Una fra le perle, veramente uniche, della Provincia di Brescia (www.visitbrescia.it) sono le limonaie dell’Alto Garda, (i “Giardini dei limoni” ammirati da Goethe), concentrate soprattutto nella zona che va da Toscolano Maderno a Limone, con la massima concentrazione nell’area di Gargnano.
I limoni del Grada. Foto: Visit Brescia
Il ruolo fondamentale per l’economia del paese
Chiamate anche “giardini d'agrumi” per la loro bellezza, uniche al mondo nel loro genere, testimoniano un’attività che, nel passato, aveva rivestito un ruolo molto importante per l’economia del Garda, che dal 1700 esportava i suoi limoni in tutt’Europa. Tipica la loro struttura, con pilastri di candide pietre sovrapposte (che un tempo, d’inverno, sostenevano la copertura fatta di vetri e assi), circondati su tre lati da alte mura di pietra e aperti sul quarto verso il lago: in queste serre venivano coltivati non solo i limoni, un’attività che oggi si è in gran parte perduta, ma anche aranci (per uso familiare) e cedri, destinati quasi esclusivamente alla fabbricazione dell' "acqua di cedro", profumatissimo liquore distillato dalla buccia.
La bellezza che affascinò anche Goethe
Johann Wolfgang Goethe, scrittore, poeta e drammaturgo tedesco, passando in barca da Torbole a Malcesine il 13 settembre 1786 scrisse: «...Passammo davanti a Limone, con i suoi giardini a terrazze su per il pendio dei monti; uno spettacolo di ricchezza e di grazia...» e ancora «...La lentezza della traversata favoriva l'osservazione e la contemplazione di questo piacevole spettacolo...». Queste e altre testimonianze vennero inserite nel saggio Viaggio in Italia che l'autore descrisse tra il 1813 e il 1817 e pubblicò in due volumi.
Cosa resta oggi delle vecchie limonaie
Per oltre quattro secoli il territorio del lago di Garda, in particolare la sponda occidentale nel tratto che va da Toscolano Maderno a Limone, ha visto un’intensa produzione di limoni e di arance. Il clima mite e la costruzione delle prime limonaie nel ‘600 favorirono il commercio di agrumi, reso ancora più florido dalla richiesta dei Paesi dell’Europa centrale che in questo modo potevano avere i frutti in tempi più brevi e a un minor costo rispetto a quelli prodotti in Sicilia. Con l’Unità d’Italia la coltivazione iniziò a non essere più remunerativa, e venne progressivamente abbandonata: moltissime delle centinaia di limonaie caddero in disuso.
Cosa resta oggi delle storiche limonaie sul lago di Garda, imponenti strutture a terrazzamento? Comuni, enti e privati si stanno impegnando nella loro salvaguardia, e alcune limonaie sono state sistemate e aperte al pubblico, con la possibilità di visite singole o guidate. Ecco le limonaie da non perdere!
Pra dela Fam, la regina delle limonaie
Pra dela Fam è uno splendido golfo che compare quando meno te l’aspetti tra due gallerie in territorio di Tignale, lì dove la gardesana compie una curva e il lago, la strada costiera e la roccia a picco creano un incredibile scorcio. Bar, spiaggia e la storica limonaia, il tutto in un’oasi di pace direttamente sul lago: Pra dela Fam è un vero paradiso, un angolo impossibile da dimenticare.
La limonaia Pra dela Fam è stata recuperata dalla Comunità Montana a partire dal 1985: tre terrazzamenti del giardino d’agrumi settecentesco con carte esplicative e fotografie storiche sono aperte al pubblico, ed è anche possibile acquistare prodotti tipici locali. www.ecomuseopradelafam.com
Le illustri limonaie del Garda: La Malora e la Limonaia del Castel
Le limonaie sono un grande esempio architettonico ormai unico: altri centri del Garda custodiscono limonaie aperte al pubblico, come, ad esempio, Gargnano, dove i terrazzamenti per la produzione di agrumi hanno giocato un ruolo fondamentale per l’economia del posto. Oggi tra le limonaie visitabili spicca “La Malora”, tuttora in funzione. limonaialamalora.it
A Gargnano si coltiva ancora, fra l’altro, un particolare tipo di limone, la Madernina, utilizzato anche per liquori, marmellate e sciroppi. E sempre a Gargnano ogni anno viene organizzata in primavera una bellissima manifestazione “Giardini d’agrumi”.
Anche a Limone del Garda c’è una limonaia visitabile: è la Limonaia del Castel, tornata in uso grazie all’intervento dell’Amministrazione comunale. Costruita nel primo Settecento, la limonaia ha subito varie trasformazioni. Oggi sono in produzione una settantina di agrumi, tra cedri, limoni, aranci, chinotti e molto altro. www.visitlimonesulgarda.com
Agrumi a km 0: il Cedro di Salò
E le sorprese non finiscono qui! Ancora oggi a Salò è possibile degustare l’antico frutto salodiano per eccellenza: il Citrus Medica, più noto come Cedro di Salò.
Originario del paese gardesano e in seguito diffusosi in altre zone d’Italia, in particolare nella riviera ligure di Ponente dove viene chiamato “cedrino”, dopo anni di declino sulle coste del Benaco i signori Giacomini sono riusciti a riportare il frutto nella sua terra di origine.
La vicenda è molto interessante e merita di essere raccontata: avendo ritrovato il Cedro di Salò in due ville padronali tra Menton e la provincia di Savona e Imperia, Tiziano e Monica tagliarono tre marze innestandole su un arancio amaro, su un grumelo e su un volcameriano. Un innesto di successo che dopo diversi anni e svariati test organolettici eseguiti dall’Istituto Pastori di Brescia ha portato all’ottenimento del passaporto e della certificazione: il Cedro di Salò è ufficialmente tornato sul suolo salodiano e benacense! www.facebook.com
Per informazioni: www.visitbrescia.it