In Valtellina tutto l’anno a caccia di prodotti tipici

Un tempo la Valtellina era conosciuta per il turismo prettamente invernale dell’alta valle ma negli ultimi anni le cose sono cambiate, a partire dall'offerta turistica. A fare da traino l'enogastronomia

29 settembre 2021 | 12:31
di Liliana Savioli

Se non avete maneggevolezza con gli impasti, acquistate una confezione di pizzoccheri artigianali, del formaggio Casera Dop, del grana grattugiato, una verza, delle patate di montagna e del burro di montagna. In una pentola capiente cuocete le verze, in estate vanno bene anche i fagiolini o le coste, e le patate a tocchetti, dopo cinque minuti unite i pizzoccheri. Intanto soffriggete abbondante burro fino a renderlo nocciola con aglio e cipolla. Scolate, non troppo, i pizzoccheri e le verdure in una pirofila bollente. Unite i due formaggi grattugiati e il burro fuso. Mescolate e passate per cinque minuti in forno. Servite bollenti con un vino valtellinese, per esempio un Sassella Riserva 2017. Ecco, questa dovrebbe essere la ricetta preparatoria per un viaggio enogastronomico nella mitica Valtellina.

 

In Valtellina solo d’inverno? Non più

Cominciare a conoscere le specialità del luogo che andremo a visitare per poterle poi confrontare con quelle che ci verranno offerte in loco. Ne abbiamo parlato con Pierluigi Negri, direttore del Consorzio Turistico Valtellina. Ci racconta che un tempo la Valtellina era conosciuta per il turismo prettamente invernale dell’alta valle ma che negli ultimi anni le cose sono cambiate, e l’offerta è cambiata.

 

 

Enogastronomia fiore all’occhiello del turismo locale

Oggi si lavora molto sulla enogastronomia, sulle suggestioni dei terrazzamenti dove viene prodotta un’uva da agricoltura eroica che dona vini di ottima qualità, sulla valorizzazione dei pizzoccheri, del grano saraceno, della Bresaola. I turisti sempre di più scelgo di andare dove si mangia e si beve bene.

 

In crescita il cicloturismo

A Tirano, per esempio, da 10 anni tutto è cambiato. Da quando è nato il trenino rosso del Bernina, che in un percorso di una bellezza incredibile porta a St. Moritz, è diventato un punto di riferimento della valle. Prima non la conosceva nessuno. Purtroppo, il turismo della neve sta soffrendo e allora ecco il turismo lento, quello della bicicletta, un turismo green, salutare. Le istituzioni ci hanno creduto e hanno creato il sentiero di fondovalle da Bormio a Colico. Il sentiero della Valtellina di 114 chilometri.

 

Il boom del dopo lockdown

Abbiamo chiesto al direttore come è stato il turismo post lockdown. Ci dice che c’è stata un’esplosione ma che se l’aspettavano ed erano preparati. La ricerca di stare all’aria aperta in grandi spazi è quello che cercavano gli italiani, specialmente i milanesi e brianzoli. Difficile sarà eguagliare il 2019 che con 3 milioni di presenze provenienti da 57 nazioni diverse è stato l’anno del record. Ovviamente la stagione è partita tardi con un fantastico mese di luglio e un buonissimo agosto. Per settembre tutto pieno nei fine settimana per le molte manifestazioni legate alla vendemmia e alla raccolta delle mele. Nella speranza che vada tutto bene e che si possano aprire gli impianti sciistici, si prevede il tutto esaurito, dopo 2 anni di assenza dalle piste.

 

C’è da investire sull’appeal internazionale

Che tipo di ricettività c’è in valle? Purtroppo, in tutta la valle c’è solo un albergo a 5 stelle e questo penalizza non poco a livello internazionale. Purtroppo, americani, giapponesi ecc. guardano anche questo. Invece vanno benissimo, con molte nuove aperture, le locande e i B&B. È comunque un turismo mordi e fuggi con una media di una notte e mezza.

 

L’esempio della Locanda Altavilla a Bianzone

Siamo alloggiati alla Locanda Altavilla a Bianzone, di Anna Bertola, abbiamo apprezzato la sua competenza e disponibilità nel presentarci a vignaioli e produttori di specialità del luogo. Gli albergatori son tutti così? «Magari - ci risponde Pierluigi che ora è diventato Gigi - magari fossero tutti come Anna che accompagna per mano il turista a scoprire le eccellenze della valle. Stiamo cercando di migliorare la cultura dell’accoglienza ma purtroppo ci manca l’appoggio politico per creare un tavolo di lavoro per creare queste sinergie. Nel 2026 la Valtellina sarà coinvolta nelle olimpiadi invernali. Questo darà una svolta al territorio e ci saranno parecchi incentivi per tutti. È un treno che non dobbiamo perdere assolutamente. Per i grandi eventi possiamo svelare che anche quest’anno il giro d’Italia di ciclismo passerà in valle».

 

Puntare sulla connessione con la cucina

Abbiamo chiesto anche alla nostra ospite Anna Bertola che cosa si può fare per incrementare il turismo in Valtellina. Anche lei si auspica un miglior collegamento tra l’accoglienza e gli operatori dell’agroalimentare, non solo per i soggiornanti negli alberghi ma anche per chi ha la seconda casa. Creare dei circuiti per la conoscenza della produzione della bresaola o dei prodotti caseari, oppure la visita ai campi di grano saraceno. Un turismo per famiglie che poi vanno al ristorante a godere delle delizie che la gente di valle propone, come i pizzoccheri di cui ci ha donato la ricetta. Non abbiamo parlato dei vini della Valtellina, è un argomento importantissimo che non si può racchiudere in poche righe. Promettiamo che faremo un approfondimento a parte.

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Alberto Lupini


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