Apre Ie Koji: la cucina giapponese tradizionale arriva a Roma
Cucina casalinga, ma del Sol Levante. Ha appena aperto a Roma Ie Koji, osteria giapponese di Koji Nakai e Roberto Salvati: il posto giusto per mangiare i “piatti della nonna” in chiave tradizionale nipponica
C’è un’interessante novità nell’estate 2024 di Roma, è si chiama Ie Koji. Lo chef Koji Nakai, accompagnato dal proprietario di Sakana Sushi Roberto Salvati, ha aperto in via Marcantonio Bragadin 13 in zona Cipro, a Roma, un locale che raccontasse il Giappone e la sua cucina tradizionale.
«Abbiamo voluto ricreare un izakaya, la tradizionale osteria giapponese, in un ambiente casalingo dove si possono mangiare i piatti che cucinava mia nonna»: è questa l’idea che ha acceso la lampadina allo chef Nakai, nativo della città di Kobe in Giappone. La grande conoscenza della materia prima e delle tradizioni arrivano dal nonno cuoco e dalla sua esperienza, da giovanissimo, nel mercato ittico di Kobe e in diversi ristoranti. Nel 2008 arriva in Italia, dove viaggia tra Roma, Toscana ed Udine, fino all’apertura di Nakai nel 2022: un ristorante che si basa sulla cucina fusion tra le diverse culture che ha vissuto. Ora è pronto per la nuova avventura in Ie Koji.
Ie Koji, cucina tradizionale giapponese a Roma: le proposte dello chef Nakai
«Sono ancora pochi a Roma a proporre la vera cucina tradizionale nipponica. Ancora oggi quando si parla di ristorante giapponese, la maggior parte delle persone pensa immediatamente al sushi», raccontano i soci di Nakai. Nella proposta pensata dallo chef c’è spazio per piatti di crudo, come il classico sashimi, ma il focus principale è sulle preparazioni cotte. Acquistando prodotti soprattutto locali, l’offerta prevede quotidianamente dei fuori menu in base alla disponibilità del giorno e all’estro dello chef che realizza tutte le preparazioni.
La carta alterna carne e pesce, con ricette ancora poco conosciute e tutte da provare. Da non perdere c’è la frittata giapponese, Mentai dashimaki tamago, preparata ogni mattina in casa dello chef, con mentaiko e foglia di shiso, e la Fuwa fuwa omu rice, l’omelette tipica, particolarmente soffice, su riso con zucchine e pomodoro. Tra i cavalli di battaglia ci sono anche il ramen senza brodo, chiamato Tokyo abura soba, con uovo, spinaci e pancetta di maiale brasata, e il Mini sukiyaki, un piatto tipico di Kobe. Si tratta di uno stufato di verdure con tofu, straccetti di manzo e verdure con shirataki, spinaci e soia, servito direttamente su pentolino a tavola, mentre ancora sta cuocendo. Un’altra caratteristica, unica, del menu di Ie Koji è la grande varietà di piatti vegetariani. Dal tofu fresco homemade con salsa di verdure di stagione al Kinpira, ovvero verdure di stagione piccanti saltate con soia e sesamo. Anche il beverage è di ovvia ispirazione nipponica: la carta del sakè, bevanda alcolica tipicamente giapponese ottenuta da un processo di fermentazione che coinvolge riso, acqua e spore koji, propone circa 10 etichette. Presente anche una selezione di birre e cocktail giapponesi.
Ie Koji, come si presenta il locale? Lanterne e legno naturale la fanno da padrone
La sala offre 38 coperti, in attesa che si aggiungano, in futuro, ulteriori posti all’esterno. Dell’aspetto del locale se n’è occupata Valeria Vecello, fresca vincitrice del David di Donatello per gli interni del film “Rapito” di Marco Bellocchio, creando un ambiente autentico e rispettoso dell’identità ricercata dallo chef.
Grande spazio per il legno naturale, affiancato da alcuni elementi tipici della cultura giapponese come le lanterne Chochin e le tende Noren. «Proprio per l'importanza della chiave intimista che richiedeva questo progetto ho scelto un taglio cinematografico che mantenesse intatta l'anima ricercata - spiega Valeria Vecellio -. Prendendo ispirazione dai tipici izakaya e dalle caratteristiche architettoniche degli interni giapponesi, abbiamo scelto di ricreare una scatola, quasi appunto una scenografia di interni che accoglie il cliente in un rosso vivo colorblock mitigato dalla verticalità degli inserti in legno naturale a scandire zone ed esperienze e dalle luci calde delle lanterne giapponesi. Una nota ironica nei bagni dove nuovamente immergersi in piccole scatole sceniche fatte di bagni alle cascate e di onsen. Il taglio scenografico è amplificato dai numerosi elementi decorativi giapponesi recuperati da uno dei proprietari tra Tokyo, Osaka e Kyoto».
Ie Koji
Via Marcantonio Bragadin, 13 - 00136 Roma
348 4302368
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Alberto Lupini
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