Foresta è un prezioso gioiello incastonato ai piedi del vulcano spento di Roccamonfina: una chiesa, un pugno di case in pietra, in gran parte disabitate, un’unica strada e una piccola piazza disegnano il borgo dove abitano 18 persone.In questo comune sparso, frazione di di Tora e Piccilli, nell’Alto Casertano, si terrà dall'8 luglio all'1 settembra la terza edizione di Forestàte, rassegna culturale di teatro e musica che ha come obiettivo la promozione del territorio e della sua storia.
Forestàte, rassegna culturale
Forestàte, rassegna culturale nell'AltoCasertano
Forestàte nasce da un’idea di Antonio Maiorino e dall’artista Massimo Pastore che dal 2020 abitano il borgo con un progetto e una sfida: fare di Foresta un Borgo culturale e far riscoprire questo lembo di Campania ai margine delle solite rotte. «Forestàte non è solo una crasi tra Foresta ed Estate, ma un’esortazione, un imperativo del verbo “forestare” ovvero rimboschire di idee, pensieri e anime questa piccola frazione che è andata via via spopolandosi», spiegano gli organizzatori.
La piccola piazza accoglie la platea da 190 posti, il luogo dove si esibiranno artisti come Massimo Andrei, Cristina Donadio, Rossana Casale, solo per citarne alcuni. Un programma ragionato, ampio e vario che si apre Sabato 8 luglio con il Sogno Reale con Gea Martire, un progetto di Ruggiero Cappuccio per il Campania Teatro Festival che per il secondo anno consecutivo inserisce Foresta nel proprio calendario e quest’anno come unica tappa nella provincia di Caserta.
Foresta
Forestàte è un teatro all’aperto, sotto un cielo stellato integro, una comunità provvisoria di suoni, parole, e bellezza che dà voce al lavoro di tanti artisti e compagnie del territorio. È un laboratorio permanente di creatività e sperimentazione con un occhio attento alla sostenibilità, inclusivo ma non invasivo. Un ecosistema appena nato, da tutelare e sostenere, “anche nell’interesse delle future generazioni” come recita l’art.9 della Costituzione italiana.
Il territorio di Foresta
Boschi di castagno, corsi d’acqua e vigne disegnano il paesaggio che si estende intorno al vulcano spento di Roccamonfina, Parco regionale dal 1993. Un territorio di grande varietà paesaggistica, ancora ai margini dei grandi flussi turistici, che ricade nella provincia di di Caserta, l’Alto Casertano, che abbraccia tre comunità montane: Matese, Monte Maggiore e Monte Santa Croce. Il fiume Volturno, attraversa questo lembo di Campania felix in un piacevole alternarsi di montagne e colline, borghi storici e testimonianze archeologiche. Dal borgo Foresta si accede alle cosiddette Ciampate del diavolo: oltre 50 impronte umane impresse nella lava ancora modellabile riconducibili all’era dell’Homo Heidelbergensis, circa 350.000 anni fa. Si tratta di uno dei siti di paleontologia più importanti al mondo e il nome fu frutto della immaginazione popolare secondo la quale solo degli esseri diabolici avrebbero potuto camminare sulla lava bollente.