Un’ambiente dai toni del bianco e del legno che ricordano le barche a vela. L’atmosfera è delicata, rilassante e tutto profuma di mare. Questo è “Nostrano di Stefano Ciotti”, 1 stella Michelin, dove, sul centralissimo lungomare di Pesaro si è accolti in quella che è una vera e propria esperienza gustativa ed emozionale.

Stefano Ciotti e tutto il suo staff
In sala troviamo i giovanissimi Ion Chelici (responsabile di sala) e Andrea Gardella (responsabile dei vini) insieme anche a tutti gli altri membri dello staff e della brigata di cucina. Poi incontriamo Stefano, lo chef, socio Euro-Toques, un’esplosione di energia, vitalità e competenza. Il suo sorriso e la sua passione sono contagiosi tanto che ci racconta con molta enfasi come abbia aperto questo locale con tutto l’entusiasmo e la volontà possibile.
«
Ho voluto tutto personale under 30 perché credo sia giusto far crescere e dare una strada a questi giovani che si impegnano molto - spiega Stefano Ciotti - i miei ragazzi hanno alle spalle delle esperienze già molto importanti seppur siano molto giovani. Mi ritengo sicuramente soddisfatto e fortunato ad averli nel mio staff».
Se dovessimo dare una definizione alla cucina di Ciotti sicuramente sarebbe “Contaminazione nostrana”. Questa parola è il riassunto perfetto del menu degustazione che viene proposto in 5, 7 o 9 portate, tutte accompagnata da abbinamenti di vino e cocktail del famoso mixologist marchigiano Oscar Quagliarini.
Riso e pomodori di Henry
La definizione di Contaminazione nasce dal fatto che lo chef riesce a trovare il giusto e perfetto equilibrio tra specialità marchigiane come la polenta di Piobbico soffiata e spuma di squacquerone; Finta cozza, limone e pepe rosa; Ricordo di un passatello; Cetriolo e lamponi e un piatto come il Crudo di tonno, pistacchio, oliva tenera ascolana, capperi, pomodori ispirato a 360° alla Sicilia, quest’ultima leitmotiv, in gran parte, del percorso di degustazione.
Di grande interesse è anche il Risotto con gamberi e i pomodori di Henry, un giovanissimo ragazzo che in 5 ettari di terreno completamente coltivato in biologico produce pomodori di tipo pendolino, ciliegino e datterino coltivati in serra e concimati a base di alghe marine; questo tipo di pomodori permette di ritrovare nel piatto un gusto molto bilanciato sia in acidità che in dolcezza.
Tortelli di baccalà, calamaretti, vongole e aglio nero
Un tocco strong e audace lo dà anche il secondo piatto la Faraona alla brace e arrosto, cocco, pinoli, albicocche, radicchio verde; sicuramente un passaggio forte dopo un intero menù di pesce che però allieta benissimo le papille gustative. Si conclude con il Gelato e torta morbida di squacquerone, fragole, polvere di Galatine, dove anche qui torna in auge l’infanzia dello chef e anche di tutti noi con il ricordo delle Galatine, le caramelle bianche al latte in voga negli anni '80/'90.
Durante tutto il percorso di degustazione i vini e i cocktail sono stati parte integrante, spaziando dai locali Bianchello del Metauro Doc e Verdicchio dei Castelli di Jesi, passando per il Terre siciliane Igt a vitigno zibibbo e grillo e “facendo un giro” nei territori del Riesling sino a tornare a “casa” allietati dall’Orange vermouth di Oscar Quagliarini.
Finta cozza, limone e pepe rosa; ricordo di un passatello; cetriolo e lamponi (Le contaminazioni nostrane
nella cucina di Stefano Ciotti)
1/6
Insalata di sgombro marinato, quinoa, scalogno di Romagna, infuso di uva bianca e verbena (Le contaminazioni nostrane
nella cucina di Stefano Ciotti)
2/6
Riso e pomodori di Henry (Le contaminazioni nostrane
nella cucina di Stefano Ciotti)
3/6
Tortelli di baccalà, calamaretti, vongole e aglio nero (Le contaminazioni nostrane
nella cucina di Stefano Ciotti)
4/6
Faraona alla brace e arrosto, cocco, pinoli, albicocche, radicchio verde (Le contaminazioni nostrane
nella cucina di Stefano Ciotti)
5/6
Gelato e torta morbida allo squacquerone, fragole, polvere di Galatine (Le contaminazioni nostrane
nella cucina di Stefano Ciotti)
6/6
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Un’esperienza fuori dagli schemi, ricca di contaminazioni delle diverse regioni italiane pur rimanendo fedele alla terra d’origine, le Marche. Il tutto “condito” da una vista mare a 360°!
Per informazioni:
www.nostranoristorante.it