Bomba alla pizzeria di Gino Sorbillo Tanta paura, ma nessun ferito

«Poco fa hanno messo una bomba alla mia pizzeria storica del centro antico di Napoli in Via dei Tribunali». Lo ha annunciato il titolare Gino Sorbillo sul suo profilo Instagram nella notte tra martedì e mercoledì . Fortunatamente nessun ferito, ma l’episodio ha generato paura e qualche danno al locale

16 gennaio 2019 | 10:01
«Dopo l’incendio di 5 anni fa - prosegue nel post Sorbillo - adesso arriva anche la bomba. Sono stato nell’Arma dei Carabinieri ed ho scelto di fare il Pizzaiolo: amo troppo la mia città e la amerò sempre. Porto e porterò sempre Napoli nel cuore».


Gino Sorbillo

Uno dei pizzaioli più celebri (ancora in corso nel sondaggio di Italia a Tavola, CLICCA QUI PER VOTARE) dunque non abbassa la testa e prosegue per la sua strada con passione e amore per la sua professione e la sua terra. Di certo però l’episodio resta ed è grave, anche per la reiterazione, e rischia di sporcare l’immagine di una città che sta ripartendo proprio dalla pizza e che aveva dato un’altra prova della sua bellezza con il riconoscimento dell’Arte dei pizzaiuoli napoletani a Patrimonio dell’umanità
 
L’attacco alla pizzeria di Gino Sorbillo è avvenuto alla vigilia della giornata internazionale della pizza italiana che si festeggia in tutto il mondo il 17 gennaio. La pizza in Italia è il settore di punta dell’agroalimentare dove il volume d’affari delle agromafie è salito a 21,8 miliardi con attività che riguardano l’intera filiera del cibo, compresa la ristorazione. Un business molto appetibile grazie alle 127mila pizzerie presenti in Italia nel 2018 con la Campania che è la regione che ha il maggior numero di attività inerenti alla pizza, con il 16% sul totale delle pizzerie (e simili).

L’impatto dei circa 5 milioni di pizze sfornate al giorno si fa sentire anche sulla produzione agroalimentare in termini di ingredienti utilizzati durante tutto l’anno con circa 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro che, anche per la spinta del riconoscimento Unesco, è stata tutelata nel 2018 dall’obbligo di indicare l’origine in etichetta, per impedire che vengano spacciati prodotti importati come Made in Italy.

«Ho espresso la mia solidarietà a Gino Sorbillo per questo gravissimo episodio - ha detto il presidente della Fondazione UniVerde, Alfonso Pecoraro Scanio, promotore di #pizzaUnesco - e l'ho trovato determinato e coraggioso come sempre. Una bomba alla vigilia della Festa di Sant'Antuono, protettore del pizzaiuolo napoletano, è un doppio messaggio di intimidazione che va respinto con fermezza da parte di tutti».

«La Giornata cittadina del Pizzaiuolo Napoletano, che si celebra domani - ha proseguito Pecoraro Scanio - dovrà essere un momento di risposta corale e unitaria contro chiunque pensi di intimidire quanti lavorano per ridare forza alla città di Napoli, rilanciare il turismo e le attività economiche. È evidente che questo attacco a una delle pizzerie più note, e a un giovane che si è fatto strada attraverso l'amore per l'arte del pizzaiuolo napoletano, è un'aggressione ai simboli della rinascita della nostra città, che deve continuare con grande determinazione».

«Sono convinto - conclude Pecoraro Scanio - che le autorità dovranno sempre più rafforzare le azioni delle forze di polizia contro chi pensa ancora di poter controllare il territorio, che va liberato dalla presenza della camorra e della criminalità».

«Siamo profondamente scossi dall'attentato che ha coinvolto la pizzeria Sorbillo nel cuore di Napoli - ha fatto sapere Fipe in una nota - un locale che da anni è un simbolo non solo della città partenopea ma dell’intero Paese. Quando si parla di pizza il brand Sorbillo è ormai un'istituzione ed è peraltro emblematico che sia stata colpita per una seconda volta, dopo l'incendio di cinque anni fa, proprio in prossimità del 17 gennaio, la Giornata Mondiale della Pizza. A nome di tutti i pubblici esercizi italiani Fipe desidera manifestare a Gino Sorbillo, alla sua famiglia e ai suoi collaboratori piena solidarietà. La Federazione ribadisce il proprio sostegno a fianco di chi nel nostro settore opera con impegno, passione e nella legalità e auspica che l’attività possa tempestivamente riaprire».

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Alberto Lupini


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