Il turismo del futuro, che è già presente, è “lento” e “goloso”. Dopo la pandemia, i viaggiatori sono, infatti, profondamente cambiati e nel viaggio ora ricercano esperienze ed emozioni autentiche che fanno rima con la scoperta dei piaceri del palato (e delle storie che si nascondono dietro il cibo) e degli incredibili manufatti italiani, il tutto (appunto) da gustare lentamente in contesti naturalistici eccezionali. Insomma, immergersi in un luogo, e nella sua natura, come un locale, direbbero i più.
L’Italia offre infiniti spunti per questo turismo lento e goloso, ma c’è un luogo, unico in Italia, lontano dalle mete del turismo di massa, e per questo ricco di fascino antico in cui convergono in un'unica vacanza natura, cultura, enogastronomia, sport e vita all’aria aperta: stiamo parlando del Delta del Po e dei lidi ferraresi. Qui l’estate fa rima con percorsi a piedi, in bici (i ciclisti hanno a disposizione 300 km di piste che si inoltrano da Comacchio, le sue valli e i suoi 7 lidi), a cavallo o in barca lungo i canali e le lagune, le saline, la vegetazione e gli uccelli rari come i fenicotteri rosa. E quest’anno anche con una celebrazione eccezionale: i 100 anni dalla straordinaria scoperta della prima tomba della necropoli di Spina, città etrusca delle valli di Comacchio che un secolo fa fece il suo ingresso nella storia.
Lidi di Comacchio in bicicletta. Foto: Consorzio Visit Ferrara
Spiagge dorate e mare bandiera blu
Cultura certo, ma anche spiagge ampie e sabbia dorata, mare Bandiera Blu, una pineta secolare che dipinge di verde la costiera: sono alcune caratteristiche uniche della straordinaria bellezza dell’universo naturalistico nel Parco del Delta del Po, Patrimonio mondiale Unesco, dove specchi d’acqua, uccelli acquatici rari, antichi casoni di pesca e suggestivi scorci diventano meravigliosi con i colori dell’alba o del tramonto.
Lidi di Comacchio. Foto: Archivio Provincia di Ferrara
L’estate qui è una continua meraviglia, che si può vivere soggiornando nelle strutture immerse nel verde, nei camping divenuti famosi in Italia per l’alta qualità dei servizi e la capacità di mimetizzarsi nelle pinete marittime vicino al mare, nei villaggi che si distinguono per impianti sportivi e opportunità di wellness e negli appartamenti.
Ogni lido è diverso dall’altro: le spiagge del lido di Volano e il bellissimo lago del lido delle Nazioni sono ideali per gli amanti degli sport acquatici, il lido di Pomposa, il lido degli Scacchi e Porto Garibaldi sono la meta più amata dalle famiglie che vogliono trascorrere vacanze rilassanti tra mare e natura, mentre il lido degli Estensi e il lido di Spina, con le loro ampie spiagge e i locali notturni sono l’ideale per i giovani.
I 100 anni di Spina, una straordinaria epopea archeologica
Sono trascorsi 100 anni dalla straordinaria scoperta della prima tomba della necropoli di Spina, città etrusca delle Valli di Comacchio che un secolo fa fece il suo ingresso nella storia, svelando a poco a poco la sua origine di porto privilegiato di Atene sul Delta del Po e sull’Adriatico, fulcro di commerci tra la Grecia e la Pianura Padana, porta d’ingresso della grecità in Occidente e luogo di miti antichi come quello di Dedalo e Icaro. Dal 1922 sono state rinvenute oltre 4mila tombe, in cui sono state trovate numerose ceramiche attiche, e dal 1956 l’abitato di Spina, oggetto di indagini che continuano a stupire.
Valli di Comacchio, Sezione Open Air - Museo Delta Antico, foto di Cristina Bagnara, Comunicattivi
Per raccontare i 100 anni di Spina, la Galleria d’Arte di Palazzo Bellini di Comacchio ospita la mostra “Spina 100 - Dal mito alla scoperta: a un secolo dal ritrovamento della città etrusca” (fino al 16 ottobre 2022), con un percorso espositivo articolato in una sequenza di ambienti per rivivere la scoperta dell’antica Spina e del suo tesoro.
Campagne ferraresi. Foto: Visit Ferrara
Inaugurata anche una sezione open air del Museo Delta Antico nell’area di Stazione Foce delle Valli di Comacchio, dove turisti e appassionati possono ammirare dal vivo la ricostruzione, in scala reale, di uno spaccato dell’antica Spina con case etrusche di legno e canne palustri, realizzate seguendo gli indizi emersi dalle indagini archeologiche. Si passeggia in un ambiente molto simile a quello che greci ed etruschi ammiravano 2500 anni fa, ripercorrendo un viaggio nel tempo che trasporta poi i visitatori dalle antiche costruzioni etrusche, con il suo alternarsi di vie e canali, ai suggestivi casoni del Parco del Delta del Po con i suoi paesaggi unici, fino a Comacchio, la città sull’acqua dove il Museo Delta Antico ospita fra meravigliose sale una sezione etrusca dedicata a Spina.
Tanti sono anche gli eventi collaterali, come i giovedì di Spina, conversazioni pomeridiane nel pronao del Museo Delta Antico di Comacchio (alle 18:30 fino a settembre 2022), convegni, rappresentazioni storiche in chiave turistica e numerose sorprese.
Esperienze bike & boat
I lidi sono punti di partenza ideali per partecipare ad escursioni in motonave, in bicicletta, o in barca a vela. Tutti i giorni da Stazione Foce parte il tour in barca nelle Valli di Comacchio oasi e dimora di rari uccelli e fenicotteri. Si può scegliere anche l’esperienza Bike & boat nelle valli e nella Salina di Comacchio oppure l’escursione bike & boat al tramonto dal mare alle valli. Gli amanti della bici possono optare per il percorso nella vecchia Salina, 7 km alla scoperta dell’impianto realizzato in epoca napoleonica immersi nella natura, con mostra sulla raccolta del sale. Oppure si può andare in barca da Comacchio ai luoghi dell’anguilla o per chi preferisce, ci sono le esplorazioni delle valli in canoa.
Attracco di Sabbioncello San Vittore. Foto: Visit Ferrara
Comacchio, la città che si specchia sull’acqua
A pochi km dai lidi, si trova Comacchio, la città d’arte sull’acqua. Il consiglio è quello di seguire i canali scoprendo sulle onde dell’acqua il riflesso dei palazzi storici, delle case colorate e delle chiese racchiuse sulle isole che la compongono. Salite su una barca e scivolate attraverso la storia, lungo il Canal Maggiore per arrivare, infine, alla porta più prestigiosa della città: il Ponte monumentale Trepponti (Pentarco) con le sue cinque scalinate. L’acqua scorre e arriva al mare. Ascoltate il suono delle campane che da sempre si propaga lontano, oltre le valli da pesca. Seguite i ciottoli delle strade: vi porteranno lungo la teoria dei ponti che collega tutte le isole della città delle piccole barche. Apprezzate il profumo del pesce arrostito che si propaga fra i canali. Qui i pesci, infatti, sono veloci, arrivano in tavola direttamente dal mare o dalla valle. E qui di ristoranti dove mangiarli bene ce ne sono davvero tanti: dalla Locanda del Delta, realizzata in un vecchio edificio ottocentesco (in cui si può anche soggiornare in una camera con vista sul settecentesco Ospedale degli Infermi, il Ponte degli Sbirri e in lontananza la Torre dell’Orologio e la Loggia del grano) a La Comacina, dove seduti comodamente ai tavoli della barca terrazza potrete gustare la mitica anguilla (per poi soggiornare in una della 14 camere della locanda), dalla Trattoria della Pescheria alla Trattoria del Borgo, entrambe a gestione famigliare, da Vasco e Giulia a Cantinon, realizzato in un'antica e originale cantina comacchiese. Pesce freschissimo che qui viene accompagnato dai vini del territorio: Fortana, Sauvignon, Bianco del Bosco e Merlot sono le 4 Doc locali, etichette tra le più conosciute tra i diversi Vini delle Sabbie.
Consorzio Visit Ferrara - Comacchio - Foto di Roberto Fantinuoli
Prima di lasciare la città imperdibile una visita al Museo del Delta Antico e alla Manifattura dei Marinati per scoprire la lavorazione dell’anguilla. All’interno dell’antica fabbrica di lavorazione dell’anguilla marinata tradizionale delle Valli di Comacchio, i 12 camini si accendono per la cottura del pesce. Spiedi, cesti, coltelli e tini per la salamoia sono pronti per veder ripetere ancora una volta i gesti secolari che riproducono una delle tradizioni più tipiche di questi luoghi. Qui le anguille oggi come allora, vengono pulite, tagliate, arrostite e poi marinate nell’aceto.
Rigeneranti esplorazioni nelle Valli di Argenta
Lasciamo Comacchio e i suoi lidi alla ricerca di nuove avventure. Tramonti infuocati e oasi naturali incantevoli con variegate specie di uccelli ci aspettano una volta raggiunte nelle Valli di Argenta, una delle più vaste zone umide d’acqua dolce dell’Italia settentrionale, area naturalistica di pregio nel Parco del Delta del Po. È un ecomuseo dal valore ambientale unico, ideale per passeggiate ed escursioni a piedi, in eco-shuttle o in bicicletta, mentre l’estate colora questo territorio ricco di natura della provincia ferrarese. Aironi bianchi, aironi cenerini, spatole, oche selvatiche, martin pescatore, poiane e molte specie di anatidi vivono in questo scrigno di biodiversità, dove rilassarsi e camminare respirando aria pura. È la prima stazione di pianura del Parco del Delta del Po in cui il lupo si è insediato, insieme al capriolo, dopo secoli di assenza. C’è infatti anche una coppia di lupi, denominata teneramente dai residenti Marco e Anna, che recentemente ha popolato le Valli di Argenta di sette cuccioli.
Valli di Argenta. Consorzio Visit Ferrara
L’ecomuseo di Argenta svela tre stazioni museali, tra cui il Museo delle Valli di Argenta e il Museo della Bonifica, riconosciuti dall’Istituto per i Beni culturali dell’Emilia-Romagna. Il primo è un’isola in cui l’equilibrio tra terra ed acqua crea le condizioni ideali per la convivenza di specie animali e vegetali preziose. Scenari panoramici straordinari si aprono agli occhi dei visitatori, che possono fare tappa al Casino del Campotto, un edificio rurale trasformato in centro di educazione ambientale, al cui interno sono stati ricreati dei percorsi espositivi con sezioni storico-antropologiche e naturalistiche, mentre all’esterno boschi, prati umidi, lamineti si estendono per 1.600 ettari, per creare l’Oasi di Val Campotto.
Da non perdere, una passeggiata nella penisola di Boscoforte, che ha riaperto al pubblico l’estate scorsa dopo anni di chiusura. Un angolo di paradiso protetto, creato da un antico cordone dunoso formatosi in epoca etrusca, che si spinge per circa 6 km dall’argine sinistro del Reno fino alle Valli di Comacchio, disegnando dossi sabbiosi, canali, canneti, e l’ambiente ideale in cui scorgere bellissimi esemplari di cavalli Camargue-Delta, che vagano liberi allo stato brado, e splendidi fenicotteri rosa.
Il Museo della Bonifica è stato realizzato nell’impianto idrovoro, un esempio di archeologia industriale inserito nel contesto di edifici in stile liberty, utile per il sollevamento e lo scarico delle acque nel fiume Reno. Qui c’è anche un’antica centrale termoelettrica con immagini che raccontano i lavori di bonifica, le caldaie per produrre il vapore e strumenti più moderni. All’interno della chiesa di San Domenico c’è invece il Museo civico di Argenta, esempio di architettura quattrocentesca con mattoni a vista e con un campanile con guglia in mattonelle di terracotta policroma.
1/6
Consorzio Visit Ferrara - Acquadelle, Archivio Fotografico Provincia Ferrara
2/6
Consorzio Visit Ferrara - Cappellacci - Archivio Orsatti
3/6
Consorzio Visit Ferrara - Coppia ferrarese - Archivio Fotografico Provincia Ferrara
4/6
Consorzio Visit Ferrara - Grigliata di anguille - Archivio Fotografico Provincia Ferrara
5/6
Consorzio Visit Ferrara - Salama da sugo - Archivio Orsatti
6/6
Previous
Next
Qui si può partecipare a escursioni nel bosco di Traversante, immergersi tra alberi, ninfee ed animali, passeggiare sulle tracce dei lupi, seguire itinerari su due ruote, godere della magia della natura in tutte le stagioni.
E se la pancia chiama? Consigliamo la tappa (e la sosta) all’Agriturismo Vallesanta a Campotto, una piccola frazione di Argenta. Immerso nell’oasi di Vallesanta, l’agriturismo fa parte di un’azienda agricola a conduzione familiare dove si possono godere sia dei prodotti tipici della campagna attraverso la cucina del ristorante, ricavato in quella che fino al 1979 era una stalla per mucche da latte, sia del silenzio e dei colori della valle nell’accoglienza delle camere. In menu i primi piatti tradizionali rigorosamente fatti in casa (come tortelli d’ortica, cappellacci di zucca, tagliatelle e tortellini), ma anche specialità a base di selvaggina riportate in tavola seguendo antiche ricette di famiglia, come la lepre alla cacciatora, il risotto alla folaga, il fagiano e le quaglie. Senza dimenticare gli arrosti di carne e il pesce di valle, come l’anguilla, la carpa, il pescegatto e il siluro, rivisitati in chiave più moderna.
Prima di lasciare questo museo a cielo aperto che sono le Valli dell’Argenta, gli enoturisti e gli amanti del buon vino in generale non devono perdere una tappa degustazione da Mariotti a Consandolo, dove scoprire come nascono e come sono i vini delle sabbie.
Ferrara, la città delle biciclette
Ed eccoci ora giunti a Ferrara, la città della bicicletta (e dalla buona tavola, nonché dell’ospitalità autentica) che, nonostante le parole del poeta George Gordon Byron ne Il lamento del Tasso (“O Ferrara, quando più i duchi fra le mure tue dimoreranno, decadrai e i tuoi palazzi senza vita non saranno che ruine sgretolate), e la scomparsa da tempo della dinastia degli Este, mantiene tutto il suo antico splendore con il centro storico dal 1995 Patrimonio dell’Umanità Unesco.
“Città del Rinascimento” e città d’acqua, perché disegnata nei secoli dal Po, al quale è ancora particolarmente legata, Ferrara accompagna i ciclisti, professionisti e no, (ma è perfetta anche per chi ama camminare) a pedalare lento tra le sue tortuose viuzze medievali che seguivano i capricci dell’acqua (e che sono ancora incredibilmente intatte) o via per i lunghi viali (via degli Angeli, via dei Prioni e via degli Equinozi) che attraversano ancora immutati la città, fino alle sue splendide mura e poi ancora, fuori, alla ricerca delle meraviglie naturalistiche del Parco del Delta del Po, scrigno di biodiversità, delle bellissime Delizie Estensi, delle Valli di Argenta, fino a Comacchio, e alle ampie spiagge dei 7 Lidi. Allora in sella, iniziamo spensierati un tour goloso e a misura d’uomo alla scoperta della “terra della dolce vita”.
Pedalando per Ferrara alla ricerca di “delizie”
Il viaggio comincia dal maestoso Castello Estense, simbolo di Ferrara, che si erge sul fossato navigabile su piccole barche con le sue imponenti torri, tra cui spicca la Torre dei Leoni, punto panoramico da cui ammirare il cuore ferrarese. Era la residenza degli Este costruita nel 1385 come fortezza per il controllo politico e militare, diventata poi la residenza dei duchi. Anche le prigioni sotterranee del Castello sono ricche di storie da scoprire, come quella di Parisina, moglie del marchese Niccolò III che si innamorò del figliastro Ugo. Scoperti, dopo uno straziante periodo nelle segrete, furono decapitati.
In zona, per la meritata tappa golosa consigliamo due ristoranti. Uno è Makorè, il primo ristorante-pescheria di Ferrara e dove, naturalmente il pesce è il protagonista assoluto. Per chi prova la cucina di Makorè per la prima volta, il consiglio è quello di optare per la degustazione di 5 o 8 portate che condurrà in un’esperienza unica al sapore di mare. L’altro il Ca' d' Frara, una trattoria moderna, come amano definirsi, in cui i piatti raccontano di un territorio fatto di terra e acqua e di una cucina tradizionale, che affonda le sue radici nella storia della città e nella sua cultura popolare. Da provare il tipico Pasticcio alla Ferrarese (crosta di pasta dolce ripiena di maccheroni pasticciati con ragù bianco. Besciamella, funghi, noce moscata e tartufo) o gli altrettanto tradizionalissimi Cappelletti della tradizione in brodo di cappone.
Anche per chi vuole soggiornare in questa zona ricca di storia e fascino consigliamo due hotel. Il primo è il vicinissimo Mercure Ferrara Hotel con le sue camere, tutte finemente arredate e dotate di ogni comfort, alcune proprio con una suggestiva vista sul Castello estense. Il secondo è l’Astra Hotel che dal 1958 rappresenta una soluzione ottimale non solo per vivere la città ma per assaporarne l’autentica ospitalità.
Di fronte al Castello si allunga Corso Ercole I d'Este, la strada che congiunge alla porta nord delle mura della città (da molti definita come la via più bella d’Europa), attraversando l'Addizione Rinascimentale voluta da Ercole I, che grazie all’architetto Biagio Rossetti ha ampliato la città e creato palazzi di pregio come il famoso Palazzo dei Diamanti, con il suo caratteristico bugnato della facciata a forma di diamante, sede di importanti mostre ed esposizioni. Leggenda vuole che tra le 8mila pietre in marmo bianco e rosa che compongono il bugnato delle due facciate del Palazzo dei Diamanti, sia nascosto un diamante vero. L’idea fu di Ercole I d’Este in persona e pare si trattasse addirittura di una delle pietre della sua corona.
Palazzo Diamanti. Foto: Caspar Diederik
Per vivere oggi la magia di quegli sfarzi, consigliamo di soggiornare all’Hotel Duchessa Isabella. Unico hotel a cinque stelle nel cuore di Ferrara prende il nome dalla figura storica di Isabella d'Este e, oggi membro delle dimore d’epoca, è un vero e proprio omaggio alla storia cinquecentesca: le sale dai soffitti a cassettoni con fregi in oro zecchino, le autentiche porte laccate del '500, i camini dai colonnati antichi, gli affreschi dai colori splendidi ad opera degli artisti della scuola ferrarese e la cura nei dettagli offrono un'atmosfera raffinata e unica che vi permetterà di vivere un vero e proprio viaggio nel tempo.
Pedalando lungo le mura. Foto: Luca Gavagna
Giunti alle Mura di Ferrara - lunghe 9 km - si passa tra baluardi, torrioni, cannoniere, porte e passaggi immersi fra alberi e prati. Per poi proseguire verso via delle Erbe (che collega piazza Ariostea al percorso delle Mura degli Angeli) un pezzo di campagna nel cuore della città. Ed è proprio in questa vasta aera verde che potrete addirittura immaginare il mitico Giardino dei Finzi Contini, decantato da Giorgio Bassani nell’omonima opera.
Qui la sosta golosa è all’Agriturismo Principessa Pio con i suoi quattro ettari di terreno in uno spazio verde incontaminato a pochi passi dai monumenti storici del centro. La pasta è fatta rigorosamente in casa (con le uova delle loro galline e tirata a mano). Da provare assolutamente i cappellacci di zucca violina (già presenti nei ricettari rinascimentali degli Estensi) che qui potrete mangiare sia in una versione tradizionale che con un “vestito” più ricercato come con mandorle e guarniti con petto d’anatra.
Per dormire in questo incanto bucolico, perfetta Villa Horti della Fasanara. Luxury boutique hotel, la villa è uno dei luoghi più romantici e affascinanti della città, in cui storia, arte e natura si intrecciano in una splendida cornice rinascimentale. La splendida villa si trova all’interno di quella che un tempo rappresentava la riserva di caccia dei nobili Estensi in un contesto ambientale di rara bellezza che regala emozioni a chiunque giunga a visitarla.
Tornando nel centro storico, con pochi passi o meglio pedalate, si aprono allo sguardo immagini di incredibile bellezza: il Palazzo Municipale, nella piazzetta omonima, antica sede dei duchi d’Este, con la bianca scalinata, la Cattedrale dallo stile gotico-romanico, Piazza Trento e Trieste con i portici e il caratteristico “listone”, una delle più grandi piazze europee.
In zona fermatevi a provare la tipica cucina ferrarese di terra e di mare dell’Osteria La Compagnia, ricavata in un antico cassero ferrarese tutto in legno e pietra. L’ambiente è caldo e accogliente, arredato con cose semplici nel rispetto delle antiche tradizioni, come naturalmente le paste fatte in casa, con gli immancabili Cappellacci ripieni di zucca violina. Stesso amore per la tradizione Da Noemi, una trattoria in un bellissimo palazzo del 1400 in cui gustare il Bollito misto della tradizione con assaggio di salamina da sugo ferrarese e purè o la Braciola di Mora Romagnola alla griglia con patate al forno. In zona si dorme all’Hotel Annunziata, il primo hospitality hub hotel a Ferrara che offre anche tutta una serie di servizi per turisti, local e ciclisti che non vi soggiornano.
L’itinerario continua nella Ferrara ebraica, che nasce da Via Mazzini fra stradine e abitazioni di cotto rosso. Si giunge all’edificio del Museo ebraico e delle Sinagoghe, ricco di oggetti tradizionali e di culto, e nei luoghi di testimonianza della città. In via Piangipane vale la pena fermarsi al Meis – Museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah.
In zona si mangia da Cucina Bacilieri dove Michele Bacilieri unisce la tradizione emiliana e ferrarese alle sue idee di cucina alternativa: la carne e il pesce, il tartufo che incontra l’uovo, il rombo e l’anguilla che si accostano al foie gras, il bollito che si concettualizza e il sedano che si immerge in un’alternativa macedonia di frutta e verdura… Per dormire qui c’è il Maxxim hotel & loft, nato all’interno della più antica e nobile eredità estense, il palazzo Beccari – Freguglia, appartenuto ai Conti già dal XV secolo. La chicca? L’hotel dedica due corti interne alla colazione! Perfetto per gustarsi la tipica Tenerina, la torta preparata con una base di cioccolato fondente, burro, zucchero, uova e pochissima farina.
In bici e in barca lungo gli Anelli del Po
Zaino in spalla con dentro la “Coppia” di pane ferrarese, e perché no, una bottiglia di Vini delle Sabbie (chiamati così perché nascono vicino la costa in terra sabbiosa) ora si parte alla scoperta delle novità 2022: quattro nuovi percorsi ad anello in collaborazione con Visit Ferrara, con partenze programmate da Ferrara, per vivere esperienze uniche tra le arti del Rinascimento, le preziose aree naturalistiche e le bontà enogastronomiche del territorio all’insegna del turismo fluviale e della mobilità sostenibile.
Delizia del Belriguardo. Foto: Visit Ferrara
L’Anello del Rinascimento
Sicuramente da non perdere l’escursione guidata lungo l’Anello del Rinascimento (il 28 agosto e il 25 settembre) che da Ferrara prevede un bellissimo percorso in bici con visita alla Delizia del Belriguardo, definita la Versailles degli Estensi, e alla Delizia del Verginese, con interni decorati di stucchi, fiori in stile liberty a tempera, conchiglie, rosoni, volute e spesse cornici che delineano soffitti e il colorato giardino. Il ritorno è in barca, navigando sul Po di Volano. Il percorso in bici è di circa 40 km, con tappa all'Agriturismo i Due Laghi dove degustare i prodotti tipici e rinfrescarsi nell’oasi del lago (qui si può anche dormire e c’è anche un centro benessere con due saune finlandesi, una bio sauna e un bagno turco.
L’Anello del Po di Volano
Il 3 luglio, che coincide con la data della Notte Rosa, e poi in autunno il 23 ottobre, si potrà seguire l’itinerario, complessivamente di 42 km, lungo l’Anello del Po di Volano, che comincia con un tragitto su due ruote sul percorso cicloturistico della Destra Po, con tappe alla Pieve di San Venanzio nei pressi di Copparo, una sosta a Copparo per visitare la sua Delizia, e a Villa Mensa, palazzo storico un tempo frequentato da personaggi illustri, per poi imbarcarsi a Sabbioncello San Vittore rientrando navigando sul Po di Volano a Ferrara.
Delizia del Verginese. Foto: Visit Ferrara
L’Anello del Grande Fiume
L’Anello del Grande Fiume (4 settembre e 30 ottobre) parte dalla città estense per proseguire sulla ciclabile del Burana e giungere a Bondeno, dove visitare la Rocca di Stellata con la sua particolare pianta a stella e il Museo Civico archeologico nel cuore del borgo; nel pomeriggio, dopo il pranzo al Ristorante Albergo Tassi, fondato nel 1916, in perdere il consommé di passatelle tartufate in brodo, i piccoli assaggi di cappellacci con ripieno di zucca, le lasagne vegetariane o le tagliatelle con salsiccia e fagioli, si prende la barca per rientrare a Ferrara navigando sul fiume Po.
L’Anello delle Delizie
L’Anello delle Delizie (9 ottobre) è un viaggio tra le straordinarie residenze degli Estensi e prevede un percorso in bici fino a Villa Mensa, continuando fino alla Delizia di Copparo, progettata dall’architetto Terzo de Terzi che realizzò un imponente fabbricato composto da cinque torri collegate fra loro, ampi porticati, cortili interni e sale grandiose, e alla Pieve di San Venanzio, chiesa romanica costruita nel 1344 sul dosso di un antico alveo fluviale. L’itinerario prevede poi la navigazione da Ro Ferrarese fino a Ferrara.
Salutiamo questi luoghi colmi di gratitudine per le esperienze uniche che hanno donato, in particolare per il tuffo in una città e una provincia a misura d’uomo in cui la natura è ancora protagonista e dove il cibo riporta indietro nel tempo mostrandoci che cosa infondo conta veramente.