Adria ed Adriatico è un binomio che in passato risultava quasi perfetto: la prima ha dato il nome al vicino mare, mentre il secondo ha contribuito allo sviluppo della cittadina fino ad “elevarla” a porto privilegiato e di sicuro accesso alla pianura Padana. Questo le ha consentito di essere, per tanto tempo, un importante snodo commerciale per l’importazione, nella Valle del Po, dei prodotti dell’Europa centrale e dell’Oriente ellenistico.
Secondo la leggenda il toponimo “Adria” deriverebbe da una parola etrusca “atrium”, un termine che raggruppa più significati fino ad includere il concetto di “città di levante più prossima al mare”. Ciò era vero in passato perché oggi, il progressivo interramento del Delta del Po l’ha progressivamente allontanata dal mare, che oggi dista 25 chilometri.
Canalbianco
Blu e verde, i due colori che la illuminano
Adria, località di circa 19mila abitanti in provincia di Rovigo, è una città ricca di storia, cultura e tradizione. Quando si arriva, gli occhi si illuminano dei due colori che la caratterizzano: il blu dei canali ed il verde dei campi fertili del Basso Polesine. L'atmosfera che si respira lungo le riviere, in alcune vie, nei vicoli e nelle piazze odora di venezianità, eredità di oltre due secoli di presenza della Serenissima che hanno lasciato segni tangibili che le donano un particolare fascino.
Sino a pochi decenni fa, il suo nucleo centrale era racchiuso fra due rami del Canal Bianco, mentre oggi ne esiste solo uno, interno, compreso tra i ponti di Castello, Sant'Andrea e San Pietro.
Il centro storico: testimone di un grande passato
La visita può cominciare dal centro storico per poi spostarsi “in periferia” dove si può ammirare un paesaggio unico, perfettamente integrato nel Delta del Po che stupisce per lentezza e silenzio.
Il centro storico è raccolto attorno a Piazza Garibaldi, al Palazzo dell’Orologio e al Duomo dedicato ai Santi Pietro e Paolo. Quest’ultimo racchiude altre due chiese: la cosiddetta Cattedrale Vecchia di San Giovanni e la prima Cattedrale (chiamata comunemente “cripta”) di epoca tardo carolingia con affreschi bizantini.
Piazza Garibaldi e la Torre dell'orologio
All’interno del Duomo è presente il più antico documento di devozione mariana del Veneto: un bassorilievo copto di marmo del IV secolo che rappresenta la Vergine assisa in trono col Bambino in grembo. C’è anche una riproduzione della Grotta di Lourdes, per dimensione uguale a quella della sacra Grotta di Massabielle, in Francia.
Altro edificio di interesse è Villa Mecenati. Un tempo rustico appartenente ad una grande tenuta agricola, venne trasformata in villa stile impero per volontà dell’allora proprietario, il Maestro Ferrante Mecenati. Dal 1972 ospita il Conservatorio di Musica “A. Buzzolla” grazie alla donazione di Ferrante e Rosita Mecenati alla comunità adriese, con arredo e biblioteca.
L’ultima tappa nel centro storico è la visita al Teatro Comunale, che da quasi un secolo regala un calendario di appuntamenti di lirica e prosa sempre interessanti.
Le riviere Roma e Matteotti per rivivere le atmosfere veneziane
Il centro storico poi si dipana per Corso Vittorio Emanuele II che, nel suo tragitto scavalca il Canalbianco-Po di Levante, dando origine a due riviere (Roma e Matteotti) con i prospicienti edifici dalla chiara impronta veneziana, sfondo ideale per tranquille passeggiate in compagnia del lento fluire delle acque ed avvolti dall’atmosfera di questo territorio.
Le sponde in muratura dei canali, le scalinate e gli scivoli d’attracco sono invece testimonianze dell’antico traffico fluviale. In passato, nel tratto di canale compreso tra il ponte di Castello e quello girevole di Sant’Andrea facevano scalo i barconi e i bragozzi utilizzati per il trasporto di merci (in prevalenza granaglie, farina, prodotti orticoli, legname e carbone) tra Adria, le aree del Delta e la Laguna di Venezia.
Se rimane tempo si può arrivare ai Giardini Scarpari, meta imperdibile per chi è alla ricerca di un luogo suggestivo per una passeggiata tranquilla ed in sicurezza.
Riviera Matteotti
Il Museo Archeologico Nazionale di Adria
Per comprendere il passato di Adria bisogna visitare il suo Museo Archeologico. Un autentico scrigno di tesori, che celebra quest’anno i 60 anni di attività. Situato in via Badini, è diviso in 11 sezioni ed espone strumenti e ceramiche dell'Età del Ferro. Prestigiosa è la raccolta di vetri di epoca romana (datata fine I secolo a. C. e inizio I secolo d.C.) di forme e colori diversi, esposta in una particolare vetrina capace di valorizzarne le caratteristiche estetiche. In questa raccolta sono presenti due rare coppe in vetro blu praticamente intatte riconducibili ad Ennion (o Ennione), l’antico maestro vetraio siro-palestinese.
Degna di nota è anche la cosiddetta Tomba della Biga, rinvenuta durante lo scavo della necropoli del Canalbianco del 1938. È costituita da due scheletri di cavalli giovani appaiati e aggiogati alla stanga di un “currus”, il carro da guerra di un giovane guerriero, forse di origine celtica, ma ben inserito nella società etrusca adriese dell’epoca.
Oltre alla ricca varietà di ceramica greca, l’allestimento museale comprende pregevoli reperti che si riferiscono agli Etruschi. L’elemento di spicco della sezione è rappresentato dagli ori con la preziosa gamma di pendenti a goccia, perle di collane ed orecchini.
Uno sguardo sul territorio
Il territorio attorno ad Adria merita da solo il viaggio. Si è nel cuore del Delta del Po Veneto, tutelato dall’Unesco come Riserva di Biosfera. Un paradiso per gli appassionati di birdwatching e foto naturalismo, che possono vivere a stretto contatto con le meraviglie di un territorio sospeso fra terra ed acqua.
Sguardo su Adria
A pochi chilometri da Adria, in località Capitello, si trova il Museo Septem Mària, che narra le grandi opere di bonifica del territorio e la storia e l’evoluzione dell’acqua in questa tipica zona deltizia. Aperto nel 1998 si trova nel dismesso impianto idrovoro a vapore di Amolara, una struttura storica in stile neoclassico con un alto camino di 50 metri che svetta sulla piana polesana. Il percorso espositivo è all’interno dell’Ostello Amolara, una realtà ricettiva che propone anche stanze confortevoli ed un ristorante con piatti del territorio.
Per gli appassionati di sport motoristici, a Cavanella Po, un’altra sua frazione in località Smergoncino, c’è l’Adria International Raceway, un complesso multifunzione attivo dal 2001 pensato per ricevere vari eventi, dall’espositivo al congressuale, e dotato di un circuito di circa 3.700 metri che ospita i principali campionati nazionali di categoria di Auto, Moto e Kart.
Adria, la città del pane ciabatta… e non solo
Adria è un suolo ricco anche sotto l’aspetto gastronomico. Qui trovano casa e si intrecciano i sapori più importanti della terra polesana: da quelli più intensi della carne, soprattutto di maiale, a quelli più morbidi del pesce dell’Adriatico. Arriva però dalla panificazione uno dei suoi prodotti di eccellenza: si tratta della “ciabatta”, un pane che ha preso vita proprio ad Adria circa quarant’anni fa. Fragrante ed appetibile, è riconoscibile dalla grande alveolatura della mollica, dalla crosta generalmente bruna e dalla croccantezza e deve il suo successo, esteso a tutto il mondo, alla semplicità della lavorazione ed alla farina genuina che viene lavorata senza additivi. A mantenere viva la tradizionale ricetta ci pensa oggi il "Ciabatta Village", che si trova ad Adria in via Marconi 33, che realizza corsi di panificazione e gestisce un punto vendita.
La Bissola di Adria
Altro prodotto adriese è l’Esse, un dolce a forma di biscia (o se si preferisce, dall’omonima lettera dell’alfabeto) preparato con un impasto di pochi e semplici ingredienti (farina, burro, uova e latte) e che si può inzuppare nel caffelatte o nel vino.
Da non dimenticare la patata americana di Valliera (è una frazione di Adria), un prodotto dolce e nutriente. Ottimo sostituto del pane, è stata per molti anni utilizzata a pranzo, cena ed anche come merenda per i bambini. Oggi, oltre ad essere la base di molte ricette come i Fiadoni ed i tortelli dolci, è utilizzata anche per ricavare marmellate e budini profumati.
Infine, in occasione dell’Epifania, è in auge la “Bissola”, un semplice dolce di pasta frolla a forma di “Vècia” o "Veciòn" (cioè Befana o Befanone), decorato con glassa e cioccolato. Si trova in tutte le pasticcerie del territorio, che nella preparazione sono “autorizzate” a sbizzarrirsi a piacere… purché rimangano in tema!