C'è un nuovo giardino segreto all'interno del St. Regis Rome, il Grand Hotel che nei suoi 150 di storia ha ospitato tanti protagonisti della scena internazionale, della cultura e dell'arte. Il Lumen, Cocktails & Cuisine si arricchisce così del Lumen Garden, una vera e propria oasi urbana lontana dai rumori della città, dove assaporare il gusto di un cocktail nel verde e tra raffinati dettagli in stile Belle Epoque e contemporanei.
Il nuovo Lumen Garden
In attesa dei viaggiatori internazionali che ancora disertano la città, sarà il pubblico romano a goderne, dal mattino fino a tarda notte. L'arte del bere miscelato è una vera istituzione di questo hotel. Fu al St. Regis di New York che nel 1934 nacque il Bloody Mary, all'inizio battezzato come Red Snapper e oggi riproposto e miscelato al tavolo nella sua versione romana come Red Admiral, il nome di una farfalla, detta anche Vanessa Atalanta. Ha grandi e coloratissime ali e in alcune culture ha il significato di rinascita attraverso la trasformazione, proprio come il St. Regis Rome, che inaugura una nuova era dopo la recente ristrutturazione. Altri cocktails portano il nome di esotiche farfalle, come la Hercules della foresta della Tasmania o la giapponese Dark Red Helen.
Anche i classici sfoggiano una nuova veste. Il mitico Negroni viene servito in una speciale bottiglia di cristallo scomponibile in tre apparati. La parte superiore contiene il coctkail mentre la base, composta da due bicchieri impilati, invita alla condivisione, incoraggiando la convivialità intorno a una vera icona del bere miscelato. Tra i cocktails in carta da provare è anche il Lumen, creato con Champagne, Italicus, Rosolio di bergamotto ed Elettric Bitter, simbolo del bar e della nuova era.
Al Lumen Garden, l'arte del bere miscelato
Il Lumen Garden, con la riscoperta del nuovo spazio, completa così tutto il piano terra della struttura, dalla hall al bar fino alla Ritz Ballroom, con la volta affrescata di fine '800, che è stata la prima sala da ballo pubblica di Roma. Il concept sviluppato dall'architetto milanese Vincenzo Dascanio è ispirato al verde e alla natura.
«Era uno spazio di servizio poco vissuto - ci dice la sua creative designer
Camilla Iaquone - e abbiamo voluto dargli nuova vita e luce con tanto verde, con edere rampicanti, sterlizie giganti, gelsomini e piante fiorite in ceste di vimini calate dal pergolato. Anche specchi, installazioni al soffitto e foglie di plexiglass turchese riflettono la luce. Ma il messaggio era far rivivere Roma e anche nel resto dell'hotel stucchi e fregi riprendono vita da queste composizioni verdi. È stato anche ritinteggiato tutto l'esistente e ripristinate le copertine in travertino».
Un'oasi verde nel cuore di Roma
Un invisibile impianto di irrigazione automatica garantisce la freschezza delle piante e il concept firmato da Vincenzo Dascanio ha saputo trasformare lo spazio in una terrazza romana con lanterne, lucine soffuse, cuscini in lino con sedute in rattan, sempre privilegiando materiali naturali. Quattro poderose palme regina di oltre 5 metri delimitano la zona dedicata alla cena, in cui degustare i piatti dell'executive chef Francesco Donatelli, con ricette della tradizione mediterranea e romana tra cui gli immancabili Tonnarelli cacio e pepe, Mezzi paccheri di pomodoro fresco e basilico su mousse di burrata, Crudo di tonno con panzanella e Tempura di calamari e alici con zucchine marinate.
Il St. Regis
Al giardino segreto si accede dalla hall ma anche dalla Galleria Continua Roma dove, nell'occasione della sua inaugurazione è stata presentata la mostra “Qui tutto è aperto. Fogli d’acqua”, a cura di Serse Roma. «Questo spazio che inauguriamo - ha detto il direttore commerciale marketing
Claudio Cadeddu - originariamente era un giardino, ma poi nel tempo era stato sottoutilizzato. Anche prima del lockdown c'era l'idea di un recuperarlo ma si era data priorità al restyling della facciata e delle camere. È stato proprio durante il blocco obbligato per contenere l'epidemia che abbiamo ripreso in considerazione il progetto, anche perchè il nostro albergo non ha mai chiuso, in quei mesi in cui tutti gli altri 5 stelle hanno dovuto fermarsi. È stato il nostro direttore generale Giuseppe De Martino che ha voluto dare un segnale di ottimismo alla città e al nostro personale. Non era facile in quel momento investire risorse, ma amiamo Roma e abbiamo trasmetterle un messaggio di positività come avvenuto in passato, quando siamo stati attivi anche durante le due guerre mondiali. Il St. Regis punta ora ad un'accoglienza di livello e in tutta sicurezza. Anche nella ristorazione ci siamo subito adeguati alle nuove regole. Il nostro breakfast menu è diventato a la carte e per il servizio in camera non è previsto alcun room service charge aggiuntivo».
Il salone
Il St. Regis presentato alla migliore società romana nel 1894, sorge sulle Terme di Diocleziano e la sua cantina è ricca di reperti romani. Le 138 camere e 23 lussuose suite sono state tutte completamente rinnovate e mescolano influenze dello stile Impero, Regency e Luigi XV. Ogni camera riflette uno dei due colori principali: il blu polvere del cielo azzurro della città e la calda terracotta delle pareti della Roma antica al tramonto. All'ingresso, il lampadario largo 5 metri in vetro soffiato di trasmette immediatamente un senso di grandiosità e allo stesso tempo di grazia, dove lo splendore dell’antico si unisce allo stile sofisticato e moderno.
Per informazioni:
www.marriott.it/hotels/travel/romxr-the-st-regis-rome