Decreto Rilancio, gli alberghi: «Se così, non si esce dalla crisi»
In una nota ufficiale Confindustria Alberghi commenta "sconcertata" la bozza del decreto e teme per la ripartenza: il Dl Liquidità ancora non ha dato effetti e non ci sono misure concrete per riaprire
11 maggio 2020 | 10:32
Confidustria Alberghi teme per l'estate, teme per le molte aziende che da questa crisi potrebbero non uscire. Questo dopo aver visionato la bozza che sta circolando in queste ore del Decreto Rilancio, che, dice l'associazione, «ci lasciano sconcertati». Ad oggi infatti - si legge in una nota ufficiale dell'Associazione Italiana Confindustria Alberghi - ancora non ci sono misure concrete e capaci di sostenere un settore che in questo momento vede il 97% del proprio personale in cassa integrazione.
La stagione estiva, secondo Confindustria Alberghi, avrebbe potuto segnare un primo timido passo verso la ripartenza, un recupero almeno parziale di quelle decine-centinaia di migliaia di lavoratori che vivono oggi degli ammortizzatori sociali. Una stagione certamente in perdita, ma comunque un'opportunità per interrompere un fermo che dura ormai da quasi tre mesi, così da ricominciare un lento percorso di ritorno alla normalità per le imprese e per i cittadini.
Ma così non è possibile e saranno molti gli alberghi che non riapriranno.
La situazione economica per le aziende del settore è drammatica. Una panoramica la dà l'associazione stessa: "Dal Dl Liquidità ancora non si vedono effetti, ci hanno detto che sarebbe stato emanato un protocollo per la riapertura in sicurezza, ci siamo fatti parte attiva ed abbiamo presentato noi, con le altre associazioni, una proposta, ma ancora oggi non abbiamo ricevuto risposte e nulla è stato detto agli operatori. Un adeguamento comunque costoso e complesso che chiede tempi di organizzazione e implementazione. Non si può pensare che le aziende possano attivarsi dalla mattina alla sera.
Se vogliamo dare la possibilità di fare qualche giorno di vacanza agli italiani le scelte vanno fatte adesso.
Se vogliamo che le aziende alberghiere in Italia sopravvivano, gli interventi vanno fatti adesso.
A queste condizioni l’estate è a rischio, l'intero settore è a rischio".
Confindustria Alberghi, di fronte alla bozza del Dl, si dice sconcertata
Una situazione drammatica cui gli imprenditori stanno facendo fronte in questi mesi da soli. Azioni che fino ad ora sono servite a restare in piedi, ma che ma in assenza di interventi consistenti e soprattutto veloci, non saranno più sufficienti: non sarà possibile pensare alla riapertura.La stagione estiva, secondo Confindustria Alberghi, avrebbe potuto segnare un primo timido passo verso la ripartenza, un recupero almeno parziale di quelle decine-centinaia di migliaia di lavoratori che vivono oggi degli ammortizzatori sociali. Una stagione certamente in perdita, ma comunque un'opportunità per interrompere un fermo che dura ormai da quasi tre mesi, così da ricominciare un lento percorso di ritorno alla normalità per le imprese e per i cittadini.
Ma così non è possibile e saranno molti gli alberghi che non riapriranno.
La situazione economica per le aziende del settore è drammatica. Una panoramica la dà l'associazione stessa: "Dal Dl Liquidità ancora non si vedono effetti, ci hanno detto che sarebbe stato emanato un protocollo per la riapertura in sicurezza, ci siamo fatti parte attiva ed abbiamo presentato noi, con le altre associazioni, una proposta, ma ancora oggi non abbiamo ricevuto risposte e nulla è stato detto agli operatori. Un adeguamento comunque costoso e complesso che chiede tempi di organizzazione e implementazione. Non si può pensare che le aziende possano attivarsi dalla mattina alla sera.
Se vogliamo dare la possibilità di fare qualche giorno di vacanza agli italiani le scelte vanno fatte adesso.
Se vogliamo che le aziende alberghiere in Italia sopravvivano, gli interventi vanno fatti adesso.
A queste condizioni l’estate è a rischio, l'intero settore è a rischio".
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