Hotel, un patrimonio da 117 miliardi Ma il valore può crescere ancora
A rivelare il valore complessivo degli immobili alberghieri in Italia è il Rapporto di World Capital, PKF hotelexperts e Confindustria Alberghi. I margini di sviluppo ci sono ma pesa l'incognita dell'emergenza covid
14 giugno 2020 | 17:25
Un patrimonio da tutelare, soprattutto dopo un periodo come quello di emergenza che ci stiamo lasciando alle spalle. Un tesoro da 117 miliardi di euro, lasciato letteralmente fermo per quasi tre mesi e che ora cerca un rilancio, seppure in un periodo ancora di incertezza. Il tesoro in questione è quello che riguarda gli immobili del settore alberghiero sparsi in tutta Italia. Un valore enorme, il loro, che secondo World Capital, PKF hotelexperts e Confndustria Alberghi, possiede ancora interessanti prospettive di sviluppo. I numeri sono contenuti nel Rapporto 2020 che ha mappato (ma i dati si riferiscono al 2019) le strutture presenti in 266 località italiane. La Lombardia è la regione in cui si concentrano i valori più alti, tuttavia è Roma la città il cui valore degli immobili alberghieri è più elevato, con quasi 12 miliardi di euro.
«L’obiettivo del rapporto è di fornire una fotografia chiara della ricchezza che ogni area del Bel Paese offre, anche dal punto di vista immobiliare alberghiero. In un mercato spesso accusato di poca trasparenza, l’offerta esistente delinea le sue caratteristiche più intrinseche – dichiara Andrea Faini, CEO di World Capital - L’analisi ha inoltre l’ambizione di dare un’idea del valore complessivo di un settore che va salvaguardato e di fornire un’indicazione utile sia a chi vuole sviluppare la sua attività nell’ambito dell’ospitalità nel nostro Paese, sia a chi vuole diversificare il proprio portafoglio di investimenti, ma anche a chi decide di proporre sul mercato la proprietà alberghiera ad un prezzo coerente. Focalizzandoci sugli investimenti il Rapporto permette altresì di orientare le ricerche per area, di contestualizzare la struttura oggetto di valutazione, di determinare se puntare su un nuovo sviluppo, piuttosto che sul riposizionamento di una struttura già esistente».
Una fotografia, quella scattata dal Rapporto, che necessariamente non tiene conto dei cambiamenti in atto dopo l’emergenza coronavirus, soprattutto, spiega Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Confindustria Alberghi «qualora venisse a mancare, da parte del Governo, un intervento forte, mirato e necessario per salvare l’economia del settore. Questa analisi sarà tra l’altro uno strumento utile per monitorare l’andamento del settore e verificare la presenza di iniziative speculative anche ad opera della criminalità organizzata, alimentate dalla difficoltà economica temporanea degli operatori».
Tornando ai numeri della ricerca, per ogni regione sono state analizzate le località di interesse turistico, suddividendole tra località di mare, montagna e città, e identificando per categoria il numero di strutture, di camere e il costo immobiliare a camera. La Lombardia, come dicevamo, svetta tra le regioni, con un patrimonio complessivo, rispettivamente, di 8,2 miliardi di € per gli alberghi a 3 stelle, 19,3 miliardi di € per i 4 stelle ed infine 5,7 miliardi di € per i 5 stelle. Nelle città si trovano immobili per 36,8 miliardi di euro, concentrati per il 78% in sole quattro località, Roma (con 12 miliardi) Milano, Venezia e Firenze.
Per quel che riguarda le località di mare, il valore stimato si aggira sui 18,7 miliardi di €. Considerando la classifica delle regioni in termini di patrimonio immobiliare alberghiero, ad emergere è l’Emilia Romagna (dove si trova un quarto del valore degli immobili situati al mare). Questa regione primeggia per valore delle strutture a 3 stelle. Mentre per i 4 e 5 stelle (sempre per quel che riguarda le località di mare), la Campania è in testa con quasi 2 miliardi di euro di valore.
Infine, il patrimonio immobiliare alberghiero italiano del cluster montagna ha un valore stimato di circa 3,7 miliardi di €. In questo segmento è il Trentino Alto Adige a contribuire in misura maggiore rispetto alle altre regioni, con circa il 55% del totale del patrimonio misurato. A seguire il Veneto, e nell’ ambitissima Cortina d’Ampezzo, troviamo una ricettività media per i quattro stelle di sole 49 stanze.
«Lo studio deve far capire il peso del mercato dal punto di vista degli asset immobiliari – commenta Giorgio Bianchi, Managing Director di PKF hotelexperts - e ribadire il concetto che se l’albergo è chiuso perde valore. In mancanza di aiuti adeguati al settore, il rischio è quello di ridimensionare le stime immobiliari. Non è da sottovalutare l’impatto Covid-19 su queste valutazioni, anche se dipende da mercato a mercato, da struttura a struttura. Altra riflessione che emerge dall’analisi è che l’impatto negativo dell’emergenza è più marcato per le strutture indipendenti rispetto a quelle di catena, dove l’appartenenza a un brand riesce in parte a salvaguardare le performance. Meno forti, poi, i segnali di cedimento per i resort e gli stayhotel che vantano una componente residenziale di appartamenti».
Il valore degli immobili alberghieri è di 117 miliardi di euro
«L’obiettivo del rapporto è di fornire una fotografia chiara della ricchezza che ogni area del Bel Paese offre, anche dal punto di vista immobiliare alberghiero. In un mercato spesso accusato di poca trasparenza, l’offerta esistente delinea le sue caratteristiche più intrinseche – dichiara Andrea Faini, CEO di World Capital - L’analisi ha inoltre l’ambizione di dare un’idea del valore complessivo di un settore che va salvaguardato e di fornire un’indicazione utile sia a chi vuole sviluppare la sua attività nell’ambito dell’ospitalità nel nostro Paese, sia a chi vuole diversificare il proprio portafoglio di investimenti, ma anche a chi decide di proporre sul mercato la proprietà alberghiera ad un prezzo coerente. Focalizzandoci sugli investimenti il Rapporto permette altresì di orientare le ricerche per area, di contestualizzare la struttura oggetto di valutazione, di determinare se puntare su un nuovo sviluppo, piuttosto che sul riposizionamento di una struttura già esistente».
Una fotografia, quella scattata dal Rapporto, che necessariamente non tiene conto dei cambiamenti in atto dopo l’emergenza coronavirus, soprattutto, spiega Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Confindustria Alberghi «qualora venisse a mancare, da parte del Governo, un intervento forte, mirato e necessario per salvare l’economia del settore. Questa analisi sarà tra l’altro uno strumento utile per monitorare l’andamento del settore e verificare la presenza di iniziative speculative anche ad opera della criminalità organizzata, alimentate dalla difficoltà economica temporanea degli operatori».
A Roma gli immobili alberghieri valgono 12 miliardi
Tornando ai numeri della ricerca, per ogni regione sono state analizzate le località di interesse turistico, suddividendole tra località di mare, montagna e città, e identificando per categoria il numero di strutture, di camere e il costo immobiliare a camera. La Lombardia, come dicevamo, svetta tra le regioni, con un patrimonio complessivo, rispettivamente, di 8,2 miliardi di € per gli alberghi a 3 stelle, 19,3 miliardi di € per i 4 stelle ed infine 5,7 miliardi di € per i 5 stelle. Nelle città si trovano immobili per 36,8 miliardi di euro, concentrati per il 78% in sole quattro località, Roma (con 12 miliardi) Milano, Venezia e Firenze.
Per quel che riguarda le località di mare, il valore stimato si aggira sui 18,7 miliardi di €. Considerando la classifica delle regioni in termini di patrimonio immobiliare alberghiero, ad emergere è l’Emilia Romagna (dove si trova un quarto del valore degli immobili situati al mare). Questa regione primeggia per valore delle strutture a 3 stelle. Mentre per i 4 e 5 stelle (sempre per quel che riguarda le località di mare), la Campania è in testa con quasi 2 miliardi di euro di valore.
Infine, il patrimonio immobiliare alberghiero italiano del cluster montagna ha un valore stimato di circa 3,7 miliardi di €. In questo segmento è il Trentino Alto Adige a contribuire in misura maggiore rispetto alle altre regioni, con circa il 55% del totale del patrimonio misurato. A seguire il Veneto, e nell’ ambitissima Cortina d’Ampezzo, troviamo una ricettività media per i quattro stelle di sole 49 stanze.
«Lo studio deve far capire il peso del mercato dal punto di vista degli asset immobiliari – commenta Giorgio Bianchi, Managing Director di PKF hotelexperts - e ribadire il concetto che se l’albergo è chiuso perde valore. In mancanza di aiuti adeguati al settore, il rischio è quello di ridimensionare le stime immobiliari. Non è da sottovalutare l’impatto Covid-19 su queste valutazioni, anche se dipende da mercato a mercato, da struttura a struttura. Altra riflessione che emerge dall’analisi è che l’impatto negativo dell’emergenza è più marcato per le strutture indipendenti rispetto a quelle di catena, dove l’appartenenza a un brand riesce in parte a salvaguardare le performance. Meno forti, poi, i segnali di cedimento per i resort e gli stayhotel che vantano una componente residenziale di appartamenti».
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Alberto Lupini
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