Lo spicchio di territorio che dalla vallata del Chiampo, nell’estremo occidente vicentino, arriva a lambire le colline dei Lessini, è un dolce susseguirsi di morbide ondulazioni collinari, con creste che non superano i 400 metri, e vallette verdissime percorse da vari corsi d’acqua. Un territorio abbastanza piccolo, quasi un “parco vinicolo” per la qualità del paesaggio e la forte presenza di vigneti che ricoprono le colline fino a renderle un enorme mare verde. Qui sono racchiusi quattro comuni - Gambellara, Montebello Vicentino, Montorso Vicentino e Zermeghedo - con tanti piccoli tesori da custodire e un'infinità di ricordi storici da preservare e tramandare. Ad esempio, a Montebello sono stati ritrovati i resti di una Villa Romana del I secolo d.C. con vinaia e abbondanti vinaccioli.
A conferma che la coltura della vite è ampiamente conosciuta e diffusa in questa zona da quasi duemila anni. Invece a Montorso è stata scritta la novella “Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti”, paradigma di un amore contrastato tra due giovani che poi è finito in tragedia. I due innamorati, Romeo Montecchi e Giulietta Cappelletti (poi trasformato in Capuleti), appartenevano a famiglie, la prima ghibellina e la seconda guelfa, nemiche acerrime nella Verona del XIII secolo. L’autore dell’opera, o per meglio dire della tragedia, è stato Luigi Da Porto, storiografo e scrittore vicentino del XVI secolo, che la pubblicò nel 1530. Parecchi decenni dopo lo scritto arrivò nelle mani di William Shakespeare che lo trasformò in “Romeo and Juliet” un capolavoro assoluto della letteratura mondiale, donando alla vicenda dei due innamorati una perenne attualità. Invece a Soro, una frazione di Gambellara, un obelisco eretto nel 1868 ricorda una importante battaglia risorgimentale tra l’esercito austriaco ed una formazione di volontari del Lombardo Veneto.
Colline e vigneti della Doc Gambellara
Gambellara e gli affioramenti di basalto colonnare
Gambellara custodisce anche un tesoro geologico che merita di essere conosciuto e valorizzato. Si tratta di affioramenti basaltici, rocce magmatiche presenti in quanto l’intera zona è di origine vulcanica. Cioè nata dall’attività di antichi vulcani oggi spenti, nello specifico i monti Calvarina e San Marco, che hanno lasciato in eredità un suolo scuro ricco di basalto e tufo con una infinità di frammenti di roccia nera anche in superficie.
La cava di basalto
Per ammirare tali formazioni bisogna arrivare in Contrà Cava, dove si trova il Parco San Marco, che deve il nome alla omonima chiesetta posta sul dosso panoramico che domina Gambellara con il sottostante anfiteatro, un tempo il cuore del parco. Qui si apriva un grande giacimento di basalto di cui oggi è rimasto solo un piccolo affioramento, in quanto in passato è stato lungamente utilizzato in edilizia e per la realizzazione, nel secondo dopoguerra, delle massicciate ferroviarie.
Gambellara e i suoi vini più rinomati
Oggi la cittadina è conosciuta anche fuori dai confini regionali e nazionali per i suoi vini più rappresentativi (Gambellara Doc, Recioto di Gambellara Docg e Gambellara Doc Vin Santo) di straordinaria piacevolezza e longevità.
Per meglio caratterizzarla, l’intera Doc Gambellara è stata divisa in sei sottozone (Faldeo, Taibane, Monti di Mezzo, San Marco, Creari e Selva) ciascuna con un terroir ben definito in termini di clima, suolo e capacità produttiva, dove i vini assumono delle peculiarità uniche. Hanno una spiccata mineralità e si caratterizzano per sfumature balsamiche e varietà di profumi, dalla mandorla ai fiori bianchi, dalla frutta matura ai fiori d’acacia, capaci di entusiasmare esperti ed appassionati.
Alla base di tutto c’è la Garganega, un vitigno autoctono, incredibilmente vigoroso ed anche “disinvolto”, cioè in grado di dare vita a vini bianchi sia nelle versioni più fresche ed immediate ed anche in quelle più strutturate. I grappoli dorati hanno gli acini di media grandezza tendenti all’aranciato e al rosa, al momento della raccolta.
La Garganega
Uva Garganega: ottima anche per l’appassimento nei Picai
Le uve poi si prestano in modo particolare per l’appassimento, grazie ai grappoli spargoli ed agli acini con buccia molto spessa. La tecnica utilizzata è quella dei “Picai” che in dialetto veneto significa impiccati. Infatti i grappoli non vengono posizionati in orizzontale, nelle casse da appassimento ma sono legati, cioè impiccati, alle travi del fruttaio o della cantina per periodi che vanno dai 3 ai 6 mesi.
Appassimento con la tecnica dei picai
Consorzio tutela Vini Gambellara: da oltre 50 anni valorizza la denominazione
La tutela e la valorizzazione della Denominazione è affidata al Consorzio Tutela Vini Gambellara. Un organismo nato nel 1972 che oggi raggruppa una decina di produttori che rappresentano circa il 90% della produzione a denominazione per un totale di 600 mila bottiglie prodotte: 540 mila per le versioni di Gambellara Doc e Gambellara Classico Doc e 54 mila di Recioto Docg, spumante e fermo. C’è anche una produzione, seppur limitata (1.000 bottiglie in tutto) di Vin Santo Doc in quanto quella di Gambellara è l’unica Doc del Veneto che si “fregia” di tale vino particolarissimo, dal colore giallo ambrato e profumi intensi con note di frutta secca, vaniglia e frutta candita. Un vino di lunga storia, torchiato per tradizione nella Settimana Santa e che poi, per essere pronto per l’assaggio, deve maturare in botte per diversi anni.
Alla scoperta del territorio e di alcune cantine
Proprio Gambellara con il suo centro dominato dalla neoclassica parrocchiale di San Pietro Apostolo ed annesso campanile con cupola a cipolla, è sicuramente il punto di partenza ideale per andare a scoprire il territorio, meta apprezzata di gite e passeggiate, ed alcune delle aziende vinicole associate al Consorzio, assaggiare alcuni dei loro vini più rappresentativi e “toccare con mano” i percorsi enoturistici (alcuni ancora in embrione) avviati in questa wine destination.
La prima tappa è la Tenuta Natalina Grandi di Gambellara, con una storia vinicola lunga cinque generazioni. Oggi la cantina ha i vigneti in due territori: il primo nella zona collinare di Gambellara ed il secondo (più di recente) sulla sommità dei Colli Berici a Lonigo, su suolo calcareo argilloso. Le uve vengono lavorate con una filiera biologica.
Le Cantine di Gambellara fanno parte delle Cantine Vitevis, un gruppo cooperativo agricolo di cui fanno parte anche le cantine dei Colli Vicentini di Montecchio Maggiore, di Val Leogra di Malo e di Castelnuovo del Garda. I numeri di Vitevis sono di tutto rispetto: 2800 Ha di vigneto nel cuore del Veneto, tra Verona e Venezia, 13 milioni e passa di bottiglie prodotte ogni anno in due linee di imbottigliamento, 1350 soci conferitori e 99 dipendenti. La produzione abbraccia tutte le Doc, Docg ed Igt del territorio. I suoi vini oltre ad essere buoni, sono anche sostenibili. Infatti una delle certificazioni è relativa al SQNPI, cioè il Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata, ben riconoscibile per la presenza nel logo di un’ape. Ciò assicura sia la tracciabilità dell’intera filiera sia l’utilizzo in pieno campo di tecniche agronomiche rispettose dell’ambiente e della salute dell’uomo.
Il terreno vulcanico di Gambellara
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Degustazione di Gambellara Doc
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Le etichette della Cantina Del Maso
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Una delle etichette della Cantina Cavazza
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La terza tappa è la Tenuta di Tarcisio Maule immersa nei vigneti di Contrada Selva a Montebello Vicentino. L’azienda è nata nel 2019 per rendere omaggio al lavoro dei predecessori (i Maule coltivano la vite da oltre due secoli) e dare valore alla terra di Selva di Montebello. Vengono anche coltivati innovativi vitigni resistenti che permettono di ridurre i trattamenti fitosanitari dell’80 per cento. In cantina grande spazio all’innovazione, come la criomacerazione enologica, una tecnica di vinificazione a temperatura molto bassa per esaltare le qualità organolettiche dei vini prodotti in termini di profumi più intensi e fruttati. Molto apprezzati il Gambellara Classico 2021 ed il Passito Tarcisio.
Sempre in Contrada Selva si incontra la Cantina Cavazza: una realtà che guarda al futuro con autentica passione, giuste competenze tecniche e costante ricerca della qualità. Ciò con la consapevolezza che il buon vino nasce dal rispetto per la materia prima, tutto il resto è esperienza costruita nel tempo mista a saggezza. Nata nel 1928 da una famiglia di agricoltori si è via via sviluppata fino a diventare un’azienda vitivinicola di medie dimensioni con 600 mila bottiglie prodotte e 150 ettari di vigneti di proprietà distesi tra le colline di Gambellara e sui colli Berici, nel comune di Alonte. Due zone completamente differenti in termini di microclima e terroir. L’azienda ha anche studiato dei wine tour su prenotazione, che prevedono visita a vigneti, cantina e fruttaio più degustazione finale di 3-4 vini.
Per la quinta ed ultima tappa del veloce tour nel cuore della Garganega non ci spostiamo da Contrada Selva. Qui infatti c’è Dal Maso Wines, una cantina la cui storia è iniziata oltre un secolo fa sulle dolci colline di Gambellara. I suoi vini - che provengono da Gambellara, Colli Berici e Monti Lessini, tre diverse zone della provincia di Vicenza - sono lo specchio di un sapere artigianale di un fare vino che si converte in ricerca e progetto. Nella cabina di comando oggi siede la quarta generazione di famiglia: Nicola Dal Maso, enotecnico ed enologo dell’azienda, con le sorelle Anna e Silvia. Anche Dal Maso ha messo a punto iniziative enoturistiche con visite alla cantina e degustazioni personalizzate. Vengono anche organizzati eventi ed aperitivi con degustazione di prodotti del territorio con lo sfondo di una location tranquilla e senza stress, originale ed esclusiva.
Dove godersi i piaceri della tavola nella zona del Gambellara Doc
Per sperimentare i giusti abbinamenti tra i vini della Doc di Gambellara ed i piatti del territorio si può fare una tappa gustosa al Ristorante La Marescialla a Montebello Vicentino. Un locale, accogliente e ricercato, che da oltre 20 anni propone solo ottimi piatti tipici vicentini, preparati con ingredienti sempre freschi e stagionali. A Gambellara invece si può provare l’Antica Osteria Al Castello che propone una cucina del territorio preparata con maestria e un tocco di novità. Qui si può provare il “Risotto di zucca e liquirizia”, il “Maialino la nostra tradizione” con polenta e patate al forno e, per finire in dolcezza un “Semifreddo al Lessini Durello” con il cuore all’albicocca e frutti di bosco da accompagnare con un bicchierino di Vin Santo.
Infine, sempre a Gambellara merita una sosta golosa il Panificio Rossi Federico, in via Castello 3. Qui si può assaggiare una fetta di “brasadelo” il dolce tipico da accompagnare, in particolare, con il Recioto Passito di Gambellara. Una autentica delizia che si può anche acquistare per poi assaggiarla a casa, con calma.
Ristorante La Marescialla | Località Capitello 3 - 36054 Montebello Vicentino VI | Tel 0444649216
Antica Osteria Al Castello | Via Castello 21 - 36053 Gambellara VI | Tel 3714115707
Panificio Rossi Federico | Via Castello 3 - 36053 Gambellara VI | Tel 0444444193
Dove pernottare
Per rimanere sul territorio della Doc di Gambellara si può dormire al Business & Leisure Hotel Fracanzana, un quattro stelle immerso nei vigneti di Montebello Vicentino, a pochi passi dall’autostrada A4 e dalla stazione ferroviaria di Vicenza.
Business & Leisure Hotel Fracanzana | Via Fracanzana 3 - 36054 Montebello Vicentino VI | Tel 0444649521