Costi troppo alti a fronte dell'ennesimo giro di chiusure hanno costretto Nadia Vincenzi ad alzare bandiera bianca. Il suo ristorante Da Nadia a Erbusco (Brescia) chiuderà. La decisione, sofferta, è arrivata a pochi giorni di distanza dall'ufficialità del nuovo Dpcm e dai risultati dei monitoraggi settimanali che hanno imposto l'arancione scuro alla Lombardia. «Quando ho ricevuto la notizia, ho capito che non ce l'avrei fatta a continuare», ha commentato Vincenzi.
Nadia Vincenzi (Fonte: sito Da Nadia)
Una storia lunga 30 anniRaggiunta al telefono, intenta a ricevere e leggere i tanti messaggi di solidarietà e sostegno, Nadia Vincenzi si
emoziona quando parla del suo ristorante: «L'ho preso 30 anni fa e ci ho investito molto. Ora, a 74 anni, mi trovo a dover
chiudere a causa del peso economico delle
serrate imposte dai decreti. La struttura, che considero casa mia, costa in tutto 10mila euro al mese fra affitto, bollette e spese fisse». Situato nel pieno della Franciacorta, il ristorante Da Nadia ha ricevuto la
stella Michelin nel 2012. Un ristorante che si è sempre imposto per la qualità della materia prima ed in particolare del pesce.
Aperture a singhiozzo e costi fissi i pesiA poco
sono serviti i ristori, così come i pochi spiragli di apertura nel corso dell'ultimo anno: «Ho lavorato a pieno regime, stante tutte le norme e i protocolli di sicurezza, solo in
estate. Troppo poco per reggere; anche con l'aiuto degli esigui ristori che abbiamo ricevuto e che non possono
minimamente compensare il periodo di chiusura forzata», afferma Vincenzi. Un aiuto sarebbe potuto arrivare dalla famiglia proprietaria dell'
immobile. Ma nonostante la comprensione per la situazione in cui versava il Da Nadia, non c'è stato alcun passo ulteriore: «Le strade si sono divise. I proprietari forse potevano incorporare la mia attività nella loro. Ma non è andata così. Molto probabilmente al posto del mio ristorante ne sorgerà un altro nel prossimo futuro».
La sala del ristorante Da Nadia
Delivery? «Solo un ulteriore costo»Specializzato in un menu di
pesce, il ristorante Da Nadia ha sperimentato anche il
delivery. Bocciato: «Si è rivelato più un costo aggiuntivo che altro. Inoltre, la consegna del cibo a domicilio non si è mai sposata bene con la nostra materia prima». Negativa anche l'apertura per il solo servizio del
pranzo: «La nostra proposta e la nostra clientela hanno un target serale. Anche riattivare e riadattare le nostre linee per il servizio a pranzo è stato complicato», rivela Vincenzi.
Speranza nella ripartenzaNel
futuro, però, permane la speranza: «Non mi aspettavo tutti questi messaggi si
solidarietà. Fra loro c'è già anche qualche proposta di collaborazione. Cosa che mi fa ben sperare per la ripartenza. Sono sicura, infatti, che
riaprirò da un'altra parte. Magari in un locale più piccolo e a misura delle mie necessità e della mia offerta. Riproporrò sicuramente i piatti che mi hanno fatto conoscere e che i clienti apprezzano. In questi mesi, la clientela non è mancata. Anzi, con tutte le cautele del caso, la richiesta di mangiare fuori piuttosto che dentro, i commensali non sono mancati. Ma è il modello di business che non ha retto
il peso economico delle chiusure», conclude Vincenzi.