Acque cristalline e spiagge chiarissime. Insenature incontaminate, incastonate tra le scogliere a picco sul mare. Grotte nascoste tra le rocce. Fondali ricchi di vegetazione, posidonia, coralli e stalattiti. Siamo nella costa orientale della Sicilia, a pochi chilometri da Siracusa. Siamo nel cuore della Riserva Naturale del Plemmirio, in una location magica, il Minareto resort, che sorge su un promontorio bagnato dalle acque dell'Area Marina Protetta, incastonato nelle bellezze della natura, tra terrazze di rocce a picco sull'acqua con vista sull'isola di Ortigia e Baia delle Latomie.
Minareto resort sorge su un promontorio bagnato dalle acque dell’Area Marina Protetta
Un luogo incantato che ha fatto da scenario alla kermesse, organizzata da Le Soste di Ulisse - unico esempio di brand territoriale regionale, in Italia, che riunisce il meglio dell'ospitalità di Sicilia - con l'obiettivo di creare un momento di incontro e di confronto, circa il ruolo centrale dell'Isola nel Mediterraneo, tra cultura gastronomica ed alta ospitalità. Anche in considerazione del fatto che la Sicilia vive un momento di grande attenzione come destinazione di un turismo internazionale colto e non solo balneare. Una due giorni - in compagnia di protagonisti dell'ospitalità, professionisti e stampa internazionale - dedicata alla cultura enogastronomica innovativa, alla conservazione e sostenibilità del Mediterraneo ed ai nuovi modelli di ospitalità, per una “Sicilia Futura”.
Quale sarà il futuro turistico della Sicilia? Anzi delle “Sicilie”?
“Di che Sicilia siamo fatti?” Così titolava il congresso, che si è aperto e si è concluso con questa domanda, alla quale non è facile dare una risposta. Quantomeno non una risposta univoca. Dato che la “sicilianità” nasce dalle stratificazioni storiche e dal passaggio delle influenze culturali che si sono susseguite e che hanno inciso nella mentalità e nel carattere del popolo siciliano, determinandone forti tratti distintivi. “La Sicilia - come ci ha insegnato Sciascia - non è una. Ne esistono molteplici. Forse infinite. Che al continentale, e forse al siciliano stesso, si offrono e poi si nascondono in un gioco di specchi”. (Cit. Corriere della Sera, marzo 2008 - Paolo Isotta).
Antonino La Spina, proprietario, insieme al fratello Cristian, del Minareto Resort, e associato delle Soste di Ulisse
Questo congresso - il primo dopo il lockdown che ha cambiato inevitabilmente in modo profondo la cultura dell'ospitalità - è certamente un punto di (ri)partenza che segna un nuovo inizio, con nuovi grandi spunti e una grande consapevolezza: la Sicilia, la cui bellezza e magnificenza sono decantati sin dai tempi di Omero, nel corso dei secoli ha acquistato un forte senso di identità e di unicità. E oggi i siciliani sono pronti a tracciare dei punti fermi, dei valori condivisi, un segno distintivo nel quale riconoscere e far riconoscere la propria “sicilianità”, in Italia e all'estero, con la logica di “fare sistema” per adeguarsi e rispondere alle esigenze dei nuovi mercati “di valore” del turismo, con l'obiettivo primario di preservare la loro identità. Ecco cosa ne pensa Antonino La Spina, proprietario, insieme al fratello Cristian, del Minareto Resort, e associato delle Soste di Ulisse.
Il passato e il futuro del Minareto, icona dell'ospitalità siciliana
«La caratteristica che accompagna un siciliano è l'orgoglio dell'appartenenza - afferma Antonino La Spina - E la volontà e a volte anche il coraggio, di rimanere nella propria terra rispettandone le caratteristiche e potenziandole, senza mai snaturarne l'essenza».
Il Minareto, una delle strutture ricettive più antiche del panorama siciliano, viene acquisito dalla famiglia La Spina nel 2002. Da allora ha inizio un profondo lavoro di riqualificazione, ancora oggi in divenire, nell'ottica della sostenibilità, nel rispetto dell'ambiente circostante e delle tradizioni del territorio. «Io penso di portare avanti la mia sicilianità valorizzando un luogo importante, come il Minareto - afferma orgogliosamente La Spina - stiamo operando per riqualificarne gli spazi e gli ambienti senza creare cubatura, nel rispetto della storia e della bellezza naturale del luogo. La ristrutturazione che stiamo portando avanti mette al centro prodotti totalmente locali: dai muretti in pietra bianca di Siracusa, ai rivestimenti in pietra lavica (un omaggio alla mia Catania), al tipo di vegetazione, tipica della macchia mediterranea: carrubbi, ulivi, melograni, fichi d'india. In realtà stiamo lasciando spazio anche alla “nuova vegetazione” siciliana, avocado e piante esotiche che ormai, a causa del cambiamento generale, anche climatico, fanno parte del panorama (e del mercato) dell'Isola».
La vista da una delle stanze del Minareto Resort
Ospitalità, benessere e offerta enogastronomica al centro del progetto di restyling che ha l'obiettivo di realizzare un upgrade del resort e trasformarlo in una struttura più moderna ed esclusiva lasciandone intatta la concezione originaria.
Come è il nuovo Minareto?
«Abbiamo arricchito l'offerta alberghiera con la realizzazione di nuove ville e il restyling di suite e camere. E con l'ammodernamento delle stesse - racconta il giovane imprenditore - quindi con nuovi materiali e un cambio di arredamento, interamente disegnato da Lucia Tiralongo, una scenografa del luogo, e realizzato dai fratelli Licciardello, artigiani del Catanese. E con un aumento dei servizi. Ogni unità, infatti, è dotata di ampi terrazzi, giardini privati, Jacuzzi o piscine private. Al centro dell'attenzione anche il miglioramento della qualità acustica e climatica. Infatti, tutte le camere (con pareti a secco) sono coibentate con l'utilizzo di lana di roccia e lana di vetro».
Una delle ville del Minareto Resort
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Una delle ville del Minareto Resort
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Una delle piscine del Minareto Resort
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La creazione di nuovi posti letto non è frutto di nuova cubatura ma di nuove acquisizioni di beni (come ville private o seconde case), spesso abbandonati o poco valorizzati che vengono integrati nella struttura e riqualificati. La superficie del resort, infatti, continua a crescere e, dai 24 mila metri quadri che era nel 2010, oggi è arrivata a 80 mila metri quadri. Il 90 per cento della nuova superficie acquisita oggi è dedicata al verde.
Il concetto di benessere al Minareto? Un vero e proprio parco
«Il rapporto con la natura - dice La Spina - per noi è fondamentale. Abbiamo infatti acquisito un nuovo spazio di 3 ettari dove abbiamo piantato degli ulivi già pronti, di circa 20\25 anni e lo abbiamo trasformato in un parco dedicato al benessere, con al centro una struttura in vetro di 150 metri quadri che già dai prossimi mesi ospiterà una palestra firmata Technogym. L'offerta benessere sarà completata da soluzioni “outdoor” con percorsi jogging e aromaterapia, tra ulivi, distese di lavanda, diverse varietà di menta, di rosmarino e di aromi che profumano di Sicilia».
Cosa si mangia al nuovo Minareto e alla piattaforma sul mare?
Al centro del grande progetto di restyling del Minareto c'è anche la ristorazione e l'ampliamento dell'offerta enogastronomica, su cui ormai da tempo, il giovane imprenditore siciliano e il suo team stanno lavorando con dedizione e impegno. E infatti non mancano importanti cambiamenti e novità. «La novità più importante - dice La Spina - è certamente l'introduzione, tra le offerte di ristorazione del Minareto, di Area M, la piattaforma sul mare del Porto Piccolo di Ortigia che gli ospiti potranno raggiungere, gratuitamente, dalla struttura, attraverso un'imbarcazione, con un servizio navetta “potenziato”. Il ristorante Area M è stato rilevato già qualche anno fa con il progetto di farlo entrare nel gruppo Minareto, infatti il nome, che è l'anagramma di Marea (nome del vecchio ristorante nella gestione precedente), sta anche per “Area Minareto” delocalizzato in Ortigia. La cucina del nuovo ristorante del gruppo si rinnova. Da qualche mese, infatti, è cambiato lo chef. Oggi alla guida della cucina di Area M c'è Federico Messina che arriva direttamente dalla brigata del Minareto, mentre lo chef della struttura è lo storico Seby Cappuccio, ormai veterano della squadra e Fabrizio Fazio è il responsabile F&B dell'hotel.
Area M, il ristorante di Ortigia del Minareto Resort
«Area M - racconta Antonino La Spina - tenderà sempre più al gourmet mantenendo una grande attenzione per i prodotti locali. Resterà sempre la vetrina col pesce fresco che potrà essere cucinato con la creatività dello chef, ma anche in modo tradizionale, quindi anche alla griglia o al sale o con ricette siciliane». Una scelta dettata dal fatto che, essendo Area M, a differenza del Minareto, aperto tutto l'anno, deve accontentare le richieste della clientela locale che frequenta e sostiene il ristorante anche nel periodo invernale.
«All'interno della struttura, invece - continua l'imprenditore - facciamo una ristorazione più trasversale. L'idea è quella di dare un'offerta che cambia con lo scorrere delle ore durante giornata. Iniziamo dalla colazione, che si conclude alle 10:30, poi parte il nostro “all day menu”, molto ben strutturato, con una proposta di piatti nazionali e internazionali, che vengono serviti in vassoio, in forma delivery, in qualunque parte della struttura: dalla spiaggia alle ville, alla scogliera, alla piscina. Con un sistema pratico e immediato in cui le richieste (a volte anche personalizzate e costruite su misura) vengono inviate attraverso WhatsApp e poi passate in cucina e convertite in comanda. È una formula che abbiamo sperimentato, per intuizione del nostro direttore Sergio Campailla, nel 2020, quando a causa del covid non era possibile accogliere i clienti nelle aree comuni. Tra le proposte non mancano i prodotti tipici e di tradizione siciliana, come degustazioni di arancini e granite con la brioche. Quest'anno proporremo anche le classiche brioche “col tuppo”, di tradizione catanese». Tra le preparazioni anche una reinterpretazione del pane e panelle, con la mortadella. «Certo non è un nostro prodotto - sorride La Spina - ma noi mandiamo il nostro pistacchio al nostro fornitore di mortadella di Bologna che ci personalizza il prodotto sicilianizzandolo». Non solo piatti di tradizione isolana nell'offerta gastronomica del pranzo del Ristorante dell'hotel, che si svolge nella sala interna e sulla terrazza Latomie. «Spesso ci vengono richiesti piatti di tradizione italiana - dice l'imprenditore - la carbonara per esempio, è una delle richieste più ricorrenti».
Tramonti spettacolari dalla terrazza del Minareto Resort
Al calar della sera, tra i colori magici del crepuscolo che segue al tramonto e le luci delle candele che cominciano a brillare sui tavoli, il ristorante si trasforma. «A cena cambia tutto - racconta Antonino quasi emozionato - cambia la mise en place, cambia l'offerta della carta. Ogni giorno vengono inseriti in menu: un antipasto, un primo e un secondo sempre diversi. In modo da dare agli ospiti la possibilità di provare nuove esperienze nei vari giorni di permanenza in struttura (che in media sono 4). Inoltre, la carta è molto ampia, infatti si compone di: 9 antipasti, 9 primi e 9 secondi, oltre ai dolci. La proposta dei piatti è completamente diversa da quella del pranzo, con una cucina che certamente affonda le radici nell'Isola, ma che offre preparazioni in grado di soddisfare la curiosità dell'ospite che magari arriva in Sicilia ed è la sua prima volta in Italia. Insomma, il ristorante dell'hotel, di sera, è proprio un altro ristorante. Speriamo, nel corso del tempo, di poter creare una location alternativa per la cena in modo da dare all'ospite la percezione della diversità tra le due tipologie di offerta gastronomica».
Minareto, la riqualificazione in nome della sostenibilità
«La parte più difficile della gestione di un hotel, la vera sfida - dice l'imprenditore siciliano - è quella di preservare il personale. Cosa non facile soprattutto per un'attività stagionale come la nostra. Il fatto che Area M sia aperta tutto l'anno ci aiuta a mantenere le brigate di sala e di cucina, spostandole dal Minareto al ristorante di Ortigia, e dall'altra parte, l'incremento del personale durante la stagione invernale ci dà la possibilità di evitare i contratti stagionali, di dare le ferie e il giorno di riposo a tutti, pur rimanendo aperti 7 giorni su 7 (probabilmente, infatti, salterà anche il giorno di chiusura che attualmente c'è). Cerchiamo di tenere con noi, e quindi di fare dei contratti a tempo indeterminato, anche ai dipendenti degli altri comparti e non solo a quelli dei ristoranti, reinventando ruoli e mansioni. Collocando, per fare un esempio, i bagnini nelle squadre della manutenzione, oppure nelle squadre dei giardinieri. In questo modo riusciamo a mantenere con noi tutto l'anno, con contratti a tempo indeterminato, almeno il 60% delle persone che fanno parte della squadra. Cerchiamo di “prenderci cura” anche di coloro che non riusciamo a tenere con noi tutto l'anno aiutandoli a trovare un impiego invernale, anche all'estero, garantendo loro di rientrare a lavorare con noi nella bella stagione».
La spiaggia del Minareto Resort
Un progetto molto ambizioso, quello dei fratelli la Spina, che punta sulla riqualificazione e sulla valorizzazione del territorio ma anche sull'attenzione e sul rispetto verso le persone, nell'ottica della sostenibilità e del consolidamento di una squadra di professionisti che sposino e amino idee e propositi. «Nessuno di noi è tanto in gamba quanto noi tutti insieme. Il lavoro di squadra permette a persone comuni di raggiungere risultati straordinari» (il team del gruppo Minareto).
Minareto
Via del Faro Massolivieri 26 - 96100 Siracusa
Tel 0931 721222