

di Jerry Bortolan
23 maggio 2022 | 12:23
 

Cosa facciamo questa sera? Andiamo a cena da…, sì, ma dopo? Dilemma amletico, almeno a Roma, perché dopo aver cenato, per finire la serata i locali giusti dove andare ad ascoltare della buona musica - e in particolare quella jazz con band qualificate e nomi importanti che suonano - si possono contare sulle dita di una mano. Non è come a New York, una delle patrie della musica jazz, dove c’è solo l’imbarazzo della scelta per fare un dinner e ascoltare un concerto jazz in uno degli storici locali come il Village Vanguard, il Blue Note, l’Iridium, il Zingo Bar, o nel monumento della vita notturna newyorkese: il Cotton Club. Ma New York è lontana e bisogna affrontare un lungo e costoso viaggio. Ma ora, anche Roma ha il suo tempio del jazz all’Elegance Café, un club della stessa forza che crea le suggestioni dei vecchi locali jazz, con qualcosa in più: la musica entra in cucina e finalmente si ha la possibilità di ascoltare del grande jazz deliziandosi con una selezione di piatti gustosissimi. Insomma, a dirle tutta, è la quadratura del cerchio con jazz in cucina.

Un club della stessa forza che crea le suggestioni dei vecchi locali jazz

Un club della stessa forza che crea le suggestioni dei vecchi locali jazz


Connubio perfetto tra musica e cibo

A Marco Roselli lo chef, chiedo: Come coniughi cibo e musica?
Noi siamo un jazz club, perciò la base musicale deve essere al centro del progetto e seguire con la cucina le origini e le evoluzioni della musica jazz. Questo significa cercare la materia dei prodotti alimentari tipici delle zone di origine di queste musiche e portarli a una fusione con la cucina italiana, per creare sapori che accompagnano i ritmi della musica.


Mi stai dicendo che sei riuscito a coniugare l’effetto della musica sui piatti, un trait d’union con la musica che si sta ascoltando?
Sì, l’idea è stata proprio questa. Ho pensato di creare un cordone ombelicale tra gli alimenti, i sapori e le spezie in modo che ti riportino a quei paesi. Adesso ho un progetto per creare dei menu a tema con musica e menu che seguono lo stesso filo logico. Per esempio, in una serata di latin jazz o di bossa nova, creare un menu brasiliano che possa esprimere al meglio questo tipo di musica per farti sentire come a Rio de Janeiro.

Marco Roselli

Marco Roselli


Menu a tema: è interessante. E i prodotti? Dove li trovate?
Oggi fortunatamente tutto è diventato più reperibile ed è facile avere dei prodotti che provengono proprio da quelle zone. I lime e i mango italiani non hanno proprio lo stesso sapore di quelli brasiliani e quindi l’importante è avere fornitori che trattano proprio i prodotti originali importati in Italia.


Il prodotto assorbe questa musica quando arriva in cucina?
Mi auguro di sì, visto che per me la cosa più portante è rispettare il prodotto e cercare di trasmettere le mie emozioni a quello che sto facendo.


Qual è il piatto che ti appartiene e che vorresti che fosse capito da tutti?
Il filetto che propongo è uno di quei piatti con l’idea di realizzazione di un percorso che, per chi conosce le cucine del mondo, ti fa fare anche un viaggio sensoriale, come hai capito subito tu con il filetto che accompagno con una Crab Imperial e una salsa olandese. La marinatura è tipica delle zone del Sud America, in particolare del Brasile, con la presenza di aglio e di liquirizia che hanno delle note acido-dolciastre che con il granchio e la salsa olandese vanno a bilanciare il gusto e rendono il piatto molto completo e complesso, ma assoluto.


Viaggio culinario e non solo

Ma dalla cucina escono anche piatti come il “Tagliolino al granchio, zenzero, cipollotto e peperoncino” che, una volta in bocca, ti fa viaggiare alto per il diverso gusto creato dal peperoncino che ti infiamma e lo zenzero che lo placa con il suo profumo. Così come con il poco classico “Raviolo alla coda alla vaccinara” che ti conquista per la sua tradizionale romanità. Mentre con i secondi, il “Carré d’agnello in crosta di erbe, latte di cocco e patate dolci” siete in viaggio con il ritmo del bebob - le fantastiche note uscite dal sassofono del grande “Charlie” Parker.


In una serata dedicata alla bossa nova cosa prepareresti?
Una “Tarte tatin al mango”. È una preparazione di base francese ma il mango dà delle note marmoree, floreali che aiutano molto con un ritmo più allegro come la bossa nova. Insieme con un gelato allo yogurt, poi, si ottiene questa spinta di acidità che tira su il palato.


Tempio romano del jazz

Questa la cucina. Delle proposte musicali della settimana e della storia di questa importante fujion di musica e cibo ne parlo invece con Daria Venuto, grandissima esperta del settore che con Remo Proietto, il marito, sono i proprietari dell’Elegance Café. Daria mi dice subito che i programmi cambiano tutte le settimane e sono allineati su tutte le sfumature del jazz, proponendo progetti che vanno dai latin jazz, per gli appassionati di bossa nova e di samba, ai concerti di smooth jazz, allo swing.


Daria, hai un bellissimo locale in cui si ascolta una stupenda musica che si vive in allegria mangiando altrettanto bene. Come hai saputo creare questo mix veramente unico e come nasce questa idea?
Il locale nasce nel 2013 in Via Veneto, ma poi abbiamo deciso di cercare un locale più grande e giusto per quello che volevamo realizzare. Il posto lo abbiamo trovato alla Piramide, in Via Ostiense: un ex teatro, il Fellini, e quando sono entrata ho sentito proprio che era questo il posto giusto per realizzare questo sogno. Aveva già una cucina predisposta - che naturalmente poi abbiamo modernizzata - e una bellissima sala con il palco e la balconata all’ingresso.


L’esperta di musica sei tu. Da dove arriva questa esperienza?
Ho cominciato da piccolissima, con la musica leggera cantautoriale e poi sono pianista, ho insegnato canto, ho avuto un’agenzia di booking management e ho ospitato anche Diodato, il cantautore che adesso sta avendo un grandissimo successo. Ho fatto tantissime serate, ho avuto io stessa varie band, e quindi l’esperienza l’ho fatta sul campo, un’esperienza quasi ventennale. Il jazz è arrivato più tardi con la maturità.


Nella musica sei un’esperta e con il cibo come la metti?
Per il cibo ho trovato il giusto partner, sia nella vita che nel lavoro: Remo, mio marito, faceva il ristoratore, veniva da una famiglia di ristoratori.


Il problema è stato mettere insieme cibo e musica per farli esplodere.
Per questo c’è Marco Roselli, lo chef che ha condiviso totalmente la nostra idea di musica e cucina ed è riuscito a far sposare i ritmi del jazz con i piatti proposti in carta. Il challenge è stato studiato bene e per questo ora abbiamo un bel riscontro anche con la vecchia clientela che ci conosceva solo per la musica e che ritorna portando amici e conoscenti.


Qualche nome di band passata in questi ultimi tempi?
Martha High, la corista di James Brown, e Fred Wesley, il suo trombonista, famosissimo. Poi, è passata Vanessa Haynes, che è la cantante degli Incognito, famosa band di smooth jazz londinese. Tra gli italiani, Roberto Gatto, Dado Moroni.


Insomma, nomi importanti nel mondo del jazz. Qual è la musica che i tuoi clienti capiscono e apprezzano di più?
Li trovo allineati su tutte le sfumature del jazz. Quando proponiamo progetti latin jazz è ovvio che gli appassionati di bossa nova, di samba, si sentano molto coinvolti, ma anche quando proponiamo concerti di smooth jazz, che è una musica che si fonde con il soul e il blues, troviamo un grande apprezzamento. Dipende dal gusto delle persone. Sicuramente lo swing unisce tutti perché anche in Italia abbiamo una storia dello swing con Carosone, Buscaglione: è un genere che è più nelle nostre radici.

 Remo Proietto e Daria Venuto con chef Marco Roselli 

Remo Proietto e Daria Venuto con chef Marco Roselli


Ed Elegance Café a chi è venuto in mente di chiamarlo così?
In via Veneto il locale di mio marito si chiamava già Elegance Café e là ho cominciato a organizzare il miei concerti jazz, dal 2013 al 2017 sono passati anche dei bei nomi. Visto che il brand aveva preso piede non volevo abbandonare quel tipo di nome e da Elegance Café è diventato Elegance Café Jazz Club.


Insomma, cibo e musica, ma si può anche ballare?
Volendo, si può: basta alzarsi e lasciarsi trasportare dalla musica.


Finalmente il luogo che non c’era

Il tam-tam e passaparola di questa bellissima realtà musicale-gastronomica è partito velocemente. Anche se non si trova a Manhattan, una volta entrati, l’ambiente e l’atmosfera ti danno la sensazione di esserci. Invece no, siamo Roma, nella città eterna dove mancava un posto così. Per questo merita il successo che sta avendo e che sicuramente sarà sempre più vasto.


Elegance Café Jazz Club
Via Francesco Carletti 5 - 00154 Roma
Tel 06 57284458

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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