In Spagna alla ricerca dell'Impero Romano: a Mérida tra templi e teatri

Mérida affascina i visitatori con le sue rovine romane e il ricco patrimonio culturale. La città, dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, ospita ogni anno il rinomato Festival del Teatro Classico . Da non perdere il Teatro e l'Anfiteatro che offrono un affascinante viaggio nel passato. Senza dimenticare tappe di gusto

01 settembre 2024 | 05:00
di Roberta F. Nicosia

Si è appena concluso il Festival del Teatro Classico di Mérida, nella regione dell'Estremadura, in Spagna, giunto alla settantesima edizione, e Mérida ritrova il suo ritmo tranquillo, ideale per riscoprire le bellezze di uno dei complessi monumentali romani meglio conservati al mondo che le hanno valso il titolo di Patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco nel 1993. Capitale della provincia romana della Lusitania, l’antica Augusta Emerita è un museo a cielo aperto.

Cosa vedere a Mérida e nell’Estremadura

L’edificio più rappresentativo è senza dubbio il Teatro Romano, ancora in uso dopo 2mila anni. Costruito nel 15-16 a.C. per volere di Marco Vipsanio Agrippa è stato ristrutturato più volte, la prima intorno al 105, durante il regno di Traiano, e un'altra al tempo di Costantino I, tra il 333 e 335. La distruzione ad opera dei visigoti e il conseguente abbandono hanno preservato di fatto colonne e capitelli, perché l'edificio era coperto di terra, e per secoli la sua unica parte visibile rimase la summa cavea, la parte superiore, chiamata dagli emeritensi "Le sette Sillas" (le sette sedie). Dal 1933 il teatro è sede del Festival internazionale del Teatro Classico, con interruzioni dovute alla guerra e al periodo della dittatura, e dal 1993 è Patrimonio mondiale dell’Umanità per l’Unesco.

Oltre all’Anfiteatro attiguo al teatro e praticamente coevo (8 a.C.) che poteva contenere 15mila spettatori, ci sono numerose vestigia nel cuore della città, come il Tempio di Diana e l’Arco di Traiano, mentre il Circo Romano era stato costruito ai margini della città antica perché doveva accogliere spettatori provenienti da tutta la regione, che accorrevano a vedere gli aurighi più famosi e coraggiosi dell’epoca, tanto che si dice che provenissero da qui anche quelli che si esibivano al Colosseo. Per comprendere meglio la grandezza dell’Impero Romano in questa regione è fondamentale visitare il Museo nazionale di arte romana, opera dell’archistar Rafael Moneo, inaugurato nel 1986 vicino al teatro e all'anfiteatro. Il museo, che nelle forme e nei materiali richiama l’architettura romana, custodisce lapidi funerarie, oggetti in ceramica e vetro, monete, sculture, pitture e straordinari mosaici.

Spettacolare il Ponte Romano che attraversa il fiume Guadiana che scorre fra la città antica e la parte moderna, e altrettanto impressionante l’Acquedotto dei Miracoli perché ha resistito sia al terremoto del 1531 che a quello del 1755 che distrusse Lisbona, circondato da un’area verde creata nel 1999.

In maggio la città rivive il suo passato tra le rovine romane con Emerita Ludica, in cui vengono ricreate scene della vita quotidiana dell’epoca e le lotte dei gladiatori, si installa un mercato alimentare e si aprono le porte al pubblico dei monumenti più significativi per viverli in maniera alternativa e ludica.

In Estremadura tra terme romane e città medievali

A circa 30 chilometri dalla città, ad Alange, si trovano le antiche terme romane, integrate in uno stabilimento moderno dal sapore d’inizio secolo scorso che si chiama Balneario de Alange. Le terme, che si avvalgono di una sorgente nota fina dal tempo dei romani con acque terapeutiche, sorgono nei pressi di uno degli invasi che assicurano a questa regione riserve d’acqua sufficienti a garantire un’agricoltura di qualità fatta di olivi, viti e cereali.

 

Vele la pena proseguire verso il sud dell’Estremadura, cioè verso l’Andalusia, per visitare Zafra, piccola città medievale dominata dall’alcázar del XV secolo, fortezza musulmana e poi palazzo dei Duchi di Feria oggi trasformato in Parador de Turismo con piscina e ottimo ristorante. Zafra è una delle città sul cammino che da sud porta a Santiago, denominato Via della Plata, che nonostante il nome non ha nulla a che vedere con l’argento, bensì con una parola di origine araba che significa “lastricata”. Importante centro commerciale e di allevamento, è sede fina dal Medioevo della Fiera internazionale del bestiame e delle tradizioni di San Miguel. Passeggiando per le sue vie lastricate, fiancheggiate da palazzi nobiliari, si incontrano il Convento di Santa Clara, la Plaza Grande e la Plaza Chica, circondate da arcate, e la Porta di Jerez, una delle tre porte ancora esistenti nelle mura che circondavano la città.

Fuori dalle mura, la Bodega Medina è una cantina ricavata da un antico convento dove si possono degustare i vini prodotti nei 45 ettari della proprietà (che non includono il Tempranillo, il vino tipico della regione, ma vigneti di Merlot, Cabernet e Sauvignon) accompagnato dai deliziosi formaggi di capra e di pecora prodotti da piccoli artigiani della regione.

Nei pressi della città, nel villaggio Los Santos de Maimona, un edificio sorprendente attira l’attenzione. È il Capricho de Cotrina, opera di un muratore e marmista in pensione, Don Francisco Gonzáles Grajera, che una trentina di anni fa costruì la sua casa di campagna in uno stile modernista che ricorda il Parc Guell di Gaudì, anche se sembra che Gonzales non potesse aver avuto alcun contatto con Gaudì o le sue opere. La visita all’interno è fatta dai figli su prenotazione, ma vale la pena anche solo ammirare la sua genialità dall’esterno.

In Spagna la cena è un rito: dove mangiare a Mérida e nell’Estremadura

Un altro punto forte della destinazione è la gastronomia, e gli spagnoli sanno apprezzarla al meglio con cene che definire abbondanti è un eufemismo!

Ristorante Quinto do Cecilio

 

Al ristorante Quinto do Cecilio, che ha una splendida vista sulla fortezza di Medellin, il menu degustazione che ci è stato offerto è di sette portate: paté di pernice, da 25 anni specialità della casa, Jamón Iberico Bellota, il prosciutto prodotto da maiali neri iberici alimentati esclusivamente con ghiande ed erbe, gaspacho bianco, riso con lepre e pollo ruspante, fois gras de canard con frutti rossi e miele, sorbetto di piña colada, filetto di maiale con fonduta di formaggio Dop La Serena e per finire una millefoglie di panna con salsa di vaniglia assolutamente deliziosa. La cucina di Julio César Lospitao, proprietario del locale, è un tributo alla sua terra ed è una fusione di sapori e consistenze che escono dal sentiero classico della gastronomia spagnola.

Quinto do Cecilio | Urbanización Quinto Cecilio - Parcela 105 Medellín (Spagna) | Tel +34 924 82 28 01

Ristorante Barbarossa

Altra cena memorabile al ristorante Barbarossa in Piazza di Spagna, nel cuore di Mérida. Si comincia con il salmorejo di Cordova, zuppa fredda a base di pomodori, pane, aglio e olio d’oliva, che si differenzia dal gaspacho per la consistenza e il gusto più delicato, crocchette di tonno rosso con il suo sashimi, shitake gratinato con schiuma di aioli e miele, nasello e peperoni verdi in tempura, guancia di maialino stufata e per finire il classico brownie al cioccolato con salsa di vaniglia. Nel menu anche molti piatti di pesce tra cui spicca il tonno rosso. Decisamente attraente la decorazione di questo ristorante che accosta ambienti diversissimi fra loro per atmosfera e scelta di materiali.

Barbarossa | Pl. de España 7 - 06800 Mérida, Badajoz (Spagna) | Tel 924 30 15 09

Il Festival del Teatro classico di Mérida

Non c’è dubbio che il momento clou della stagione turistica di Mérida coincide con i mesi di luglio e agosto, quando praticamente ogni sera c’è uno spettacolo del Festival del Teatro Classico. Niente di meglio per scoprire i segreti del suo successo crescente che intervistando Jesus Cimarro, produttore teatrale molto conosciuto, che dal 2012 è il direttore artistico del festival, il cui statuto prevede rigorosamente di mettere in scena esclusivamente opere a tematica greco-romana. Cimarro racconta del suo modello di business pubblico-privato che ha portato il festival dai 7 spettacoli del 2012 agli attuali 108, che si svolgono in diverse location della città e dei dintorni.

Nel 2011 gli spettatori erano 52mila, tanto che gli organizzatori volevano chiuderlo. La nuova gestione ha portato sugli spalti 170mila spettatori e nelle casse dell’amministrazione un profitto di 1 milione di euro. Il suo obiettivo è quello di avvicinare il pubblico al teatro classico con un linguaggio moderno e spesso irriverente. Il teatro da solo vale la visita a Mérida, ma vederlo stracolmo di gente di tutte le età sotto la luce delle stelle è una di quelle emozioni che non si dimenticano. E poco importa se i testi sono in spagnolo. La scenografia unica, l’entusiasmo del pubblico, i costumi mirabolanti fanno sì che lo spettacolo - astenersi dormiglioni: lo spettacolo comincia alle 11 di sera! - sia puro godimento.

Noi abbiamo assistito a una rappresentazione grottesca in chiave allegorica della Pace di Aristofane, nella versione creata da Francisco Nieva. Il protagonista, Trigeo, è interpretato da un attore molto stimato in Spagna, Joaquín Reyes. Un’altra grande star ha calcato le scene in agosto: Vittoria Abril, musa di Almodovar alla fine degli anni Ottanta e ora residente in Francia, ha deciso di fare il suo ritorno sulle scene spagnole proprio in questa occasione, dopo 45 anni di assenza, interpretando Medusa, spettacolo prodotto dallo stesso Cimarro in cartellone per ben 10 giorni, intervallata dallo spettacolo di danza della coreografa francese Bianca Li, Didone ed Enea. Ha concluso la stagione la rappresentazione di Ifigenia, simbolo della violenza sulle donne.

Le nove opere messe in scena in tutta la stagione al Teatro Romano sono state accompagnate da altre sette rappresentazioni al Teatro Maria Luisa, al chiuso, mentre alcuni spettacoli sono stati rappresentati in altri anfiteatri della regione, tra cui quello molto suggestivo di Medellin, piccola città dominata da un castello medievale, dove abbiamo assistito al musical I Titani – La furia degli Dei, ripresa dello spettacolo che nel 2023 ha avuto un grande successo al teatro romano.

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