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Valdarno e Valtiberina: alla scoperta di una Toscana insolita

Castelli e borghi medievali, musei, oliveti a perdita d’occhio, vini e prodotti tipici, importanti ritrovamenti preistorici: un tour di tre giorni delle valli che seguono il corso dell’Arno e del Tevere

di Beatrice Tomasini
 
06 novembre 2022 | 16:30

Valdarno e Valtiberina: alla scoperta di una Toscana insolita

Castelli e borghi medievali, musei, oliveti a perdita d’occhio, vini e prodotti tipici, importanti ritrovamenti preistorici: un tour di tre giorni delle valli che seguono il corso dell’Arno e del Tevere

di Beatrice Tomasini
06 novembre 2022 | 16:30
 

Castelli e borghi medievali, musei con opere di inestimabile valore, oliveti a perdita d’occhio, vini e prodotti tipici per tutti i gusti, importanti ritrovamenti preistorici: un tour di tre giorni alla scoperta delle valli che seguono il corso dell’Arno e del Tevere a meno di un’ora da Firenze, Arezzo e Siena.

Il Lago di Campaldoni (foto Tiziana Bigiarini) Valdarno e Valtiberina: alla scoperta di una Toscana insolita

Il Lago di Campaldoni (foto Tiziana Bigiarini)

Primo giorno: Valdambra 

Il viaggio alla scoperta della Valdambra (dal nome dell’affluente sinistro dell’Arno) non può che incominciare in un suo punto strategico: la Torre di Galatrona, costruita per sorvegliare quella porzione di territorio lungo la via consolare Cassia, è l’unica traccia rimasta di un castello che pare ospitasse al suo interno un villaggio fortificato con una ventina di abitazioni. In pietra arenaria il “Torrione” si sviluppa su cinque piani a 27 metri di altezza: una ripida scala porta alla sommità dove si può ammirare un magnifico panorama che spazia fino al Valdarno tra morbide colline, una fitta vegetazione di eriche, ginepri, lecci e ginestre, vigneti e uliveti.

Vigneti a Galatrona  Valdarno e Valtiberina: alla scoperta di una Toscana insolita

Vigneti a Galatrona

Sotto la sua protezione anche la pieve romanica di San Giovanni Battista a Petrolo – aperta alle visite su appuntamento (tel. 338/2879310) – custodisce al suo interno tre eccezionali opere in terracotta invetriata di Giovanni della Robbia realizzate tra la prima e la seconda decade del Cinquecento. Subito all’ingresso, lungo la navata destra, si incontra la fonte battesimale realizzata dallo scultore e ceramista fiorentino con rappresentazioni in altorilievi della vita di San Giovanni Battista e del battesimo di Cristo; poi alle spalle, in una nicchia nella parete, la statua di San Giovanni Battista, e infine sull’altare maggiore il ciborio dalla forma a tempietto esagonale alto più di due metri.

Non solo meraviglie storiche e artistiche, la Valdambra è una terra fortemente vocata all’olivicoltura e non a caso il suo centro principale, Bucine (guidato dal sindaco Nicola Benini), ha avviato un interessante progetto finanziato dalla Regione Toscana con tanto di marchio registrato, Olionostrum, per valorizzare un patrimonio collettivo e raccontare il territorio: l’obiettivo è quello di produrre un olio EVO di alta qualità grazie al recupero e alla promozione della biodiversità (sono oltre 40 i fenotipi di olivo a Bucine e dintorni) e all’uso di tecnologie innovative. Come il frantoio progettato Dipartimento DAGRI (Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali) dell’Università di Firenze.

Bucine  Valdarno e Valtiberina: alla scoperta di una Toscana insolita

Bucine

Da Bucine in un quarto d’ora di macchina si raggiunge il piccolo borgo arroccato di San Pancrazio che merita una visita soprattutto al tramonto quando il panorama della Valdambra, ai suoi piedi, si tinge di rosa. Delle fortificazioni medievali non è rimasto nulla ma qui la Storia ha lasciato comunque il segno: nel giugno 1944 i tedeschi trucidarono quasi sessanta civili e in loro ricordo oggi si possono visitare il Museo della Memoria e il Giardino delle rose che riportano, ciascuna con una targhetta, il nome di una delle vittime. E di questa minuscola frazione (trecento circa gli abitanti) si è innamorato un designer e fotografo svedese, John Werich, che ha ridato vita a un antico palazzo nobiliare, Palazzo Tiglio: non solo residenza d’epoca, con due eleganti appartamenti arredati con pezzi di antiquariato, ma anche ottimo ristorante a guida del giovane chef Mattia Parlanti che propone un menu (alla carta o degustazione) con prodotti del territorio e proposte che seguono il corso delle stagioni.

Secondo giorno: Valdarno 

Sembra quasi la Cappadocia e invece sono le Balze del Valdarno: maestosi pinnacoli di argilla, arenaria e ciottolami la cui origine risale al Pliocene quando il Valdarno ospitava un grande lago che, una volta evaporato, lasciò i suoi sedimenti in balia dell’erosione di agenti atmosferici. Queste caratteristiche depressioni geologiche si possono ammirare in tutta la Valdarno ma le più spettacolari si trovano nei pressi del massiccio del Pratomagno e dei comuni di Terranuova Bracciolini, Loro Ciuffenna e Castelfranco di Sopra. E proprio da quest’ultimo parte un sentiero ad anello su strada bianca di circa sei chilometri (chiamato Dell’acqua zolfina) adatto anche ai meno allenati che costeggia campi e vigne; in alternativa si può optare per un percorso alternativo, la Buca delle Fate, che si trova a breve distanza da Montemarciano. Un paesaggio tanto sorprendente che pare fu di ispirazione addirittura per Leonardo da Vinci, considerato che alcuni studiosi ne hanno ravvisato la presenza alle spalle della Monna Lisa.

Le Balze del Valdarno  Valdarno e Valtiberina: alla scoperta di una Toscana insolita

Le Balze del Valdarno

Da qui in poco più di quindici chilometri si raggiunge il borgo fantasma di Castelnuovo dei Sabbioni (conosciuto ancor prima come Castelnuovo d’Avane) nel comune di Cavriglia: di origine medievale, da che prevalentemente abitato da contadini a partire da metà Ottocento finì per essere popolato dai minatori che lavoravano all’estrazione di lignite xiloide nei dintorni. Le escavazioni del carbonfossile a cielo aperto finirono per compromettere la tenuta geologica del promontorio che rischiava di franare con tutto il paese: così negli anni Settanta fu presa la decisione drastica di evacuarlo progressivamente.

Ma dopo anni di abbandono e di silenzio tombale presto tornerà alla vita: Castelnuovo d’Avane è stato infatti scelto dalla Regione Toscana, tra una quarantina di progetti presentati, per aggiudicarsi i 20 milioni di euro previsti da un bando per la riqualificazione di borghi abbondati con i fondi del PNRR. Entro il 2026 il centro sarà pronto per accogliere nuovi abitanti e visitatori che ne vorranno conoscere la storia, finora piuttosto travagliata: durante il Secondo conflitto mondiale qui si consumò un eccidio nazifascista che portò alla morte di 74 persone. Non a caso tra i vari progetti che lo vedranno rinascere, oltre a un albergo diffuso, cohousing sociale, botteghe artigiane e spazi di arte contemporanea, rientra anche una Casa della Memoria.

La carta turistica della Valdarno  Valdarno e Valtiberina: alla scoperta di una Toscana insolita

La carta turistica della Valdarno

Tante vicissitudini che la sua gente non ha mai voluto dimenticare e anzi ne ha fatto tesoro per le nuove generazioni: per esempio il Museo MINE, in un edificio recuperato nella parte alta dell’abitato, da ormai una decina di anni racconta ai più piccoli (e non solo) il passato minerario della zona con documenti, video, foto, suoni oggetti e attività educative per le scuole.

Questo è un territorio sì ricco di storie ma anche di Storia e, a proposito, spostandosi una ventina di chilometri a nord est di Cavriglia si può raggiungere la Pieve di San Pietro a Gropina (Loro Ciuffenna), dichiarata monumento nazionale: l’attuale costruzione si colloca tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII secolo e pare ormai appurato sia sorta sui resti di una chiesa paleocristiana prima e di una longobarda poi. Dalla facciata romanica, l’edificio religioso presenta al suo interno un’abside semicircolare decorata da una serie di arcate cieche, tre navate separate da archi a tutto sesto con capitelli scolpiti che rappresentano figure simboliche tratte da bestiari (leoni e aquile) ed allegorie pagane e cristiane, oltre a elementi di gusto longobardo come il pulpito datato seconda metà del XII secolo.

Da qui una ventina di minuti d’auto e si raggiunge la città natale del Masaccio, la medioevale San Giovanni Valdarno, dove il pittore nacque il 21 dicembre 1401 come Tommaso di Ser Giovanni Cassai. Fino al 15 gennaio 2023 ci sarà la mostra Masaccio e Angelico. Dialogo sulla verità nella pittura inserita nella seconda edizione del progetto Terre degli Uffizi (realizzato nell’ambito di Uffizi Diffusi) che ha l’obiettivo di portare collezioni delle Gallerie in centri più piccoli per promuovere e valorizzare il legame con il territorio. Per l’occasione sarà possibile ammirare alcune opere dei due maestri poste in relazione con artisti a loro prossimi: nelle sale del Museo delle Terre Nuove, presso il duecentesco Palazzo d’Arnolfo, è esposta la Madonna con Bambino, detta anche Madonna del Solletico, di Masaccio (altra opera proveniente dalle Gallerie degli Uffizi è la cosiddetta Madonna Casini, una piccola tavola dipinta di Masolino). In quelle del vicino Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie una delle tre pale dell’Annunciazione del Beato Angelico messa a confronto con il Tabernacolo di San Marco, un reliquiario proveniente da Santa Maria Novella.

Nella vicina Montevarchi da non perdere invece il Museo Paleontologico ospitato in un monastero francescano del XIV secolo: nato i primi dell’Ottocento per volontà dell’Accademia Valdarnese del Poggio, è molto apprezzato dai bambini perché conserva quasi 3.000 fossili animali e vegetali ritrovati in gran parte nel Valdarno, oltre a un enorme scheletro di mammut (Elephas meridionalis). Il percorso museale è di grande fascino perché si compone non solo di una sezione più moderna ma anche di parte dell’antico allestimento ottocentesco con mobilio e cartellini espositivi scritti a mano.

Insieme al Museo Paleontologico fa parte del patrimonio dell’Accademia (nata a Figline nel 1805 per promuovere la ricerca storica e scientifica) la Biblioteca Poggiana costituita da una sezione antica con circa 10.000 volumi, tra cui incunaboli e cinquecentine provenienti da donazioni, acquisizioni e conventi che hanno chiuso. Ne fa parte anche una preziosa copia del Decameron dell’inizio del XV secolo.

Montevarchi  Valdarno e Valtiberina: alla scoperta di una Toscana insolita

Montevarchi

Terzo giorno: Valtiberina 

In Valtiberina si trovano tantissime opere di Piero della Francesca (nato a Sansepolcro nel 1492) e a Monterchi una delle più importanti: la Madonna del Parto, realizzata intorno alla seconda metà del XV secolo nella chiesa di Santa Maria a Momentana e in seguito staccata e restaurata per essere conservata (da ormai trent’anni) in un museo che il piccolo borgo fortificato gli ha dedicato. L’affresco, con quel rigore geometrico che contraddistingue il pittore rinascimentale forte dei suoi studi matematici, rappresenta la Vergine incinta dal volto perfettamente ovale con indosso una veste quattrocentesca azzurra e a fianco due angeli che scostano una tenda rossa ricamata con fiori di melograno (simbolo di fertilità) per mostrarne la gravidanza.

La Madonna del Parto di Monterchi  Valdarno e Valtiberina: alla scoperta di una Toscana insolita

La Madonna del Parto di Monterchi

E in Valtiberina è nato anche Michelangelo. Per l’appunto a Caprese Michelangelo si può visitare la sua casa natale all’interno del castello medievale dove il padre fu podestà: non ci sono più arredi e suppellettili dell’epoca ma è comunque un luogo di grande fascino con un affaccio panoramico mozzafiato, una piccola collezione di calchi del Buonarroti e alcune sculture di artisti contemporanei.

Il Castello di Caprese Michelangelo  Valdarno e Valtiberina: alla scoperta di una Toscana insolita

Il Castello di Caprese Michelangelo

A Pieve Santo Stefano invece si può vivere un’esperienza davvero unica: il cinquecentesco Palazzo Pretorio (scampato miracolosamente ai bombardamenti tedeschi) è sede della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale, fondata dal giornalista Saverio Tutino, e dal 2013 del Piccolo Museo del Diario. Quest’ultimo è un percorso interattivo e multisensoriale di pochi metri quadri ma dalla dimensione estremamente intima e profonda, costituito da lettere, storie e diari (quasi diecimila, tutti autobiografichi, scritti a mano e non) che mescolano epoche e generi diversi e che rivivono grazie a “cassetti parlanti” che il visitatore può aprire con un touch. Particolarmente struggente la testimonianza di una donna mantovana, Clelia Marchi, a cui è stata dedicata una intera sala: avendo terminato la carta, una notte (e per le 700 successive) incominciò a scrivere sul lenzuolo del corredo matrimoniale pensieri e riflessioni in memoria dell’amato marito scomparso. Ben 184 righe perfettamente allineate e senza correzioni.

Un altro luogo dell’anima, appena fuori Pieve Santo Stefano (paese in cui nacque Amintore Fanfani nel 1908), è l’Eremo di Cerbaiolo: a strapiombo su uno sperone roccioso con vista sull’Alta Valle del Tevere, si trova lungo il Cammino di San Francesco ed è stato uno dei primi insediamenti benedettini nella zona. Oggi è abitato dall’eremita Padre Claudio e pronto ad accoglie pellegrini in cerca di pace, preghiera e meditazione.

L'Eremo di Cerbaiolo  Valdarno e Valtiberina: alla scoperta di una Toscana insolita

L'Eremo di Cerbaiolo

Sansepolcro ospita, nel seicentesco Palazzo Bourbon del Monte, un museo di un fascino senza tempo: Erbe e Salute nei Secoli di Aboca, prima azienda erboristica italiana nata nel 1978 con Valentino Mercati. L’esposizione racconta con erbari, mortai in bronzo decorati, bilance, ceramiche per la conservazione delle erbe, vasi, fiale, bocce in vetro, libri di botanica l’uso di piante medicinali nei secoli con tanti aneddoti e curiosità. Tra i suoi tesori la profumata e coloratissima Stanza delle Erbe, un’autentica farmacia dell’Ottocento con vetrine ricolme di boccette in vetro e scatole di legno, e la Bibliotheca Antiqua (aperta al pubblico solo su prenotazione per motivi esclusivamente di studio) che presenta una straordinaria raccolta di oltre duemila libri antichi (il più datato è un incunabolo del 1494) dedicati all’uso curativo delle piante oltre a testi di botanica, chimica, medicina e farmacologia. Ancora oggi studiosi e scienziati li consultano per le loro ricerche. Da non perdere anche il percorso interattivo al primo piano che invita i visitatori a riflettere sull’innovazione scientifica e la sostenibilità ambientale.

Il centro storico di Sansepolcro  Valdarno e Valtiberina: alla scoperta di una Toscana insolita

Il centro storico di Sansepolcro

Una tappa va fatta anche al Museo Civico, nel trecentesco Palazzo dei Conservatori (ex sede comunale), dove sono esposte opere di artisti quasi tutti nati nel borgo della Valtiberina come Matteo di Giovanni, Giovanni Battista Mercati e Piero della Francesca (1418-1420): qui si trovano quattro suoi capolavori. Tra questi il Polittico della Misericordia, tempera su tavola raffigurante la Madonna che accoglie sotto il suo manto i devoti commissionato nel 1445 dalla Compagnia della Misericordia; la celeberrima Resurrezione, affresco dipinto intorno al 1460 sulla parete centrale della Sala dell’Udienza; gli affreschi staccati di San Giuliano e San Ludovico.

Dove mangiare e dormire 

Borgo Iesolana
Albergo diffuso con piscina; ottimo ristorante con prodotti a km0 e ampia terrazza immersa nel verde.

Località Iesolana, Bucine (AR)

Palazzo Tiglio
In un edificio seicentesco due appartamenti e un ristorante con proposte di terra e di mare dal tocco moderno.

Vicolo della Compagnia 10, San Pancrazio (AR)

Ristorante Il Cerro
Cucina tipica toscana a gestione familiare, con camino per l’inverno e grande giardino per l’estate.

Via il Cerro 120, Caprese Michelangelo (AR)

Dove comprare 

Busatti
Storica azienda tessile fondata nel 1842 con punto vendita e laboratorio nelle cantine di Palazzo Morgalanti nella medioevale Anghiari, nota per essere stata teatro di una battaglia cruciale tra fiorentini e milanesi nel 1440. Ancora in funzione macchinari anni Cinquanta che producono biancheria e arredi di pregio, anche su richiesta quanto a dimensioni e disegni dei ricami.

Via Mazzini 14, Anghiari (AR)

Bioapi
Prodotti da apicoltura biologica. 

Via Maestri del Lavoro 9, Sansepolcro (AR)

Azienda agricola Calabresi Michele
Coltivazione di ortaggi in pieno campo

Frazione Santa Fiora, Sansepolcro (AR)

Azienda agricola Il Faggeto
Produzione di cereali e olio extravergine di oliva

Via del Carmine, loc. Faggeto 47, Anghiari (AR)

Cooperativa agricola Montemercole
Affettati da maiali grigi allevati all'aperto e formaggi

Via Guadagnoli 57, Arezzo

Azienda La Ginestra
Agricoltura biologica e biodinamica

Via Malafrasca 216 50020, S. Pancrazio, San Casciano Val di Pesa (FI)

Petrolo
Vini Valdarno di Sopra DOC e olio extravergine d’oliva

Loc. Petrolo 30, Mercatale Valdarno, Bucine (AR)

Laura Peri azienda agricola
Allevamento di polli di razza Valdarnese, Bianca e Nera

Via di Picille 51, Montevarchi (AR)

Macelleria e norcineria Fabbrini
Tra i vari prodotti, la Tarese del Valdarno (Presidio Slow Food): pancetta ricavata da groppa e pancia di maiali del peso di oltre 200 chili

Via Roma 9, San Giovanni Valdarno (AR)

Azienda agricola Bonaccini
Produzione anche di fagiolo Zolfino, pregiato e dalla buccia gialla finissima

Via di Pian di Scarpone 8, Fraz. Penna, Terranuova Bracciolini (AR)

 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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